Introduzione

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Una goccia di sudore mi bagna la fronte, poi un'altra e un'altra ancora. Fa sempre molto caldo da questo lato della montagna e il lavoro da
svolgere non è di certo d'aiuto.

Alzo il viso e intravedo il sole che comincia a tramontare, mentre dall'altro lato dell'orizzonte un altro sta uscendo allo scoperto. Vivo su questo pianeta da quando sono nata, non ho mai visto la terra e nemmeno i miei genitori. L'epoca in cui l'uomo ancora la abitava risale ai genitori dei miei nonni, le uniche informazioni che ho provengono dalle poche note lasciateci come memorie da loro. Sono abbastanza sicura che se la terra esistesse ancora, non mi troverei a scavare fosse su di un versante montagnoso e, soprattutto, avrei potuto v edere la luna.

"Liza, muoviti! Se ti trovano nuovamente a ciondolare passeremo nuovamente dei guai!" Mi giro in direzione della voce e intravedo mio fratello avvicinarsi a me. Era lercio come sempre, aveva una pala in mano e il sudore gli copriva la fronte.
"Si Toine, lo so. Mi sono solo stancata di dover fare questa vita, tutto qui. Non capisco perché noi dovremmo essere relegati qui mentre quegli aguzzini si divertono tra le mura del palazzo." Antoine mi lancia uno sguardo impaurito guardandosi velocemente intorno. "Quante altre volte dovremo ripetertelo, questa società funziona in questo modo, chi per discendenza ha ereditato le Chain può permettersi di vivere quel tipo di vita. Tutti gli altri, compresi noi, devono accontentarsi di una vita di lavoro e fatica." Aveva un po' di amarezza nel tono di voce, nulla che non facesse trasparire il disprezzo che provava per gli abitanti della valle. "su, torniamo a casa, ormai il sole rosso sta tramontando".

Annuisco e poso gli attrezzi a terra. Mi asciugo la fronte con la manica e osservo per qualche secondo il cielo di Måne, il nostro mondo; la terra dei due soli, la salvezza del genere umano.
<potrò mai sperare in qualcosa di più?> penso prima di voltarmi.

Dopo un lungo cammino arriviamo finalmente a casa, la brezza muove i fili d'erba nel giardino e dalla finestra si intravede mia madre che prepara la cena. Mio padre è nel capanno, intento a finire le ultime faccende e, probabilmente, a costruire qualche altro marchingegno dei suoi <spero solamente che questa volta non esploda> penso tra me e me.

Dopo essermi cambiata e data una lavata mi dirigo nella sala da pranzo, dove sono già tutti riuniti in procinto di mangiare. La stanza è piccola e angusta, esattamente come tutte le altre che compongono la casa. Gli arredi sono pochi e gli unici colori che circondano la stanza sono sui toni del giallo e del grigio.

Mi siedo alla destra di mio padre e inizio immediatamente a mangiare "Liza! Vuoi aspettare che anche noi siamo pronti a mangiare invece di buttarti sul piatto per favore?" Mi rimprovera mia madre. "Scusa mà, è che oggi è stato più faticoso del solito, quindi ho molta fame" rispondo tranquillamente.
"Anche oggi tua figlia si è messa a gongolare sulle ingiustizie della nostra società, ad alta voce soprattutto" inizia mio fratello. "Toine! Spione." Mi agito.

"Quante volte dobbiamo dirti che è pericoloso? E se ti sentissero? Vuoi forse essere eclissata o chissà cos'altro dagli abitanti della valle?" Mio padre alza il tono, si arrabbia sempre parecchio quando viene aperto questo discorso. Purtroppo mio nonno venne eclissato quando lui era ancora picco, tutto solamente perché aveva liberamente criticato il modus operandi degli abitanti della valle. Per questo ora viviamo qui, il più possibile lontano da loro e dalle loro chain. Non ne ho mai vista una in azione, ma so che in qualsiasi caso non vorrei che fosse usata contro di me.

Mi arrabbio, non capisco perché i miei si ostinino ad accettare questa situazione, perché nessuno fa niente? Perché non possiamo ribellarci? "A voi piace vivere così? Sottostare ad una dozzina di persone solo perché hanno ereditato quelle stupide chain e lavorare fino a morire?"

"Stupide chain? Hai idea di cosa stai parlando Liza? Quelle persone hanno dei poteri, che vengono usati per modificare questo mondo, ma anche per punire chi come te ha questi pensieri!" Mia madre è sull'orlo di un collasso, ormai è routine parlare di questo argomento e la discussione si svolge sempre 1vs3. "Perché non possiamo avere anche noi delle chain?" Chiedo per la centesima volta. "Sai benissimo che vengono ereditate, raramente qualcuno esterno alla famiglia reggente ne eredità una e, quando succede, sparisce. Quindi meglio per noi che nessuno ne abbia una." Risponde mia madre un po' più calma. "Ma se avessi una chain almeno potrei ribellarmi a loro, non so, magari il controllo della mente come il venerabile n*7, oppure il potere di generare tempeste come il n*10, oppure..."
"Basta!" Vengo interrotta da mio padre che sbatte i pugni sul tavolo. "Non c'è modo di ereditarle, anche se ci fosse, a meno che tu non voglia morire, non vorresti conoscerlo!"
Termina la frase paonazzo in viso, si alza e si dirige nella sua camera.

Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, fino a quando mia mamma non mi ammonisce "Liza, lo so che questa non è la vita che vorresti e so anche che può sembrare ingiusto. Però devi ascoltare tuo padre quando ti dice che è pericoloso e che è molto meglio così piuttosto che avere un potere e non poterlo utilizzare se non a costo della vita". Mi giro disgustata dal loro comportamento "non so voi come fate a farvi sottomettere in maniera così semplice e non so come facciate tutti ad accettare questa situazione. Io non lo farò e continuerò a cercare un modo per cambiare qualcosa."
Mi alzo e mi dirigo all'esterno, nel giardino. Ormai il secondo sole è sorto e sulla nostra casa aleggia un tenue bagliore blu. Mi hanno raccontato che sulla terra ne esisteva uno solo, ed era arancione. Su questo pianeta ne abbiamo due, uno rosso e uno blu ed entrambi segnano parti diverse della giornata. Per me è la normalità, ma chissà come l'avranno percepita i nostri antenati.

Rimango sdraiata sul prato per qualche ora a riflettere, mi dispiace sempre quando litigo con la mia famiglia, ma non posso fare a meno di pensare che in tutta questa situazione ci sia qualcosa che non va. <possibile che i nostri avi abbiano lasciato la terra per vivere in schiavitù su questo pianeta?> non ci avrei creduto ancora per molto tempo.

La brezza mi sfiora il viso, il tepore del sole blu si adagia sulla mia pelle, <però, sarebbe bello...> penso mente mi addormento.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 03, 2023 ⏰

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