Il cadavere insanguinato di un giovane uomo giace sul mio portico.
Abbasso lo sguardo prima sul cadavere, poi davanti a casa mia. È una mattina tranquilla. L'appartamento all'altro lato della strada proietta una lunga ombra nera sul marciapiede di fronte a me. Le bignonie selvatiche nella siepe frusciano nella brezza, e sussurrano tra loro in un modo che gli umani non possono decifrare. Da qualche parte, in lontananza, sento il rumore dei camion a lunga percorrenza che raschiano il manto stradale. E c'è un cadavere nel bel mezzo delle scale davanti a me.
Di solito, ai nostri occhi, un cadavere è sempre una presenza stranamente scomoda. Ma questa volta è diverso. Questo cadavere si fonde col paesaggio, diventando un tutt'uno con il pacifico scenario mattutino di tutti i giorni. Dopo un po', ne capisco la ragione. Il petto del cadavere si alza e si abbassa debolmente. Non è un cadavere, è vivo.
Guardo il giovane. È tutto vestito di nero. Cappotto nero a collo alto, completo a tre pezzi, cravatta nera. Le uniche cose non nere sono la camicia e le bende attorno alla sua testa. Queste ultime sono di un colore screziato di bianco e rosso. Questo schema di colori mi ricorda alcuni inquietanti caratteri profetici cinesi. Il punto in cui giace, è il centro delle scale che conducono al mio portico. Le macchie di sangue che scendono giù per le scale in cemento, fanno sembrare che si arrivato strisciando fino a qui.
Domanda. Cosa dovrei fare con questo quasi-cadavere sotto ai miei occhi?
La risposta è semplice. Se lo sfioro con la punta dei piedi e ci metto un po' di peso, rotolerà semplicemente nel suolo sottostante. Se lo faccio, allora non si troverà più nella mia proprietà. Si troverà su una strada pubblica. In territorio del Paese. Tutti coloro che si trovano in difficoltà all'interno del territorio del Paese dovrebbero essere salvati dalla misericordia del Paese. Un comune postino come me dovrebbe andarsene a casa e fare colazione.
Non lo faccio perché sono un uomo freddo e senza cuore. È istinto di sopravvivenza. Le ferite del giovane sono chiaramente dovute a colpi di arma da fuoco. Gli hanno sparato più volte. Ci sono probabilmente più fori sul suo corpo di quanti riesca a vederne da qua. E, come se non bastasse, sta tenendo una manciata di nuove banconote nella mano sinistra.
Cosa può significare? Niente. Non significa niente, a parte il fatto che la sua esistenza è un enorme problema e non porterà a nulla di buono avere a che fare con lui. In altre parole, è chiaro che non è una persona con la quale un cittadino comune dovrebbe avere a che fare. Una persona normale e sana di mente sarebbe fuggita in un'altra città non appena l'avesse visto. Proprio come avrebbe fatto Giona nella Bibbia la seconda volta che si è imbattuto in un pesce gigante in un mare in tempesta.
Guardo il giovane, poi la strada, il cielo, e di nuovo lui.
E poi mi metto in azione. Per prima cosa, mi avvicino al ragazzo e lo sollevo per i fianchi. Poi lo trascino dai talloni fin dentro casa e lo faccio stendere sul letto a scomparsa. È molto più leggero di quanto sembri. Trasportarlo da solo non è un problema. Controllo le sue ferite. Ci sono molte ferite profonde, e l'emorragia non è normale, ma se riceve subito un trattamento adeguato, non morirà.
STAI LEGGENDO
The day I picked up Dazai (side A) - Italiano
General Fiction文豪ストレイドッグス 太宰を拾った日 (Bungō Stray Dogs: Dazai o Hirotta Hi ) è una light novel scritta da Kafka Asagiri e non ancora pubblicata ufficialmente. È stata distribuita durante la prima e la seconda settimana di proiezione del film di Bungo Stray Dogs The M...