Schlampe
Camminavo per le strade di Magdeburgo. Non potevo farmi riconoscere altimenti io e gli altri saremmo passati in un mare di guai. Una pattuglia di polizia stava per passare allora mi misi a correre per raggiungere il luogo dove c'incontravamo. Per fortuna cambiai strada e con una mano ancora sul cuore recuperai il respiro. Mi misi a correre cercando di raggiungere il nuovo luogo d'incontro. Misi il cappuccio sulla testa e m'incamminai all'interno. Era un vecchio bar scasciato in un luogo abbandonato.
X: «Ciao Sharon»
Sharon: «Ciao Mark»
Mark aveva 30 anni e lavorava con noi da poco ma era uno dei più amati. Oltrepassai la porta salutando anche gli altri. Ci andammo a sedere tutti decidendo cosa fare. Il capo del gruppo era un uomo di nome Andres e tutti dovevano ascoltarlo.
Andres: «Stiamo perdendo clienti e sapete che non va bene»
La solita predica. Se lui non sa fare il capo non è colpa nostra.
Andres: «Sharon, sei una delle più amate. Ti ho trovato dei nuovi clienti ma devi trattarli bene»
Se ero una delle più amate voleva dire che ero anche brava a trattare le persone bene, forse.
Sharon: «Si, certo come vuole»
Andres: «Voglio che ognuno di voi inizi a trovarsi clienti eccellenti. In quanto a te, se non mi ascolti te ne vai»
Se mi avrebbe cacciata avrei spacciato da sola non mi facevo problemi.
Sharon: «Stia tranquillo, intanto mi dica dove devo andare per vendergliela»
Andres: «Domani alle 07:40 devi essere qua e te lo dirò»
Tutti si alzarono e uscirono. Io stavo continuando a guardare male il capo. Mi trattava di merda nonostante fossi, come ha detto lui, una delle più amate. Anche io uscii mettendo di nuovo il cappuccio sopra la testa. Andai verso casa mia che era un appartamento non ben sistemato. Non avevo tanti soldi e i miei genitori me li mandavano di tanto in tanto pensando che mi servissero per lavoro. Entrai buttando le chiavi sul tavolino e andai a dormire a stomaco vuoto. Domani mi sarei dovuta alzare presto altrimenti avrei perso i clienti. Mi rigirai nel letto moltissime volte e alla fine trovai sonno. Mi alzai di scatto ma non per colpa della sveglia, per colpa di un rumore. Andai in cucina stando attenta a non farmi notare. Iniziai a sbirciare vedendo questa signora con una ragazza. La signora venne verso la mia stanza e io feci finta di dormire. Entrarono entrambe.
X: «Sharon, lei è la tua coinquilina»
Sharon: «No! Ma chi è lei questo è il mio appartamento!»
X: «Sono la proprietaria di questo palazzo e non abbiamo altri appartamenti, visto che tu sei da sola avrai una compagna»
Sharon: «E se amassi stare da sola?»
La signora rise nervosamente per poi lasciare un mazzo di chiavi nelle mani della ragazza. Sentii la porta d'ingresso chiudersi e capii che non poteva fare nulla.
X: «Mi dispiace io non volevo disturbare»
Sharon: «Non mi parlare»
La cacciai fuori dalla stanza e misi la mia solita felpa con dei jeans larghi. Vidi la ragazza in un'altra camera e allora ne approfittai per uscire. Mi stavo dirigendo verso il bar correndo. Quando arrivai entrai ancora col fiatone. Il capo mi sbucò davanti facendomi spaventare.
Sharon: «Salve»
Andres: «Seguimi»
Uscii dal retro del bar e iniziò parlarmi.
Andres: «Stasera vai a questa discoteca lui verrà da te»
Mi porse un foglio e io annui.
Il telefono squillò nella mia tasca e io scusandomi me ne andai per rispondere.
Sharon: «Si?»
X: «Scusa sono io, non volevo disturbarti»
La voce di quella ragazza di stamattina. Ma che cazzo voleva adesso.
Sharon: «Dimmi»
X: «Te ne sei andata e non mi sono presentata»
Sharon: «Senti io devo lavorare non ho tempo da perdere con te»
X: «Scusami»
Riattaccai e tornai dal capo.
Sharon: «Quindi cosa desidera questo cliente?»
Andres: «5 pasticche di ecstasy e della cocaina»
Sharon: «Ti avviso che devi lasciarmi da parte della marijuana»
Iniziammo a fare degli accordi e lui mi diedi la mia marijuana. Lasciai il bar controllando se avessi delle persone dietro di me. Scappai verso l'appartamento quando vidi la polizia fermare qualcuno. Appena entrai la ragazza era sempre li.
X: «Ei posso presentarmi?»
Sharon: «Mh fai pure»
Julia: «Mi chiamo Julia»
Alzai lo sguardo per guardarla. Le ciocche bionde ricadevano sulle spalle e aveva due grandi occhioni azzurri. Mi porse la mano ma non gliela strinsi. Tornai in camera nascondendo la marijuana. Se questa avesse scoperto della droga sarebbe andata a dirlo a tutto il palazzo facendomi arrestare. Passai il pomeriggio a fare avanti e indietro dal bar all'appartamento siccome il capo chiedeva ogni secondo di andare. Alle 20 iniziai a prepararmi per andare a questa discoteca. Dovevo sembrare il più normale possibile ma dovevo comunque avere qualcosa dove nascondere la droga.
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TOXIC ADDICTIONS - tom kaulitz
Short StorySharon Meyer è una ragazza di 19 anni che ha appena finito li studi. Decise di prendere in mano la sua vita provando a diventare indipendente ma finì in un brutto girone iniziando a spacciare e drogarsi dopo essersi lasciata con il suo ex Marcus. Av...