I suoi capelli corti erano leggermente scossi dal vento, e i suoi occhi, di un verde intenso, erano illuminati dalla luce del sole. Si trattava di Anthony, era stato il mio migliore amico, il migliore che avessi mai potuto desiderare. Era vicino a me materialmente, ma mi mancava tutto di lui: i suoi abbracci, i nostri insulti scherzosi, le chiacchierate, i nomignoli e il suo profumo, dolce, all'aroma di vaniglia. Mi aveva aiutata a superare i momenti difficili, le mie paure, le mie tristezze, le mie preoccupazioni, ma io, l'avevo trascurato. Non mi rendevo conto della minima importanza che aveva l'opinione altrui: tutti mi giudicavano perché piangevo, nessuno mi chiedeva cosa fosse realmente successo, tutti mi giudicavano perché ero scontrosa, nessuno mi chiedeva cosa mi avesse portato a questo...
La campanella diede fine al mio breve momento di flashback. Tutti insieme ci dirigemmo verso la nostra aula, la più isolata dell'istituto. Iniziò la prima ora: matematica, una materia che io odiavo e che non riuscivo a recuperare nonostante il mio costante impegno. Per fortuna c'era anthony, l'avevo deluso tante volte, ma lui rimaneva sempre al mio fianco e mi rassicurava quando ne avevo più bisogno.
Passavano le ore, gli insegnanti si susseguivano alla cattedra uno dopo l'altro, ed io, continuavo a rivangare il passato e ai bei momenti trascorsi con Anthony.