Harry sa tre cose; la festa è un casino, la compagnia è una merda e vuole tornarsene a casa. L'unico problema è che quella è la sua casa.A Harry piacciono le feste, gli piacciono anche parecchio. Gli piacciono i concerti e le festicciole con i suoi amici, gli piace la birra, la musica e l'odore delle canne anche se non fuma, e gli piace quando la sua migliore amica viene a stendersi sulle sue gambe quando ha bevuto troppo.
Ma odia le feste a casa sua, soprattutto se sono organizzate da sua sorella, perché, tra le varie, odia anche sua sorella. Odia il suo modo di fare, l'atteggiamento altezzoso, come gli tiri i capelli senza motivo come se fosse ancora una bambina, e più di tutto odia il suo cerchio di amici.
Sono tutti di due, tre anni o poco più grandi di lui e questo non gli crea nessun problema, ma se Dio o chiunque sia decidesse di raggruppare in un unico posto le persone più fastidiose e incivili della terra, allora avrebbe creato quella festa.
La cosa peggiore è che non può neanche andare a chiudersi in camera, perché quando prima ne ha aperto la porta ci ha trovato una coppia intenta a fare cosacce nel suo letto. Il suo, che di sesso non ha mai visto neanche l'ombra. Harry vorrebbe essere un ragazzo un po' meno pudico e un po' più spigliato, ma non ha avuto la forza di cacciarli da lì. Anche perché una macchia bagnata aveva già fatto la sua comparsa sulle sue coperte e le orecchie di quei due sarebbero probabilmente state sorde ai suoi capricci.
Ecco che quindi ora se ne sta frustato come una merda con una birra in mano perché è l'unico alcolico che gli piace, schiacciato al limite del divano mentre una coppia limona accanto a lui (Harry non ha niente di male contro chi si bacia e chi fa sesso, ma non capisce perché la gente debba farlo così vicino a lui. Ha praticamente i gemiti di quella tizia sul collo. Gli fa ribrezzo).
«Niall» prova di nuovo portandosi il telefono all'orecchio. La musica ad alto volume rende impossibile sentire qualcosa per cui prova ad allontanarsi verso un posto più silenzioso, ma in bagno ci sono due ragazzi che fanno a gara a chi piscia più lontano dalla tazza del cesso e gli sta riuscendo disgustosamente bene. Vedere quelle scene lo fa imbarazzare di essere un maschio.
Arriccia le labbra all'odore aspro e gira i tacchi. La cosa peggiore e sapere che domattina dovrà pulire tutto lui; sua sorella non si è mai mostrata accomodante nel dividersi le pulizie.
«Niall mi senti?».
Finalmente una risposta.
«Ti ricevo forte e chiaro».
«Grazie a Dio qui prende». Sta camminando in tondo appena fuori la porta di casa, respirando l'aria fresca e umida che si è creata dopo la pioggia. In confronto alle condizioni dell'interno, qui fuori gli sembra il paradiso.
«Posso venire a stare da te?».
«Lo sai che ti direi di si, ma sto facendo ripetizioni a mia sorella».
Hamy fa una pernacchia col naso, come,sempre quando fiuta una bugia. «A mezzanotte? E questo ti impedisce di farmi venire? Ci credo poco».
«Ok, non sto dando ripetizioni a mia sorella». Dal telefono sente una squillante risata femminile e poi un «ciao Harry!» acuto e divertito. Harry riconosce al volo che non è la voce di sua sorella. Poi di nuovo la voce di Niall. «Ti farei venire ma stiamo facendo cose importanti...».
Alza gli occhi al cielo. «Giusto. Se scappo dal sesso a casa mia non posso andare da quel morto di figa del mio migliore amico».
«Non sono un morto di figa» protesta subito. «E forse tu non dovresti scappare dal sesso. Fatti coraggio e afferra il toro per le corna, che vorrebbe dire trovare un bel ragazzone e proporgli un-».
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Silver Tongues | Larry Stylinson
Fiksi PenggemarUna festa, qualche birra e una figuraccia che riguarda sperma e pantaloni portano Harry, sedici anni appena compiuti e faccino impeccabile, ad avvicinarsi a Louis, cotta dell'intera scuola (lui non fa eccezione), ragazzo dall'incredibile autostima e...