mille domande

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Giorgia Parisi.
"altro che fortuna" dissi sedendomi al tavolino del bar. "smettila di fare la tragica, sai quante persone lo avranno taggato? anche perché ieri ha giocato" disse Camilla appendendo la borsa allo schienale della sedia. "ti sei contraddetta da sola" dissi mentre lei mi guardava male. "sai cosa intendevo" disse per poi iniziare ad ordinare al cameriere. "comunque, parlando di altro, stasera mi vedo con Giacomo" disse euforicamente. "perché sei così euforica? vi vedete sempre, e sempre fate sesso" dissi alzando le sopracciglia. "non hai capito, andiamo fuori a cena" disse lei guardandomi. "allora le cose si fanno serie" dissi ammiccando. "si ma spero si facciano ancora più serie" disse lei abbassando lo sguardo. "tel'ho detto, goditi i momenti quando stai con lui, non per forza avete bisogno di mettervi un etichetta." dissi appoggiando la mia mano sulla sua. "forse hai ragione, dovrei iniziare a non fasciarmi la testa" disse ringraziandomi con lo sguardo. Dopo aver ringraziato il cameriere per averci servito, mi iniziò a raccontare come si sarebbe vestita e truccata. La mia mente continuava a pensare a quelle dannate foto di Theo, avevo mille domande in testa, ma neanche una riposta. "Ci sei?" chiese Cami in piedi davanti a me. "mh? sisi arrivo" dissi mentre prendevo la borsa dalla sedia. Pagammo il conto, salutammo e uscimmo dal bar. "a proposito" incominciò camilla mettendosi di fianco a me sul marciapiede. "Domenica andiamo in discoteca? è da tanto che non ci andiamo" disse facendomi gli occhi dolci. "si così poi mi lascerai da sola mentre vai a fare cose poco consone con Giacomo? non esiste" dissi scuotendo la testa "giuro che non lo faccio, rimango con te, è la nostra serata" disse incrociando le mani come se stesse pregando. "va bene ok" dissi poco convinta mente le abbassavo le mani. È da tanto che non andavamo a ballare insieme. In questo periodo lei stava sempre con Giacomo e non uscivamo quasi mai la sera da sole, come ai vecchi tempi. Mi ritrovavo sempre a fare la candela ogni volta che uscivamo io e lei, perché "casualmente" lui appariva da nulla. "ma domenica gioca il milan però" dissi controllando il calendario. "Dai giorgia ti supplico" disse guardandomi. "va bene, ma sappi che è la prima e l'ultima volta che salto le partite" dissi ridendo. Avrebbero giocato fuori casa contro la Juventus e volevo sostenerli, anche se da casa, ma a quanto pare non avrei potuto farlo. "A proposito di locale, ho fatta domanda al bar dove lavori tu" dissi informandola. "saremo colleghe" disse lei sgranando gli occhi. "forse, non è ancora detto" dissi ridendo per la sua reazione. Tra una chiacchiera e l'altra arrivammo sotto casa sua, avrei mangiato li, per poi andare insieme al bar dove lavora.

Theo Hernandez.
"basta io mi licenzio" disse Brahim buttandosi sulle poltroncine del privè del bar. Avevamo appena finito gli allenamenti, è come sempre il numero 10 si lamentava per il mal di gambe. "come sei tragico, era solo un po' più pesante del solito" disse Calabria poggiando il telefono sul tavolo. "per te è facile sei il capitano" disse sbuffando "che significa, mica sono un robot eh" disse facendo scoppiare tutti a ridere. Ordinammo i soliti drink e mentre loro parlavano della situazione sentimentale di Davide, io continuavo a pensare se alla prossima partita contro la Juventus, lei sarebbe venuta. Forse aveva ragione Olivier, avrei dovuto chiederle di incontrarci. Ma non lo avrei mai fatto, poiché lei non mi conosce di persona e ovviamente non avrebbe mai accettato. "Theo ci sei?" chiese Olivier nel mio orecchio. "si stavo pensando" dissi rigirando la cannuccia del drink. "si scoprono capacità nuove" disse Brahim ironicamente. "stai zitto nano" dissi ridendo. "À quoi pensiez-vous?" chiese Olivier "no ma lasciatemi fuori dai vostri discorsi eh" si lamento Brahim che non capisce il francese. "Désolé" dissi ridendo. "allora riformulo: a che pensavi?" disse Olivier ancora ridendo. "in realtà a nulla, solo mi chiedevo se alla prossima partita verrà" dissi per poi bere un sorso. "questo non lo so, ma vedrai che prima o poi tornerà allo stadio, ma non puoi sempre mandare delle foto, magari chissà cosa pensa lei, devi farti coraggio, e trovare un modo per incontrarla." disse Olivier. Questa cosa mi fece riflettere più del dovuto, quando tornai a casa, continuai a rimuginare sul discorso di Giroud. Aveva ragione, avrei dovuto fare qualcosa per conoscerla di persona, perché continuare a mandarle foto non sarebbe servito a nulla, ma per il momento era l'unico modo per comunicare con lei. Volevo sapere cosa pensasse lei di questa situazione, se per lei era un gioco o se magari pensava che lo fosse per me. Avevo mille domande in testa, ma neanche una riposta

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ciaoo, scusate se sono stata inattiva.
grazie a tutti per i bei commenti che ho ricevuto🩷
spero che questo capitolo vi piaccia, anche se è un po' corto.
Scusate eventuali errori🩷

una fotografia inaspettata/ theo hernandezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora