~credevo che la meta fosse quella da raggiungere, poi ho scoperto che l'unica cosa da raggiungere era la mia metà~
Nel pub la musica è a palla, tanto da farmi letteralmente sanguinare le orecchie. Non so per quale assurdo motivo io mi sia lasciato convincere dai miei compagni di squadra a seguirli fin qui per festeggiare la vittoria. Purtroppo é vero lo stereotipo che la maggior parte degli inglesi tende ad alzare il gomito, ma non siamo tutti così. Personalmente detesto ubriacarmi. Non dico di essere astemio, ma bevo un bicchiere di vino solamente nelle occasioni speciali e una birra me la concedo solamente quando partecipo alla serata pizza con i miei amici. Molti compagni di squadra mi prendono in giro dicendo che sono troppo serio e che seguo troppo la dieta, ma se sapessero che sono cresciuto con un padre alcolizzato e violento cambierebbero idea. Ora mio padre é pulito. Qualche anno fa ha intrapreso un percorso di recupero che lo ha portato a migliorarsi: non tocca alcol da quasi tre anni e non ha più alzato un dito contro nessuno. In realtà aveva smesso di metterci le mani addosso quando io ero un adolescente. Lo picchiavo più forte di quanto lui picchiasse me, ma non mi faceva sentire meglio. A quell'età l'unica cosa che avrei voluto era un padre normale, che venisse a vedermi agli allenamenti e che facesse il tifo per me durante le partite, ma tutto questo mi é stato negato. Mamma non ha mai avuto il coraggio di chiedere il divorzio e adesso é di nuovo felice con lui, spesso mi ripete che quando lo aveva conosciuto era com'è adesso: un uomo dolce e gentile. Lei é riuscita a perdonarlo, io no. Cerco di passare poco tempo con lui. Sono felice che sia guarito, ma non riesco a perdonargli tutte le sofferenze che ha causato alla nostra famiglia. La prima sera che mi sono difeso da lui e che ho avuto la meglio, ho promesso a me stesso che non mi sarei mai ubriacato e fino ad oggi ho mantenuto fede alla mia promessa. L'inferno che mio padre mi ha fatto vivere si attenuava solamente in estate perché passavo la maggior parte del tempo al mare e quindi non avevo molte occasioni per vederlo. Oltre al mare c'era anche Charlie a farmi staccare la spina. Quella ragazzina era fantastica.
"Mason!" strilla Sterling interrompendo i miei ricordi.
Sbuffo. "Sterl...cosa cazzo urli? Sono affianco a te!" ribatto irritato.
Lui mi lancia un'occhiataccia. "Volevo dirti che dall'altra parte della stanza c'è una ragazza che ti sta fissando da quando siamo entrati. Comunque sei un po' stronzo sta sera" e dopo aver pronunciato le ultime parole se ne va lasciandomi solo.
Scruto attentamente la stanza per individuare la ragazza di cui stava parlando Sterl, ma non riesco a vedere nessuna faccia conosciuta e nemmeno qualcuno che mi stia guardando. Mi concentro un po' di più, osservo attentamente ognuna delle ragazze presenti finché non incrocio due smeraldi che mi fissano divertiti. Guardo la ragazza nel complesso, cercando di capire se la conosco. Dall'aspetto direi che non é inglese. Oltre ai magnetici occhi verdi, la natura ha dotato quella ragazza di splendidi capelli rossi, come quelli di Ariel, la sirenetta della Disney, di un vitino da ape, due gambe slanciatissime e un seno generoso. Sono certo che tutto il bar si sia voltato verso di lei quando é entrata. Non é una figura che passa inosservata. Eppure nei suoi lineamenti riconosco qualcosa di famigliare che mi fa pensare al mare. Mare...Portsmouth...estate...ma certo! Charlie! Quella ragazza é la mia amica Charlie. Lei, come se riuscisse a leggermi il pensiero, capisce che l'ho riconosciuta e si avvicina a me.
"Ciao Mason! Da quanto tempo, eh?" mi saluta raggiante.
"Charlie! Sono felice di vederti" ricambio il saluto abbracciandola. "Ci credi se ti dico che ho pensato a te qualche minuto fa? Non alla te adulta, ma alla te adolescente con cui trascorrevo l'estate".
Mi sorride. "Spero che fossero ricordi felici".
"Tutti quanti. L'estate era il momento dell'anno che preferivo" affermo.
