Persi

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Le prime due settimane di scuola furono veloci e mi permisero di affrontare la nuova vita a cui stavo andando incontro intrepidamente, naturalmente la materia scolastica che preferivo era il francese, viste le mie evidenti lacune in italiano...come biasimarmi, parlavo italiano di rado e non ero mai stata sottoposta a verifiche o spiegazioni di grammatica.

Non che la buona volontà mi mancasse ma l'idea di rimanere incollata a una sedia per circa otto ore non era così invitante, figuriamoci svolgere il doppio lavoro rispetto agli altri.

Il liceo era incredibilmente grande e anche le aule erano spaziose.

Appena arrivata conobbi una ragazza biondina, dagli occhi castani e il corpo snello e definito, per la prima settimana non mi parlò e sembrava intenta solo a studiare.

Fui io a decidere di rivolgerle la parola dopo un dibattito in classe, affrontato nello specifico da me e l'insegnante.

Mi guardava meravigliata e non vidi l'ora di raccontarle i primi giorni passati lì.

Non che non potessi farlo anche con Lia, Sebastian o Malcolm ma quella ragazza aveva i modi talmente fini ed aggraziati da farmi credere inizialmente di essere una mia connazionale.

<<Sono madrelingua, non ho nessuna dote innata. >> Le confessai ricevendo in cambio un sorriso radioso.

Se prima di allora il tempo scorreva veloce, in seguito, una giornata di scuola arrivava ad essere quasi piacevole.

Mi disse di chiamarsi Melissa, la sua carnagione diafana metteva in risalto i suoi capelli lucenti ma lo sguardo arcigno che spesso mostrava al resto della classe mitigava notevolmente i suoi colori accesi.

No, non al resto della classe ma a una persona in particolare, un ragazzo.

Quel famigerato e celebre amico sulla bocca di tutti, quel ragazzo che portava il peso dell'intero istituto sulle spalle e non esagero.

Oltre che poi quello di diecimila followers sui social media.

Pensai fosse triste ridurre il momento d'incontro e socializzazione a semplici speculazioni insulse o sguardi allusivi e pensieri avulsi e per nulla condivisibili col resto del mondo...ma non mi intromisi, non era il momento né il luogo.

Pensai anche che non avrei neanche dovuto esprimere giudizi o conclusioni troppo affrettate, visto il mio appariscente modo di vestire.

Quel giorno, ad esempio, indossavo una cintura rivestita di perle e degli eleganti pantaloni a palazzo...per cui, mi chiesi, chi ero io per giudicare?

La connessione tra i due però era palpabile, lei gli dedicava gran parte del suo tempo e lui, custodiva avidamente il suo prezioso tempo regalando a lei o a me, talvolta, sorrisi illusori.

Le sue labbra guizzavano in una curva che lasciava troppo poco spazio all'immaginazione, sperai che le mie espressioni contrariate avessero agito per me mettendo la situazione in chiaro...fino a quando non avessi voluto, di proposito, divertirmi un po'.

Intenzione che naturalmente non apparteneva a Melissa, la quale, iniziò a interloquire con me sempre più spesso rivelandosi empatica ed interessante.

Le raccontai il mio arrivo in città tralasciando numerosi aspetti fondanti.

Ne fu sorpresa, allietata e intimorita al tempo stesso.

Ma cosa potevo farci, la mia indole...o la mia maschera mi esortava a cogliere ogni momento adatto per mettermi in mostra.

Intanto, il mio rapporto con Lia sembrò cambiare radicalmente assumendo lati e sfumature diversi da quelli bizzarri da cui eravamo caratterizzate da piccole.

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