capitolo 1

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«lasciami andare brutto schifoso cosa vuoi da me» urlai vicino a Tom, quello schifo di persona «zitta lurida troia, non urlare o succederà di peggio» ogni giorno succedeva sempre di peggio, ed io di lui avevo paura, tanta ma non davo a vederlo
«ragazzi prendetela e portatela di sopra» scoppiai a piangere «Tom perché mi fai questo, cosa ti ho fatto» lui venne vicino a me e mi sbattè al muro molto violentemente «devo ricordati cosa mi ha fatto passare la tua famiglia? Solo elr dei stupidi soldi?» ripiansi di nuovo e mi accasciai a terra, volevo scomparire in quel momento, già conoscevo Tom e l'ho sempre odiato, ma ora era del tutto cambiato, al posto dei dread portava delle freccine nere con una bandana bianca «non fare la vittima altrimenti non mi fermerò al primo schiaffo» era davvero violento con me, ed io non potevo non dirgli di no, aveva degli aiutanti che ogni giorno abusavano di me o mi picchiavano, bastava una mossa sbagliata che per me era la fine «vieni con noi stronza» mi presero per le braccia e mi portarono in una stanza buia, solo con una lampada

cominciarono a picchiarmi con delle cinture, faceva male, malissimo, piansi in modo disperato, li supplicai di smettere ma alle mie suppliche loro continuarono imperterriti, vedermi soffrire sotto i loro occhi per loro era una vittoria, invece per me una tortura, avevo lividi e graffi per tutto il corpo sopratutto sulla schiena

Continuarono per mezz'ora finché Tom non venne «nel lavoro ragazzi, potete andare» feci per andarmene ma lui mi tirò dal polso «dove credi di andare, non è mica finita» sorrise in modo malizioso, mi stese sul lettino ed io mi ribellai per la prima volta «Tom non lo farò» alle mie parole mi tirò uno schiaffo fortissimo «come dici brutta Troia?» io presi coraggio e gli diedi uno schiaffo «come ti permetti, non te la farò passare liscia» mi prese in braccio ed io mi aggrappai a lui ma in quel momento si fermò «che c'è hai un debole per me?» dissi sussurrando al suo orecchio dandogli dei baci sul collo, la mia tattica era quella di farlo eccitare per poi trovare un modo per scappare, continuai a baciargli il collo, lo vedevo immerso nel piacere, quando lui mi sbattè al muro e mi incintó a continuare, non me lo feci ripetere due volte e gli diedi svariati baci per tutto il collo

gli accarezzai le labbra con un dito, e mi avvicinai al suo orecchio leccandogli il lobo, cacció un leggero gemito di piacere, appena lo vidi con gli occhi quasi chiusi mi allontanai dalla porta lentamente ma lui appena non sentii più le mie labbra sul suo collo se ne accorse, mi riprese dal braccio e mi bloccó con i polsi al muro «mocciosa del cazzo, penavi che facendomi eccitare saresti potuta scappare? Ti sbagli» continuai a guardarlo negli occhi, era piuttosto affascinante anche se mi faceva molta paura. Senza accorgermene mi prese dai fianchi e mi fece distendere a terra con il suo corpo sopra il mio, mi osservó per svariati minuti finché non mi ordinó «levati la maglia che non vuoi che faccia di peggio» obbedii, con "faccia di peggio" intendeva "se non vuoi che ti picchi fino alla morte" ed io non volevo morire, non alla mia giovane età di 19 anni

iniziò a baciarmi delicatamente il mio petto, cosa che non aveva mai fatto, non in modo così delicato, ero immobile sul pavimento gelido, che mi provocava dei brividi sul tutto il corpo quasi scoperto. Non potevo fare nulla in quelle situazioni, sapevo che Tom mi voleva solo per il suo svago, con me si divertita semplicemente, sono sicura che tutti lì fuori per la mia scomparsa saranno preoccupati, ed io ero lì da ormai quasi un mese, ero esausta di quel posto, era brutto e buio, non vedevo la luce del sole da troppo «Livia, guardami» Tom che mi chiamava con il mio nome? Era la prima volta «puoi andare, per oggi va bene così» non era mai successo, era la prima volta che Tom mi lasciava andare senza violentarmi o stuprarmi

Mi alzai recandomi verso la porta mettendomi la maglia, mi girai verso Tom che era dietro di me, rimasi immobile per qualche secondo a guardarlo, gli feci un leggero sorriso, che venne ricambiato, mi sorrideva solo quando era soddisfatto del suo lavoro effettuato sul mio corpo

Con non so quale coraggio mi avvicinai a lui, avevo paura si ma quando era "gentile" non tanta «Tom, quando potrò andare via?» lui le braccia per metterla incrociate e d'istinto mi coprii il viso «scusami non volevo Tom, scusa, per favore non picchiarmi» mi venne vicino «non voglio picchiarti, non avere paura di me» lo guardai distrutta «come faccio a non avere paura di te? Ho la costante paura di poter essere violentata o picchiata da te o dagli altri, perché, cosa ho fatto di male Tom?» lui alle mie parole sembrava dispiaciuto ma levo subito quel broncio dal viso

«Livia vai di la, ne parleremo poi» mi allontanai e scoppiai a piangere, cosa avevo fatto di male per meritarmi questo?

wanted - Tom Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora