Strage dei Georgofili, Firenze 1993

21 0 0
                                    

Provate a raccontare un fatto di cronaca ispirandovi a un filmato amatoriale. Raccontate quanto succede con un io qualsiasi scegliendo un punto di vista insolito.

"Le macchine sono state costruite per l'uomo, non per nuocergli" sentii dire una volta. Rimasi colpito da questa affermazione, identica a quello che anche io credevo, così simile alle mie convinzioni.
Purtroppo però, ho dovuto ricredermi.
Ho sempre fatto quello che mi si comandava di fare, senza obiezioni. Questo, per uno come me, è un bene. Nell'ambito in cui ho lavorato io, rifiutarsi di fare qualcosa è l'inizio della fine. Finisci male se ti opponi, lo sapevamo tutti. Ho sempre obbedito e tutto è sempre filato liscio. Cosa nostra non scherza, e quando lo fa, fa battute che non fanno ridere.
Presso di loro io mi occupavo degli spostamenti e ne facevo di ogni genere, non ho mai chiesto molto in cambio. Mi bastava continuare a viaggiare.
Era fine maggio quando siamo arrivati a Firenze, faceva un gran caldo ma era comunque piacevole starmene fermo ad aspettare.
Alle otto di sera c'è un gran via vai di persone da tutto il mondo, soprattutto agli Uffizi, proprio nel cuore del centro. Prima di allora non li avevo mai visti da così vicino, è stato emozionante. E poi le prime luci della sera e della notte, uno spettacolo magico se visto dalla mia prospettiva.
Poi è stato un attimo, un lampo di luce abbagliante, come quella di due fendinebbia piantati negli occhi. Un rumore sordo di un gigante che crolla.
Urla, tante urla.
Ero confuso, ma più cercavo di concentrarmi, più che tutto sfuggiva alla mia comprensione. Io non c'ero più. O almeno, c'ero, ma ero ovunque. Su portoni, muri, addirittura sui tetti. In testa mi rimbombava solo la frase che avevo sentito dire una volta: "Le macchine sono state costruite per l'uomo, non per nuocergli."
Ero io che avevo provocato tutto quell'orrore e nemmeno lo sapevo. Mi avevano imbottito di 277kg di esplosivo e io non lo sapevo. Stavano pianificando di distruggere, annichilire e deflagrare la loro stessa storia, e io non lo sapevo. Mai avrei pensato di vedere come uomini potessero fare questo ad altri uomini. Non potevo oppormi, perché chi si oppone, è perduto. Ma se lo avessi saputo, avrei forato sui viali di circonvallazione, avrei perso olio prima di entrare in autostrada, semplicemente quella mattina, non sarei partito.
No, le macchine non dovrebbero mai nuocere all'uomo, ma quel giorno io ho ucciso due bambine, i loro genitori e uno studente, io che da macchina ho sempre servito, ho sempre fatto quello che dicevano. Io, quel Fiat Fiorino con 277kg di esplosivo in pancia.
"Le macchine sono state costruite per l'uomo, non per nuocergli" ma è l'uomo che nuoce all'uomo, non le macchine.
L'uomo abbatte, distrugge e frantuma.
Quel giorno di un 27 maggio qualunque fu l'uomo e non la macchina a nuocere ad altri come lui.

"Le macchine sono state costruite per l'uomo, non per nuocergli".

Esercizi di scrittura Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora