Ogni riflettore del teatro, stava puntando a quella figura leggiadra ed elegante che si stava esibendo sulla ribalta con grandiosa raffinatezza. Le sue mani seguivano i fianchi che ondeggiavano a ritmo della musica; anche le gambe non erano mai ferme: era difficile seguire ogni dettaglio con estrema precisione perché bastava anche solo distrarsi per qualche secondo che alcuni movimenti erano rimasti impercepiti, rovinando la "theatre experience".
Vorticava nell'aria, volteggiando su stessa, librandosi con la stessa leggiadra di un insetto: difatti il suo costume ne ricordava l'aspetto; aveva queste antenne che sporgevano dal capo che toccavano fino a terra e possedeva due occhi completamente nero pece. Il suo abito color magenta rifletteva le luci dei proiettori, e non faceva altro che ammaliare la platea, completamente incantata dai suoi movimenti. Teruo, che era lì solo per fare da guardia alla zona, si ritrovò destabilizzato dalla performance della ragazza. Tirò giù le gambe dalla sedia, su cui era del tutto spaparanzato, quasi in modo irrispettoso, facendosi lanciare diversi sguardi dalla sicurezza del teatro. Dalla sua barcaccia – che era posizionata nel lato destro più alto, rispetto alla cantante – era possibile vedere sia la platea, che la ribalta, senza problemi di torcicollo. Continuava, nel mentre, a masticare una gomma, essendo che in teatro era severamente proibito fumare ed era impossibile per un iperattivo come lui non avere qualcosa con cui eliminare lo stress. Le parole che pronunciava, una volta aver aperto le labbra rosso scarlatto, erano di una lingua assai familiare a Teruo, che fece richiamare dentro al gangster, alcuni ricordi che avrebbe voluto volentieri seppellire. Nonostante ciò, non faceva altro che pendere dalle sue labbra.
Le melodie rasseneranti ma allo stesso tempo così inverse a quello che erano i suoi gusti, sbloccò in lui, una miscela di emozioni che ancora doveva decifrare correttamente. Era ribrezzo? Piacere? E come poteva mai piacergli un'opera lirica? Non era su quella sponda, eppure sentiva che anche se non l'aveva nemmeno ancora conosciuta, la ragazza che si stava esibendo era sicuramente sulla sua stessa lunghezza d'onda. La bellezza dell'essere quasi angelico, non permise agli occhi di Teruo, di fermarsi dalla visione dello spettacolo, quasi come se fosse stato ipnotizzato da quelle movenze e da quel canto soave. Si frustò con un ceffone in piena faccia, cercando di rinsavire e tornare sul pianeta terra. Distolse lo sguardo dal palco, cercando di evitare il contatto visivo con la figura che si stava esibendo in quel momento. Seppur ogni persona presente all'interno di quel teatro fosse per antonomasia, l'antitesi di quello che era il carattere di Teruo, vedeva in quella ragazza un qualcosa che non aveva mai visto prima. Sputò la gomma da masticare nel cestino più vicino e si gettò fuori dalle tende.
Teruo era uscito dalla barcaccia, attendendo che la platea si svuotasse. Una volta che vi erano rimaste, sì e no, una decina di persone, salì sulla linea della ribalta, nonostante fosse vietato, e cercò di raggiungere i camerini. Con molta attenzione, cercò di sgattaiolare vicino al sipario, cercando in qualche modo di nascondersi al suo interno, raccogliendo a fagottino parti del tessuto. Riuscì in qualche modo ad arrivare alla porta di quello che supponeva fosse il camerino dell'attrice. Quando i tecnici della luce non furono più in quella zona, si precipitò sul lucchetto, spiando al suo interno, accertandosi che lì dentro ci fosse la persona che tanto cercava. Dentro di sè, si ripetè: "Ma cosa mi sta portando a fare una cosa del genere? Avrà già un uomo?" amareggiato e fin dall'inizio privo di speranza. La porta gli si aprì improvvisamente davanti agli occhi e Teruo rimase paralizzato.
«Mi stava spiando?» chiese la persona che era uscita dallo stanzino. Nonostante non l'avesse mai sentita parlare, riuscì immediatamente a capire chi fosse grazie al suo accento tipico. Si rimise in posizione eretta di scatto, guardando la ragazza di fronte a sè quasi congelato, privo di una lingua parlante. Teneva una chioma folta color vivo magenta e vestiva questa vestaglia di un tessuto vellutato.
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Le Fantôme de l'Opéra
RomantikAESTHETIC MADE BY @Mizuki_Grime [THIS IS A STORY MADE IN COLLABORATION WITH @Mizuki_Grime that uses my OC "Teruo" and her OC "Xinsu". ] Teruo, a member of a gang in Japan, is visiting a theatre so that he could guard the zone around there. But when...