Capitolo 1.

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M: Forza Sol, perderemo il volo se non ti sbrighi.
S: Ma sono le 3 del mattino mamma, chi cazzo si sveglia a quest'ora? avrò dormito un'ora!
M: Avrai tempo per dormire in areo, ora muoviti prendi le valige forza.

Non posso crederci, non posso.. Sbuffai e mi alzai dal letto, portai le valigie all'ingresso e mia madre mi fucilò con lo sguardo. «Cosa c'è ora, mamma?» gli chiesi «Sei in pigiama, non sei lavata ne vestita mi spieghi cosa hai fatto?!» Ok, qua la situazione sta degenerando.

«MA COSA DOVEVO FARE?! Sono le 3 del mattino! Stavo Dormendo?! Non pensavo che dovevamo partire così presto, non mi dici NULLA! scopro di trasferirmi una settimana prima e non mi dici neanche a che ora, mi spieghi cosa vuoi ora da me?!» Dissi in tono poco calmo, mi stavo agitando, tutto ciò che avevo represso in questi giorni sta uscendo fuori facendomi uscire il peggio di me, mi veniva voglia di spaccare tutto.

«Sol, vedi di darti un contegno! Sono tua madre, non puoi urlarmi contro. Il Taxi arriva fra mezz'ora, vedi di essere pronta.» mi disse, ignorando completamente tutte le mie domande, che erano anche poche e giuste, ne avrei molte altre. Tanto non mi dirà mai nulla, ne sono sicura. Andai in bagno e mi feci una doccia veloce, mi vestii con le prime cose che ho trovato in uno dei mille scatoloni. Mi domandavo come la roba sarebbe arrivata in Canada. Di certo non rinuncerò alle mie cose a costo di rifarmi ricomprare tutto, poco ma sicuro.

Indossai un top nero e dei leggis neri, riuscii a trovare un cardigan nel caso facesse freddo, siccome era molto presto, ma il caldo di agosto sono sicura che si farà sentire ovunque. Ritornai in bagno per lavarmi i denti ricordando di aver buttato lo spazzolino chissà in quale valigia.

Imprecai ad alta voce. «Sol, si sta facendo tardi hai finito?» disse mia madre dalla cucina «Non ho lo spazzolino, non posso lavarmi i denti.» Dissi in tolo alto per farmi sentire. «Non importa, mangia una cicca, compreremo uno spazzolino in aeroporto.» Sbuffai, e andai in salone presi il mio zaino con tutto l'occorrente per sopravvivere. Libri, cuffie, album da disegno, kit di matite, la mia pochette con trucchi, e altre cose. Uscii di casa e accesi una sigaretta.

L'aria era fresca davvero a quest'ora, misi il cardigan e uscii mia madre.

«Ancora con questa porcheria?! Ti conviene perdere il vizio prima di arrivare in canada.» non l'ascoltai, ero così stanca di lei e di tutta questa storia. Arrivò il Taxi, che prese le valigie e le mise nel portabagagli, mi sedetti e misi le cuffie all'orecchio, non capivo perché partire cosi presto.. E mio padre.. Sapeva che c'è né stavamo andando? Mi persi nei miei pensieri, nei miei dubbi e nelle mie preoccupazioni.

Il giorno in cui ho imparato a sognare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora