It's not about the timing

Prologo

Nessuno parla della crisi dei vent'anni.

Cadono tutte le certezze. Gli amici di una vita diventano sempre più sfocati mentre nuove conoscenze sembrano rimpiazzarli. E tu gli vuoi bene, e ti chiedi perché non fremi più dalla voglia di tornare a casa da quelli vecchi.

Ti senti una persona diversa, grande. Quando prendi per la prima volta casa da sola, ti senti indipendente. Ti senti più aperta nelle relazioni, eppure ogni tanto torni ad essere la timida bambina che aveva l'ansia di arrivare troppo presto ai compleanni. I tuoi interessi cambiano, alcuni si intensificano.

Credi di essere sicura di starti preparando per il lavoro dei tuoi sogni, ma sai che non lo saprai finché non ci arriverai.

Nella tua vita succedono così tante cose che a volte il pensiero dei tuoi genitori si riduce in dieci minuti di chiamata al giorno e, quando ti fermi a rifletterci su, ti chiedi quante cose tu ti stia perdendo; come tuo fratello riesca a gestire la rabbia di tuo padre senza di te. Senti di averlo abbandonato, ma sai che arriverà anche il suo momento di andare via.

A volte stai così bene lontano da casa che è difficile tornare. Anzi no; non è difficile tornare, ma restare a tal punto che l'entusiasmo per il tuo arrivo svanisca. Inizi a ricordare davvero cosa significasse vivere lì. E non tutti i ricordi sono belli.

Poi inizi a cercare i tuoi amici di tutti i giorni, ma anche loro sono a casa, lontano da te. D'un tratto i tuoi vecchi amici non capiscono più il tuo umorismo o è il tuo umorismo ad essere diverso. Ti dicono che sei distante e che preferisci stare con altre persone e tu ti senti in colpa perché stare con loro non ti rende più felice.

È strano ripensare a un anno prima; alle tante ragioni per cui eri felice di tornare a casa. Ora ne hai una sola, ed è terribilmente triste.

A vent'anni puoi scegliere se inseguire i pezzi che cadono, rimproverandoti di non essere riuscito a tenerli insieme, o renderti conto che non tutto quello che è nato con te crescerà con te.