A Jeich le strade si diramano come serpenti che si attorcigliano tra i grattacieli e sembra che facciano a gara a chi arriva per primo a toccare il cielo.

I quartieri non sono ben ordinati come a Nub, la Città del Sole

Qua, a Jeich, iniziano in un settore della città, si interrompono, e poi inziano in una locazione completamente diversa.
A volte lontana di chilometri.
E per i turisti può essere difficile orientarsi, capire in che quartiere si trovino. Se sono capitati a Kenko o ad Yilt, che si trovano ai due estremi opposti della città.

Ma tutte le vie alla fine conducono al centro, il Quadrante. Il cuore di Jeich.
Il motivo per cui è ritenuta la città più avanzata del continente.
La Città del Libro.

Ma non è lì dove mi sto dirigendo sta sera.
Oggi il mio obbiettivo è quello di non farmi notare, ma lo trovo difficile quando ci sono pattuglie ad ogni svolta e angolo.
Di solito è facile scomparire per le strade di Jeich, un fiume di gente affluisce costantemente per i marciapiedi. A qualsiasi orario.

Ma se questa notte venissi beccata-

Mi infilo in una via che ha smesso di avere un nome da tempo Da qua la smetto di nascondermie cammino liberamente.

Jericho

Ive

Deva

Seguo le insegne a neon dei negozietti. Alcune lettere si spengono e si accendono continuamente, ma questo non mi impedisce di avanzare tra rifiuti gettati a terra e pozzanghere.
Conosco questo posto come le tasche dei miei pantaloni (di pelle tanto per chiarire).

Arrivo ad una boutique incastrata tra un ristorante tipico di Utik, la Città del Tempo che ha spento i fornelli da ore e una videoteca chiusa da almeno dieci anni.
Busso.

Tock Tock.

Pausa.

Tock tock tock.

Nell'attesa che qualcuno venga ad aprirmi, appoggio la schiena alle porta in vetro. Nascondo il naso nel mio trench e mi guardo attorno.
Il silenzio sovrana lungo la via che si conclude con un muro, che la separa dal resto della città.
Solo per sottolineare che se la cercassi sulla mappa della città, non sarebbe segnata.

Non è proprio l'attrazione principale di Jeich.
Un tempo sì però. Quando il Quadrante era ancora in fase di costruzione, era qua che i turisti venivano: pullulava di vita, non c'era bisogno di nascondersi.
Tutti erano ammessi a Fuup, la Via dell'Incontro, come la chiamavano un tempo.

Ma adesso fa schifo. È abbandonata a sé stessa e non posso incolpare nessuno. È qua che hanno installato i canali di scolo. La puzza di merda copre anche il profumo degli aromi del ristorante di fianco..

Come ci si aspetterebbe, questo non è un luogo dove una ragazza che frequenta l' Amens dovrebbe trovarsi. Ma eccomi qua a gelarmi il culo.

Quasi non perdo l'equilibrio quando la porta si apre.
"Sbrigati." una voce burbera riempie il silenzio e due mani mi prendono per le spalle, trascinandomi dentro la botique. Se così si può definire un buco pieno di manichini impolverati e vestiti datati.
Ma Plera è una donna -o meglio, orco- testarda. Non chiuderà questa catapecchia, cascasse il mondo.

Porterà avanti l'azienda di famiglia e costringerà a fare lo stesso a Gris, suo figlio e bla bla bla. Stronzate del genere.

Chiude la porta con un tud e poi con un click.
Plera si piazza davanti a me, la sua sagoma delineata dalle luci a neon colorate.
Così non riesco a vedere il suo bel volto, solo la sua altezza e muscolosa forma.

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