Il significato di AMARE

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La palestra B odorava di sudore misto a profumo, il pavimento era rovinato dallo strusciare delle scarpe, l'asta sinistra cadeva appena la si sfiorava, niente a che vedere con quella dei ragazzi, ma almeno aveva tanto spazio per la battuta. Le ragazze sistemarono i palloni nei cesti, quindi raggiunsero l'allenatrice che le aspettava in piedi davanti alla panca. La signorina Ayuara da giovane era stata una delle migliori giocatrici del Giappone, rinomata anche all'estero. Poi era rimasta incinta, ma non era pronta a lasciare la pallavolo, quindi si era dedicata ad allenare le squadre liceali. I suoi metodi duri, degni degli allenamenti della prima squadra nazionale, forse un poco obsoleti, avevano procurato alla squadra una discreta fama, che portava le giocatrici ad essere parecchio richieste, alcune di loro apparivano più volte sulle pagine delle riviste sportive.

«Mi hanno chiamato i talent scout. Solo due di voi sono state scelte per le selezioni, ma dovranno impegnarsi per superarle» fece una pausa. Le ragazze si agitarono, anche se erano piuttosto sicure di sapere di chi si trattasse. Mayumi strinse i pugni, fino a quasi farsi sanguinare i palmi. «Yukina Shoji! Complimenti, te lo meriti». Il libero della squadra gridò di gioia, aveva sempre pensato che nessuno potesse notarla per colpa del suo ruolo. Il capitano le posò la mano sulla spalla per congratularsi. «Mayumi Ayame...mi raccomando...» proseguì una volta che fu tornato il silenzio.

Mayumi rimase un attimo attonita, quasi non aveva realizzato la notizia che le era appena stata comunicata. Se ne rese conto solo quando Sakura, l'altra palleggiatrice, l'abbracciò per la felicità. Si sentiva un'idiota, sapeva che le altre la stavano considerando un'ipocrita, era quasi ovvio che sarebbe toccato a lei, che già una volta aveva giocato nella nazionale under diciannove e, probabilmente, sarebbe stata chiamata ancora una volta. Ma per lei significava tanto: significava un'altra dimostrazione a sua madre. Non vedeva l'ora di raccontarlo a Oikawa e Iwaizumi. E a Kozue ovviamente! Per un attimo si sentì svuotata di tutte le preoccupazioni, compresa quella degli interliceali in arrivo, il mondo sembrava un atomo di pace allo stato puro. Abbracciò d'istinto Yukina, che le inzuppò la maglia con lacrime di gioia.

«Sarebbe bello se ci prendessero nella stessa squadra...» commentò il libero, che mai, fino a quel momento, si era dimostrato una persona tanto dolce.

«Sì, i tuoi appoggi sono insostituibili, credimi» annuì Mayumi sincera. Il tocco di Yukina aveva qualcosa di magico, probabilmente da sola era responsabile del quaranta per cento dei successi della squadra. Aveva un intuito quasi infallibile, sapeva sempre dove sarebbe andata la palla e riusciva a posizionarsi con netto anticipo.

«Va bene, va bene. Ora andate a fare la doccia!» il sorriso materno della signora Ayuara mostrava perfettamente quanto fosse orgogliosa delle ragazze, che già dopo il primo mese di allenamenti diventavano come delle figlie. Le ricordavano come aveva raggiunto i propri successi e sperava sempre che per ognuna di loro accadesse lo stesso. Sapeva di essere dura, a volte anche troppo, ma lo faceva per il loro bene.

Quando fu pronta, Mayumi si fermò sulla porta dello spogliatoio per salutare le compagne ancora dento, salutò con un inchino la Coach Ayuara e corse fuori, sperando che qualcuno dei ragazzi si stesse ancora allenando. La vibrazione del telefono la bloccò a metà del corridio. Sbuffò, pensando che i suoi genitori volessero che passasse a prendere Mei agli allenamenti, ma dopo che ebbe rovistato per bene nel borsone, poté leggere il nome di Kozue sul display. Portò l'apparecchio all'orecchio e chiuse gli occhi, quando la voce squillante dell'amica proruppe dalle casse.

«Yu! Ora. All'entrata. Andiamo alla Shiratorizawa.» le ordinò agitata. Mayumi scoppiò a ridere.

«Arrivo. Anch'io ho buone notizie» allungò il passo mentre attaccava.

Kozue si era cambiata la divisa scolastica e aveva indossato un abito violetto di lino lungo fino a poco sopra le ginocchia, stretto in vita, che si intonava alla perfezione con i suoi lunghi capelli tinti di rosa. Mayumi ricambiò il suo sorriso contagioso e si alzò sulle punte per ebbracciare la figura esile dell'amica.

Sotto la rete -HaikyuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora