L'incontro

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La porta della biblioteca si spalancò di scatto. Nell'enorme sala esagonale, composta da numerosi scaffali, calò il silenzio. Tutti i presenti si voltarono. La persona ch'era appena entrata posò il suo sguardo vigile su tutti i presenti, squadrandoli uno ad uno con occhi luminosi sotto al manto verde smeraldo col cappuccio a punta. Procedendo con andatura lenta ma decisa, si diresse verso il reparto "Rune antiche".

Il mantello, che arrivava fino alle caviglie del viaggiatore lasciando scoperti degli stivali in pelle nera, gocciolava e lasciava una scia umidiccia di acqua piovana sul pavimento di roccia levigata (importata dalle montagne di Silarbum). Arrivato a un lungo tavolo di legno rozzo e basso, il viaggiatore tolse la spilla circolare (con sopra inciso il simbolo di Nàdurim) che fissava il mantello appena sotto il suo collo e mise entrambi con noncuranza sul tavolo, per poi accomodarsi su di uno sgabello. Lunghi capelli scuri come la corteccia di un albero scesero lungo la sua schiena, che fu percorsa da un brivido.

All'improvviso la porta si aprì nuovamente. Tutti i presenti, compreso il misterioso viaggiatore dal manto verde smeraldo, sussultarono e rabbrividirono: una folata di vento gelido penetrò nella stanza, raggiungendo ogni angolo e ogni fessura. Una figura alta e severa entrò. Era un uomo anziano, vestito con uno smoking grigio pallido, il viso era segnato da molte rughe (specialmente intorno agli occhi) e gli occhi erano d'un verde sbiadito, come se il vecchio fosse cieco. Il viso sembrava imperlato di sudore. Portò le mani nodose ai capelli e li scosse: molte gocce caddero da essi, finendo sull'abito e sul pavimento.

- Benvenuti!- disse osservandoli, stupito nel vedere tante persone così diverse fra loro -Vediamo un po' chi abbiamo qui...- continuò allargando le braccia in segno di accoglienza 

 E così iniziò ad elencare dei nomi: 

-Florait, appartenente alla stirpe degli Uomini, Donna di grande valore e cacciatrice di animali magici.- 

Si fece avanti una ragazza dalla pelle delicata e le guance rosee, simile ad una bambola di porcellana. Allargò le braccia e s'inchinò, i capelli ramati erano raccolti in un'acconciatura complessa, formata da delle trecce che si univano in uno chignon ordinato, e il vestito rosa chiaro come il cielo all'alba finì per toccare terra, mentre piegava leggermente le ginocchia.

-Così sei tu colui che mi ha inviato quella strana lettera. Perché ci hai riuniti qui?- chiese corrugando la fronte e osservandolo intensamente coi suoi occhi celesti

L'uomo ignorò la domanda proseguendo con l'elenco: 

-I gemelli Dubh e Ban, appartenenti alla razza dei Nani, grandi bevitori e intenditori di birra e costruttori di miniere.- 

Con un balzo due vivaci figure basse e ben piazzate furono davanti al signore anziano. Uno aveva una folta e lunga barba bionda, intrecciata e pulita, occhi castani come le foglie d'autunno, viso giovane e un gran sorriso dai denti bianchi. Il mantello era scuro come la notte più buia. L'altro aveva anch'esso la barba folta e lunga, legata in una grande treccia, ma di colore nero, occhi identici a quelli del gemello, viso mite e un sorriso scaltro. Il mantello era bianco come la nuvola più candida in cielo. Entrambi, sopra al mantello, avevano un'ascia finemente lavorata simile a quelle portate dai Vichinghi. 

-Io sono Dubh, il gemello migliore!- disse quello dal mantello nero 

-Sì, nei tuoi sogni! Permettetemi di presentarmi, io sono Ban.- disse l'altro tirando una gomitata nelle costole al gemello

L'uomo sorrise e continuò, mentre i due nani si tiravano la barba a vicenda e discutevano su chi fosse il migliore: 

-Làidir, un Negromante proveniente dall'isola di Cogadin, abile nelle Arti Oscure e nelle Arti Bianche.- 

L'ultima compagnia di ArdunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora