capitolo 1

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"alyssia, muoviti è tardi" urlò mia madre dal salone, questo sarebbe stato il mio primo giorno di college alla Harvard University, ero emozionata, non avevo dormito molto bene la scorsa notte per l'emozione di cominciare questa nuova avventura, il mio più grande sogno sarebbe diventato realtà, fin da piccola ho sempre voluto diventare un avvocato di successo e aiutare le persone che ne avevano bisogno.

"alyssia devo venire io a svegliarti?" "arrivo mamma un secondo", mi decisi di alzarmi e andare sotto la doccia, magari l'acqua calda avrebbe sciolto il nervosismo, una volta lavata mi applicai la mia solita crema alla vaniglia, era una sorta di droga per me, adoravo profumare e sentirmi pulita, i capelli me li lisciai come al solito con la piastra, erano castani e lunghi fino al fondoschiena, per cui mi trovavo più comoda a lisciarli, anche se lo erano già naturali, indossai i miei soliti jeans chiari alti e una camicetta bianca.

Scesi giu in salone pronta per partire "finalmente c'è l'hai fatta" disse mia madre con il suo solito tono freddo "mi stavo lavando.. possiamo andare" prese la macchina e partimmo, abitavamo in un quartiere di new york , quindi il viaggio per boston non sarebbe durato molto.

Durante il viaggio rileggevo accuratamente la lista con le cose da fare appena arrivata, si, ero fissata con le liste e sulla puntualità, fu un viaggio silenzioso e lungo.

Arrivate a boston ne fui entusiasmata nessuna foto su google poteva battere la vista dal vivo, era una struttura enorme con il verde delle piante attorno, scendemmo dalla macchina e ci direggemmo all'interno del dormitorio, era molto pulito e ben ordinato, c'erano tanti genitori con altrettanto figli già davanti le loro stanze "quale hai detto che è il tuo numero di stanza?" "la B12". Arrivate alla mia stanza la aprimmo è rimasi sbalordita, era una stanza grande con due letti matrimoniali a due lati del muro due scrivanie due armadi enormi e il parquet color beige, notai poco dopo che c'era una ragazza all'interno "ciao, molto piacere di conoscerti io sono margot" disse la ragazza con un sorriso da capogiro "ciao piacere..ehm io sono alyssia e lei è mia madre charlotte", "salve signora, peccato i miei genitori sono andati via poco fa.. spero davvero che diventeremo grandi amiche", "ehm.. ma certo" fossi con un sorriso, ero abbastanza timida, mi voltai verso mia madre "va bene mamma, se vuoi andare io sono apposto", "va bene tesoro, ricordati di non farti distrarre da nessuno e rammenta del perché sei venuta qui è quanti sacrifici abbiamo fatto" "ma certo mamma, non preoccuparti andrà tutto bene, come da programma" "d'accordo ci vediamo allora" mia madre andò via salutando anche la mia compagna di stanza, "tua madre sembra simpatica" disse "beh si, qualche volta" dissi incerta.

Si fece sera e ormai avevo disfatto le valigie, poi io e margot nel pomeriggio siamo andate a una caffetteria nel campus a prendere un caffè, parlando delle nostre vite, mi raccontó che proveniva da una famiglia benestante e aveva scelto questa università per diventare una dottoressa, dopo la morte del nonno, aveva un ragazzo di nome noah e stavano insieme dai tempi delle medie, lui aveva scelto tale per diventare un architetto come il padre, quando eravamo in caffetteria avevo notato gli sguardi che le venivano concessi, ma come non darle torto era alta 1.70 bionda con i capelli boccolati oltre le spalle e un corpo perfetto, mi raccontó che aveva fatto la Cheerleader al liceo, quindi era abbastanza ovvio del perché avesse quel fisico, dopo quel pomeriggio trascorso a chiacchierare e passeggiare ritornammo nel dormitorio.

"e quindi mi stavi dicendo che non sei mai stata fidanzata?" disse "no, non mi è mai piaciuto nessuno, ed ero troppo concentrata a studiare e a fare corsi extra scolastici per potermi concertare anche su un ragazzo" dissi, chiaramente imbarazzata perché a 18 anni ancora non avevo dato nemmeno il primo bacio " non preoccuparti scommetto che qui di ragazzi belli c'è ne sono a bizzeffe" disse con facendomi l'occhiolino, " non credo, voglio diventare un grande avvocato e per poterlo fare non credo che potrò concedermi questo lusso", "ascoltami l'amore viene e basta e..." qualcuno bussó alla porta interrompendo per fortuna ciò che stava per dire , apparse sulla porta una ragazza dai capelli neri corvino corti sulle spalle e due occhi verde oliva "ragazze, se volete questa sera ci sarà una festa alla confraternita per l'inizio di questo anno, se volgere venire ci stiamo organizzando per i passaggi", " non credo che.."cominciai a dire, ma margot mi interruppe dicendo "ci saremo, tra quanto dovremmo andare ?", " per le 9:30 circa, qui fuori", "perfetto grazie mille" sorrisero entrambe e quando la porta si chiude mi rivolsi a lei " sei per caso impazzita? Io non sono mai stata a una festa e non ho intenzione di cominciare ora" "dai ti prego sarà divertente, solo per stasera" disse facendo gli occhi a cucciolo, mi arresi "e va bene..., ma non dobbiamo fare troppo tardi" margot si alzò e comincio a battere le mani contenta, mi fece ridere per quanto era buffa.

"non ho nulla da mettermi.." dissi rassegnata " tieni prendi questo vestito starai una favola", era nervo con la scollatura a cuore è così corto da farmi raggelare il sangue "ehm.. passo, credo che metterò dei jeans e una felpa" "io non te lo permetto signorina, è una festa e per ciò ti gestirai da stra fica", non mi sono mai sentita bella, ho sempre avuto più forme delle altre mie compagne, come se mi stesse leggendo nella mente si rivolse a me e disse " sei molto bella alyssia, non hai nulla che altre non possano invidiarti, ti truccherò io e magari avrai la consapevolezza di quanto vali" quelle parole mi scaldarono il cuore, così mi lasciai fare di tutto, mi trucco mettendo l'eyeliner e un'ombretto azzurrino che riprendeva il mio colore degli occhi e un rossetto color rosso ciliegia, indossai il vestito e notai quanto mi stesse bene e mi entrasse poiché non avevamo lo stesse fisico, mi fece i boccoli ai capelli e ci solo tantissima lacca " pronta" disse con entusiasmo, mi guardai allo specchio e non mi riconoscevo, mi sentivo bella, così sorrisi " manca il tocco finale" disse e mi porse degli stivali con tacco 12 " sei impazzita per caso! Io quelli non li metto" " invece lo farai altrimenti il look sarà rovinato", dopo 10 minuti di discussioni mi arresi alle scarpe e le indossai, "sono le nove e venti, sarà meglio conciare a uscire" disse, lei aveva un tubino rosso con una scollatura sul retro, dove si intravedeva il tatuaggio, era una rosa nera con tantissime spine, ne rimasi affascinata. Una volta fuori incontrammo la ragazza di ogni e salimmo nella sua station wagon blu, dopo circa 10 minuti di viaggi arrivammo a una villa a tre piano gialla, al di fuori c'erano ragazzi ubriachi, quando entrammo rimasi sbalordita dall'arredo menti moderno, c'erano divano bianchi di pelle, Parquet del medesimo colore è una cucina colpa di bicchieri e bevande alcoliche di ogni tipo, io e margot optammo per uscire nel giardino, c'era una piscina e é vari gazebi, "ti va di bere qualcosa per rallegrare la serata?" mi disse, ma rifiutai l'offerta poiché non avevo mai bevuto è sicuramente non avrei cominciato ora " e dai ti prego, non fare la noiosa" mi disse con un sorriso così accettai "solo un drink e basta" lei sorrise e sparí all'interno della dimora, mi sentii sola, così decisi di sedere su una della sdraio libere poco distanti dalla piscina "quello è il mio posto, spostati" sentii una voce maschile alzai lo sguardo e notai subito di quanto fosse bello, aveva i capelli neri e lisci tirati all'indietro una giacca di pelle nera con una maglietta bianca sotto, dei jeans neri strappati e gli anfibi e due occhi color oceano "s-scusa, non lo sapevo.." dissi con voce tremante "okay allora spostati" disse scorbutico, quasi da farmi infuriare, così mi alzai e lui si sedette " non credo di averti mai vista, sei al primo anno" "che ti importa?" dissi distaccata "okay okay calmati ragazza, mica ti ho chiesto di scoparmi.., ma nel caso tu voglia io sono libero" disse con un sorriso e notai della sua fossetta "sei un'idiota"  mi allontanai e per sbaglio mi scontrai con margot "che succede? Perché sembri nervosa?" "ho appena incontrato il peggior idiota della storia, possiamo andarcene per favore" dissi supplicante "certo". Dopo 30 minuti tornammo al dormitorio, mi struccai e mi infilai il mio amato pigiama di stich, amavo quel cartone, fin da quando avevo 5 anni, è l'unica cosa bella della mia infanzia. Spensi la luce e crollai poco dopo.

him, her and me Where stories live. Discover now