Nathan pov's
Ormai sono passati più di tre mesi da quando abitiamo in questo appartamento. Certo, non è molto grande, ma per due persone è quasi perfetto.
Due camere da letto:
una camera matrimoniale, ed una con due letti singoli che abbiamo unito per formare un letto più grande.
C'è una cucina, in cui c'è abbastanza posto per cucinare, e per mangiarci, e un bagno.
Non c'è molto spazio, ma in fondo va bene così.
I soldi che ci siamo portati per trasferisci, tra l'affitto di questi tre mesi, il cibo, ed i libri e le varie cose per la scuola, sono quasi finiti, e almeno uno di noi dovrà trovarsi un lavoro.Il mio sguardo è rivolto verso il soffitto della mia camera da letto, bianco, e la mia mente è solamente piena di confusione e tante paure.
Le mie gambe tremano, le mie dita non stanno ferme, e io sto cercando una posizione più comoda possibile, nel mio letto, che possa farmi calmare.Già, sono le cinque di mattina, e io non sono ancora riuscito a chiudere occhio.
L'ansia mi sta mangiando vivo, mi sta divorando, ed io non riesco a smettere di pensare al fatto che tra alcune ore mi dovrò preparare per andare a scuola, in una scuola che neanche conosco, con persone di cui neanche sapevo l'esistenza, e che non avrei mai dovuto conoscere.Ma la vita infondo è un susseguirsi di eventi che la stravolgono, in meglio ed in peggio. Siamo noi quelli a doverci adattare. Eppure io in questo sono un' incapace. Non mi adatto, non ci riesco.
E come se non bastasse, in questo periodo, mi sento come se la mia mente fosse continuamente stanca, e non trovasse la forza di fare niente, facendomi trovare così senza forze, senza un motivo preciso, e facendomi sentire sempre più insicuro e debole.Mi sento così solo. Nella piena solitudine.
Non quella solitudine che in tanti amano, quella solitudine che ti fa sentire a tuo agio, ti fa stare bene, ma quella che lentamente ti uccide, entra dentro di te, e ti fa vivere nel disagio, in un disagio esistenziale. E la colpa di tutto questo è solamente mia, e dei mostri che ho dentro di me. Ognuno di noi ne ha almeno uno, eppure come fanno gli altri ad andare avanti come se nulla fosse?Mio fratello, Chase, lui ci riesce benissimo, e perché io non ci riesco? Fa di tutto per farmi stare meglio, eppure io sembro solamente un morto che parla.
Una lacrima. Una maledettissima lacrima.
Non ancora perfavore.Cerco di trattenere le altre lacrime con tutte le mie forze, che però non sembrano collaborare, perchè sembrano supplicarmi di farle fuoriuscire.
Ma per quale motivo dovrei trattenerle?Per dimostrare cosa? Che non sono debole? Per dimostrarlo a chi? A me stesso? Ma perfavore.E così mi lascio andare. Faccio uscire qualche verso strozzato, e tutte le lacrime che ho in corpo. Mi copro la bocca con tutte e due le mani, e mi faccio stretto nel mio letto, sperando vivamente che Chase non mi senta.
E così un'altra paura si fa spazio nella mia mente. La paura di ciò che penseranno domani gli altri di me. Le persone sono sempre brave a fare pregiudizi degli altri senza neanche conoscerli, ed io di questo ne ho paura da morire, non voglio essere lasciato solo. Voglio che qualcuno mi aiuti ad uscire da questa bolla che ha creato la mia mente. Voglio che qualcuno mi aiuti.
E così, con solo brutti pensieri nella mente, dalla finestra della camera inizia ad intravedersi un po' di luce, e la sveglia suona.
Lì il mio cuore perde un battito.
"Non ne sono pronto."
La mia mente è capace di ripetermi solo questo.Con la poca forza in corpo, decido di alzarmi dal letto, per dirigermi velocemente al bagno, e chiudermici dentro.
Mi metto difronte al lavandino, e quasi con timore alzo lo sguardo verso lo specchio. I capelli spettinati, non che non lo fossero già di solito, ma molto di più rispetto alle altre volte. Gli occhi rossi, probabilmente per il troppo pianto, e un accenno di occhiaie sotto gli occhi. Infondo me lo sarei dovuto aspettare che sarebbe finita così, ma ci avevo comunque sperato.Abbasso il mio sguardo verso il lavandino, per poi prendere il tubetto di dentifricio e lo spazzolino per lavarmi i denti.
A quel punto Chase entra velocemente nella stanza, con un sorriso stampato in volto, pronto per l'inizio della scuola.
Lo invidio profondamente in questo momento.
Cerco di sorridergli anche io, e lui mi scompiglia un pochino i capelli, come è solito abituato a fare. Nonostante questo, però, non ci scambiamo parola.
Finisco di lavarmi i denti, sciacquandomi poi la bocca con l'acqua, ed esco velocemente dal bagno.Mi dirigo verso la mia camera, ed apro l'armadio. Prendo dei pantaloni neri a vita alta, a palazzo, ed un maglione bianco, largo, che a me personalmente piace molto.
Mi infilo le scarpe, e cerco di sistemare un pochino i miei capelli.Vicino al mio armadio c'è uno specchio, perciò mi dirigo verso di questo, e cerco di capire se l'outfit mi stia meglio o meno, e sorrido al mio riflesso, sentendomi carino per una volta.
Esco dalla mia camera, cercando Chase tra le varie stanze, per poi rendermi conto che probabilmente è già uscito senza di me.
Impossibile. Me lo ripeto continuamente nella mia testa, eppure i fatti dimostrano il contrario. Il sorriso sul mio viso sparisce completamente, e prendendo lo zaino, le chiavi di casa, il telefono e le airpods, esco dal nostro appartamento.Appena sorpasso la soglia del portone di casa, una volata di vento mi scompiglia un po' i capelli, e un brivido mi passa per la schiena, a causa del freddo.
Forse sarei dovuto mettermi qualcosa di più caldo.
E con questo pensiero per la mente, inizio a camminare per dirigermi verso la scuola.Dopo non troppi minuti arrivo davanti al college, pensavo di aver fatto un po' di ritardo, ma al contrario delle mie aspettative, ci sono molte persone fuori la scuola, e dentro. Così, con lo sguardo basso, decido di entrare.
Ed è proprio in questo momento che la mia ansia sociale si fa sentire. Perché sembra che tutti mi stanno guardano? Perché Chase mi ha lasciato solo questa mattina?
Inizio a torturarmi le dita della mia mano destra, mentre cerco la segreteria, per sapere quale materie avrò durante la settimana.
La signora seduta dietro alla scrivania, mi guarda dall'alto verso il basso, iniziamo bene devo dire.
<<Nome?>> Mi guarda quasi schifata.
"In un modo un po' più cordiale no eh?"
È così che le avrei voluto rispondere, ma mi limito al "Nathan Drach".
Cerca qualcosa nel suo computer, stampa un foglio e me lo porge.
<<Grazie>> Mi limito a dire.
Mentre esco dalla segreteria, il mio sguardo ricade su quel foglio.
Matematica.
Insomma, di male in peggio.
Non che la matematica non mi piaccia, e non che io non sia bravo in questa materia, ma averla in prima ora, il primo giorno di scuola, è una condanna.Appena entro in classe, noto esserci ancora poche persone, e per mia fortuna, ci sono ancora due posti nell'ultima fila, quindi senza pensarci un attimo, mi dirigo in uno di questi.
L'unica gioia della giornata, letteralmente.Lentamente la classe inizia a riempirsi, ed un ragazzo prende posto affianco a me.
Si gira subito verso di me, e mi sorride.
Si può notare benissimo che è un sorriso sincero il suo, e non posso fare a meno di sorridergli anche io.Entra nella classe un uomo sulla quarantina.
"Probabilmente il professore di matematica."
Appena varcata la soglia, rivolge uno sguardo a tutta la classe, quasi con superiorità, e si va a sedere dietro alla cattedra.
"Ecco appunto."
Lo guardo meglio, beh è un figo della madonna per essere un professore.
Ma subito dopo mi maledico mentalmente per averlo anche solo pensato.La classe smette subito di far rumore, ed il professore inizia a spiegare un argomento, ma io neanche lo ascolto, come probabilmente quasi tutta la classe. Riesco a prendere voti alti anche senza studiare, quindi non penso sia un problema non ascoltare la lezione.
Poggio la testa sul banco, usando le mie braccia come un cuscino, e mi guardo intorno, sperando che la prima lezione dell'anno passi velocemente.
Il ragazzo che prima si era seduto affianco a me, mi passa un bigliettino.
"Mi chiamo Kalen"<<Nathan>> sussurro per farmi sentire soltanto da lui.
Mi sorride ancora. Possibile che con ogni sorriso riesca a trasmettere così tanta serenità?
Spazio autrice
Lo so che questa storia non la sta leggendo nessuno, però spero che qualcuno possa iniziare a leggerla, e spero che possa piacere.
Ci ho messo molto a scrivere il primo capitolo, però quando mi abituerò di più, prometto che aggiornerò più frequentemente, anche perché ci tengo molto a questa storia, e ci tengo a finirla. 💚
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Even angels can be bad.
RomanceQuando programmi qualcosa nella tua vita, c'è sempre qualcuno, in questo caso, che rovina tutti i tuoi piani, che distrugge ogni singola cosa. E forse è proprio in questo modo che le cose sarebbero dovute andare. Se qualcosa accade c'è sempre un mo...