Capitolo 8

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Eira's pov
Il poco sole che filtrava tra le foglie dell'albero, si appoggiava sulla mia pelle in tante macchioline di diversa forma. L'erba fresca sotto di me, accarezzava dolcemente le mie mani, mossa da un vento leggero che faceva danzare lievemente i miei capelli raccolti in una coda di cavallo.
In quel momento di pace, in solitudine, in cui tutto sembrava dissolversi...
"Eira, hai visto Cèline?"
Era troppo bello per essere vero.
La voce di Alyssa, più squillante del solito, irruppe con prepotenza nella bolla che mi ero creata, facendola scoppiare.
Aprii gli occhi alzandomi a mezzo busto guardando la sua espressione preoccupata, inutile dire che vista la stranezza di quella sitiazione, ovvero aver visto per la prima volta Alyssa seria, mi preoccupai anche io.
"Dimmi che l'hai vista" si avvicinò a me con sguardo supplichevole agganciando le sue mani sulle mie spalle.
"Ehm... Alyssa, chi é Cèline?" Avevo quasi il timore di chiederglielo, vista la tanta enfasi con cui mi scosse come se volesse farmi sputare le parole.
"Come chi é Cèline?! La mia gatta con la coda blu!" disse con fare ovvio mettendosi la mano tra i capelli, talmente tanto spettinati, da farmi intendere che quello stesso gesto lo aveva già compiuto altre volte.
Dove a essere davvero disperata.
"Ma non la avevi colorata con la tempera da piccola?" Cercai di distrarla, e per un attimo sembrò funzionare dato che sembrò calmarsi.
"Oh.. si, però l'anno scorso ho deciso di colorarla con la mia tinta per capelli... però non è questo l'importante, aiutami a cercarla!". Urló riportando l'attenzione allo spazio che ci circondava.
"No" risposi secca, illudendomi che mi avrebbe lasciato continuare il mio momento di relax senza problemi.
"Ti prego sono disperata non so cosa fare, e se é andata sotto una macchina? E se l'hanno rubata? E se dei bambini hanno confuso la sua coda per zucchero filato? Oddio mia madre aveva ragione"
"Ok ok ok, ti aiuterò ma datti una calmata"
Sapeva come convincere le persone eh?

La cercammo per circa mezz'ora, ovunque.
Dentro casa, in lavanderia, in strada, in giardino, ma Del gatto al pelo lungo bianco con la coda blu non c'era traccia.
"Oddio dove sarà finita " Alyssa inizió a scuotere le braccia in modo frenetico mentre si guardava intorno cercando di riprendere fiato. Credo che si stesse quasi per mettere a piangere.
"Torna a casa, magari era andata via e ora è tornata" dissi con tono calmo.
"Ok, forse hai ragione, andiamo" iniziò a camminare a passo spedito, o per meglio dire correre, verso il cancelletto.
Non avevo intenzione di andare a casa sua, e se era una trappola per rinchiudermi la dentro e farmi sparire dalla faccia della terra?
Sempre pessimista.

"Eira muoviti!" Dal cancello, la ragazza gesticolava per richiamare la mia attenzione e farmi andare nella sua direzione.
Bhe, ormai la stavo aiutando, non sarebbe stata la scelta migliore lasciarla da sola nella sua bolla di panico.
Una volta arrivate indugiai sullo stipite della sua porta sul retro, quando lei si fiondò al suo interno urlando il nome della sua gatta.
"Ridammela subito!"
"E chi la vuole sto ammasso di pelo bi-colore"
"Dillo, l'hai ancora rinchiusa dentro l'armadio pensando stesse giocando a nascondino con te, vero?"
Aggrottai le sopracciglia confusa e lentamente andai a indagare su quello che stava succedendo. Al diavolo anche le cordialità, neanche lei le aveva mai rispettate.
Ficcanaso.

"Ancora con questa storia? Avevo 11 anni!"
Dopo aver passato un breve corridoio perfettamente bianco, vidi Aidan di spalle che gesiticolava, mentre Alyssa accarezzava la sua gatta bianca a pelo lungo, guardandola con aria preoccupata, mentre lei stava spaparanzata a fare le fusa in braccio a lei.
Aveva davvero la coda blu.
"Beh, Cèline non ne aveva neanche 1 poverina!"
"E comunque..." prese un profondo respiro passandosi una mano tra i capelli.
"Sono arrivato dalla palestra e l'ho vista in strada, ma se non vuoi che io la tocchi la prossima volta la lascio lì"

Non mi dispiaceva che nessuno avesse notato la mia presenza, almeno potevo svignarmela e fare finta che questo imbarazzante episodio non fosse mai successo, magari avrei potuto rimettermi in giardino e continuare a fingere che intorno a me non esistano soggetti del genere.
Mi girai lentamente e mi diressi in punta di piedi verso l'uscita, ce l'avrei anche fatta, se il gatto non fosse balzato giù dalle braccia della sua padrona e fosse venuto da me ad annusarmi.
Dovevi farlo proprio ora? Non potevi rimandare la tua curiosità felina ad un altro giorno Cèline?
"E tu che cazzo ci fai qua?"
Un Ninja vedendomi probabilmente si sarebbe messo a piangere. Avevo appena iniziato la mia missione di fuga, ed ere già finita.

Voltai la testa verso quel troglodita senza cervello ormai rivolto verso la mia direzione e lo guardai con attenzione, mentre si avvicinava a me, talmente tanto lentamente da far sembrare me una povera preda appena entrata di sua spontanea volontà nella tana del predatore.
E il predatore effettivamente lo sembrava: le grandi spalle e il busto erano fasciati alla perfezione da una canottiera bianca, che metteva ancora più in risalto la sua robustezza vertiginosa, contornata da delle vene prorompenti che sbucavano dal tessuto.
Quando scontrai i miei occhi con i suoi, cambiò impercettibilmente sguardo, seguito da un piccolo ghigno al lato della bocca.
Chissà che si inventa ora questo.
"Dato che non mi hai visto a casa tua, sei venuta a cercarmi? So di piacere alle ragazze si, ma non così tanto."
Brutto sfacciato.

"Non avevo altra scelta, sicuramente non sono venuta saltellando tutta contenta perché ti avrei probabilmente visto, cretino."
"Ammettilo che ti mancavo" assottigliai lo sguardo quando il suo volto si avvicinò al mio in segno di sfida, rimanendo però ad una certa distanza.
"L'unica cosa che manca qua é una tua rotella, e poi, mi é bastato e avanzato vederti tre volte! sono apposto per... beh, il resto della mia vita."
"Le conti pure?" il ghigno divenne una risata strafottente, che mi fede rizzare i capelli dai nervi.
"Faccio il conto alla rovescia sperando ogni volta che sia l'ultima."
"Che sia conto alla rovescia o no, non lo sai fare.." si riposizionò in posizione eretta, probabilmente per guardarmi dall'alto.
Ma chi si credeva di essere?
"Le volte sono state due, cretina" questa volta fui io a sogghignare, ridendo tra me e me della sua convinzione.
"Le conti pure?" canzonai, imitando il suo tono di voce con un po' troppa enfasi, mentre aprivo la porta sul retro, cercando di non pestare Cèline che nel frattempo si stava strusciando sulla gamba.
"Oh guarda Eira le piaci!" Disse Alyssa battendo le mani contenta, ma io, ero ancora concentrata sulla voce del troglodita che mi ritrovavo davanti.
"Fuori". Che faccia tosta, mi stava davvero cacciando da casa sua quando lui era il primo che si intrufolava senza preavviso nelle case degli altri?
"Però se te lo dico io non lo fai eh? Beh, io lo faccio subito e con anche tanto piacere, prendi esempio."
Di tutta risposta, senza mai togliere lo sguardo dal mio, chiuse la porta sbattendomela quasi sul naso.
Alyssa, non ti farò mai più un favore.

Come due fiocchi di neve Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora