3.~Sbaglio?~

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A sferrare quel pugno era stato proprio Charles Leclerc che con mio grandissimo stupore era arrivato in mio soccorso.
Non riuscivo proprio a credere a quel gesto improvviso, ma non potei perdermi di nuovo nei miei pensieri perché una voce attirò la mia attenzione e mi trascinò lontano dagli altri.
Potevo riconoscere quella presa tra mille e quando vidi il volto del francesino mi rassicurai.
Mi portò velocemente nella cabina della barca per cambiarmi visto che avevo una chiazza di vino su tutto il vestito.
-se vuoi puoi farti anche una doccia veloce per levarti l'odore e il liquido di dosso, il bagno é li. - disse indicandomi una piccola stanzetta.
Senza esitare gli diedi un bacio sulla guancia per ringraziarlo e mi catapultai a farmi una doccia veloce.
In tutto ciò ero preoccupatissima per quello che stesse succedendo fuori, e sopratutto per le condizioni di Charles.
Finii di sciacquarmi e cercai qualcosa da mettermi nell'armadio della piccola cabina. Non sapevo esattamente di chi fossero gli indumenti ma non mi interessava molto, presi una maglia che mi copriva fino alle cosce e sistemai tutto il casino che avevo combinato precedentemente.

Sentii bussare alla porta e senza esitazione andai ad aprire. Trovai davanti a me la figura di Charles con alcuni lividi e graffi sul viso,  il resto era nascosto da una camicia stropicciata.
Mi si raggelò il sangue quando mi resi conto che tutto quello che era successo era per colpa mia, e non potevo sentirmi altre che uno schifo.
Nel mio volto si fece largo un po' di tristezza che il monegasco subito notò, in risposta fece un gesto che non mi sarei mai aspettata nella mia vita da lui: mi abbracciò. Non era un abbraccio a caso, era un abbraccio che trasmetteva sicurezza e fiducia, come per farmi capire che fosse tutto bene e che non dovevo preoccuparmi. E questa cosa mi venne confermata quando si staccò e si allontanò da me il giusto per cominciare a parlare.
-non so cosa mi sia preso ma mi sentivo in dovere di farlo - disse, eravamo uno davanti l'altro e solo pochi centimetri che ci staccavano.
Non dissi nulla, lo lasciai solo continuare.
- e volevo chiederti se stavi bene - disse facendo un passo avanti e accarezzandomi il braccio un po' imbarazzato.
Il contatto visivo che ormai sembrava essere durato un eternità ci bloccò da tutto quello che ci circondava.
Non risposi subito alla domanda, in quel momento non mi interessava se io stessi bene ma solo se lo fosse lui.
Si era preso dei cazzotti da un coglione per proteggermi e io non potevo che essere felice, non per le sue condizioni sia chiaro, ma per il semplice fatto che anche se non mi conosce ancora perfettamente non si è preoccupato di aiutarmi in un momento del genere.
Mi avvicinai al suo viso e ci poggiai sopra le mani calde.
I nostri occhi si incastravano perfettamente come se fossero stati creati per questo. Non c'era imbarazzo in quel silenzio, anzi, era un silenzio piacevole, dove non servivano parole.
Tutto questo è sbagliato perché lui è fidanzato e io non dovrei intromettermi.
- non mi interessa di come sto io , mi interessa solo se tu stia bene adesso. - dissi continuando a guardarlo negli occhi e accarezzandogli la guancia.
Annuì e il suo viso preoccupato fece spazio ad un sorriso che fece comparire due fantastiche fossette sulle sue guance.
A quel gesto mi tranquillizzai completamente, ma dovetti comunque prendermi cura di lui come lui aveva fatto per me: così presi il suo polso e lo invitai ad appoggiarsi sul letto così che potevo mettermi comoda a medicargli tutte quelle ferite.

Mentre si sistemava andai in bagno a cercare qualcosa per disinfettare, mi pareva di aver notato un kit del pronto soccorso qui da qualche parte in bagno.
Quando trovai quello che stavo cercando lo raggiunsi sul letto, lo feci girare nella mia direzione e cominciai a tamponare molto delicatamente le ferite con dell'ovatta.

I lineamenti del suo viso sono a dir poco perfetti, soprattutto gli occhi che ti catturano e non vogliono lasciarti andare. Ogni singolo tratto di questo ragazzo era stupendo e mi piaceva da impazzire.

Dopo molti sguardi e piccole lamentele a causa del dolore, finalmente parlò: - grazie Laila - disse continuando a tenere lo sguardo posato sul mio. -tranquillo Char, questo è il minimo che posso fare per ringraziarti di quello che hai fatto per me- dissi per poi accorciare la distanza fra noi in un caloroso abbraccio.

All'inizio rimase un po' rigido, forse perché non se lo aspettava. Infatti non abbiamo mai avuto un rapporto molto legato, ci sono sempre stati solo sguardi e sorrisi per tutta la serata, nulla di più.

Ora la cosa era diversa.

Fu un movimento cosi veloce che non mi accorsi neanche che mi aveva appena posizionato a cavalcioni sulle sue gambe e con un sorriso divertito sul volto, mi incitò a continuare il lavoro che avevo iniziato poco fa.
-Charles...- dissi quasi come una lamentela perché sapevo che tutto questo era sbagliato e non volevo peggiorare la situazione.

-tranquilla mon petite cosi sei più comoda e puoi essere più precisa. - disse con un sorriso a 32 denti. Quel gesto fece nascere nel mio stomaco un vero e proprio zoo che esplose quando Charles poggiò le sue mani sui miei fianchi.

-queste anche sono per farmi essere più precisa?- dissi sarcasticamente mentre con lo sguardo indicavo le sue mani. Questo gesto fece nascere una piccola risata in lui che presto contagiò anche me.

Ero felice, nessuno mai mi aveva fatta sentire in questo modo con così tanta semplicità e provare queste emozioni é un qualcosa di fantastico.

Tra varie risate e scherzi finii il mio lavoro, misi da parte tutto l'occorrente che avevo appena utilizzato e rimasi sempre in quella posizione sulle sue gambe con la sua presa salda sui miei fianchi.

Mi appoggiai nell'incavo del suo collo con le mie braccia intorno ad esso e mi cullai con il battito del suo cuore e con i suoi respiri regolari quando prese ad accarezzarmi i capelli.
Si spostò leggermente per posare un bacio delicato su di essi quando richiamò la mia attenzione.

-Laila- disse, mi levai da quella posizione e mi misi dritta a guardarlo negli occhi.

-non posso,mi dispiace- disse lasciandomi spiazzata per poi alzarsi velocemente e andare verso la porta

A nostro grande stupore fuori la porta c'era Carlos che stava per bussare alla porta per controllare se non fossimo stati risucchiati dalla stanza.

-ho interrotto qualcosa?- disse innocentemente mentre osservava attentamente i nostri volti, soprattutto quello del monegasco.

-no tranquillo abbiamo finito- dissi freddamente, la stessa emozione che era calata sul dolce viso di Charles che ormai sembrava impassibile.

Detto ciò superai i due ragazzi e uscì dalla stanza lasciandoli lì.
Continuai la serata nel modo migliore con cui ci si possa divertire... l'alcol.

C'era qualcosa che in me si spezzò dopo quelle fottute parole ma non riuscivo a capire il motivo del mio atteggiamento. Dopotutto non avevo nessuna ragione per rimanerci male, lui è fidanzato con una ragazza stupenda e ha una vita da sogno, io non faccio parte minimamente di questa quindi non dovrei reagire cosi.

È proprio vero che alcune parole tagliano più di un coltello.

Durante tutti questi pensieri non mi resi conto che avevo bevuto decisamente troppo rispetto al mio solito e che, conoscendomi, presto mi sarei potuta cacciare in un grande guaio.

Dovevo dimenticare tutto quello che è successo in qualche modo, non ho altra scelta per stare meglio.

Sono consapevole che mi pentirò domani mattina di quello che sto per fare ma ora non mi interessa. 

C'est la vie.

1315 parole

Ecco finito un'altro capitolo! Secondo voi cosa farà Laila per vendetta?
So che può sembrare tutto un po' veloce e troppo al momento ma si vedrà quello che succede in futuro.
Se vi è piaciuta la storia lasciate una stellina, grazieee.

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