<<Ragazze dovevate esserci anche voi, è organizzato abbastanza bene>> urlai per riuscire a farmi sentire dall'altro lato del telefono. Eleonora ed Aida erano dovute mancare alla festa per una febbre dovuta a uno sbalzo termico di due notti prima.
<<Chi poteva ammalarsi due giorni prima di ferragosto se non noi?>> disse Eleonora, aveva la voce ammorbidita e chiusa dal raffreddore, un solito sintomo che le si presentava con l'influenza. Già me le immaginavo sedute sul divano a casa di Aida a farsi una maratona di tutta la prima stagione Bridgerton, scelta ovviamente da Eleonora, nonostante le minacce dell'altra. Era sempre stato complicato per noi scegliere dei film che soddisfacesse tutte e tre.
<<Potevate aspettare per salire su quel motorino quella sera>> le rimproverai, ovviamente sfrecciare con il motorino, completamente zuppe, all'una di notte per dieci minuti metteva a seria prova il proprio sistema immunitario.
Entrambe stavano per ribattere ma le bloccai, dovevo tornare alla festa, erano passati più di cinque minuti da quando ero scesa da quelle scale abbandonando la pista. L'avevo avvertita Alessandra che mi sarei assentata per qualche minuto.
<<Devo tornare sopra, vi scrivo appena sto tornando a casa>>
<<Ricorda di controllare Simone!>> urlò stavolta Aida, la sua voce era più lontana rispetto a quella di Eleonora ma nonostante questo e la musica che rimbombava per tanti metri per raggiungermi anche fino alla spiaggia, riuscii a sentirla. Simone era il ragazzo di Aida da praticamente la quarta elementare, ma non era famoso per la sua grande fedeltà verso la sua ragazza. Nonostante questo però Aida si ostinava a dargli infinite possibilità, non perché non se ne accorgesse, ma perché diceva di essere così innamorata di lui che di andare avanti con qualcun altro non se ne parlava neanche.
<<Ma certo. Ora vado, cercate di non fare notte in bianco>> chiusi la chiamata e feci un profondo respiro, c'era una leggera brezza che andava completamente in contrasto con l'aria completamente ferma al piano di sopra, sembrava quasi immobile. Mi voltai verso le scale di legno dipinto in bianco a qualche metro da me.<<Tu>> gli puntai il dito contro. Le mie supposizioni erano più che giuste. Quante possibilità c'erano che proprio lui dovesse venire nella mia classe? Non riuscivo a crederci. Il suo sorriso aveva una sfumatura di divertimento, sicuramente per quanto pareva anche a lui altamente comica quella scena. Vidi con la coda dell'occhio Aida, alla mia destra, guardare Eleonora, alla mia sinistra, lanciandosi uno sguardo interrogativo. Avevo raccontato loro la maggior parte degli eventi di quella serata, ma non avevo descritto nel dettaglio chi fosse quel ragazzo.
<<Guarda chi si rivede>> rispose scostandosi dal fianco di Stefano, fece infatti un passo verso di me trovandoci uno davanti l'altra a un metro di distanza. Scossi la testa e strinsi le labbra cercando di mantenere la calma. Il suo sguardo si incatenò nuovamente al mio e stavolta, alla luce del sole, notai che i suoi capelli erano di un colore più chiaro rispetto a quella sera.
<<Che ci fai qui?>> sapevo perfettamente quale fosse la risposta a quella domanda, e lo capì anche lui che non c'era bisogno che glielo chiedessi per saperlo. Tutti i componenti della classe si zittirono, anzi cominciarono a sussurrare tra di loro, cercando di capire quale fosse l'esperienza che ci fece conoscere. I suoi occhi si strinsero a due fessure e sorrise sornione piegando leggermente la testa di lato.
<<Sono il nuovo arrivato nella tua classe, Beatrice>> marcò il mio nome alla fine, chi gli aveva detto il mio nome? Ero più che certa di non averglielo detto in quel secondo di tregua quella notte. Me lo ricordavo diverso, quella sera il suo sguardo era più aggressivo, più intenso, invece in quel momento era superficiale. <<Ti prego no>> imprecai facendo un lungo respiro, aspettavo qualcuno che rivoluzionasse l'equilibrio della nostra classe senza sentirmi toccata, ma il pensiero di poterlo infastidire mi tirò su.
<<Vi conoscete?>> chiese Stefano, il suo tono era curioso, come al suo solito. Gli altri si misero sull'attenti. La mia classe era molto pettegola, nonostante fosse formata maggiormente da ragazzi erano loro a parlottare delle voci di corridoio.
<<In un certo senso>> rispose lui alzando le spalle.
<<Avrei preferito non averti conosciuto>> sussurrai con un tono alto abbastanza da farmi sentire da lui, riportò il suo sguardo su di me.
<<Guarda che ti sento>> si sistemò la spallina grigia del suo zaino sulla spalla destra e ci fece scivolare sopra la mano. Con quella frase il suo sorriso si annullò.
<<Oh che peccato>> lo presi in giro, non mi piaceva dare spettacolo, per questo non utilizzavo un tono troppo alto. Scosse la testa e rise, sembrò più una risata amara, serbava davvero rancore per quello che era successo? <<Si stanno già simpatici>> parlò stavolta Francesco con tono divertito. Lui era come una spugna, assorbiva più informazioni possibili sulle persone e le gettava al momento del bisogno. La nostra conversazione venne bloccata dal fastidioso tintinnio che ci porterà compagnia per tutto l'anno, è davvero strano il fatto che all'ora d'ingresso sia così fastidiosa e assordante, mentre all'orario d'uscita sembri una delle più belle melodie.
<<Oh, la campanella!>> intervenne Aida, indicò con il dito il cancello.
<<Vieni con noi Salvatò, la scuola dentro è abbastanza grande, così vedi subito dove siamo.>> disse stavolta Riccardo, che era stato al fianco di Stefano per tutto il tempo. Avevano notato la tensione che c'era stata tra di noi, ma non c'era nulla che non potessi sistemare, in fondo. Lui mi aveva portato via la possibilità di mettere un punto a quella storia, si era ripresentato nella mia vita e quello era un chiaro segno del fatto che fosse il suo turno.
<<Dove vi siete conosciuti?>> fu Martina a parlare mentre i ragazzi della classe si avviavano verso il cancello, in quel momento era impossibile passare per tutti gli studenti accalcati. Alzai le spalle cercando di rimanere sul generico, non avevo alcuna intenzione di raccontare i dettagli di quella sera alle tre ragazze non a conoscenza.
<<A una festa>> il che, in fondo, era vero.
<<E' successo qualcosa tra di voi?>> chiese invece Giulia cercando di scavare più a fondo della questione.
<<Ma come? Certo che no!>> mi diede quasi fastidio il fatto che subito fosse saltata a quella conclusione, ma in fondo non avevo un legame così profondo con loro che sapessero che sarebbe stata davvero difficile una cosa del genere. Non ero proprio il tipo di ragazza da una serata e via, avevo il bisogno di conoscere una persona, ma soprattutto di potermi fidare di essa. Ci fu qualche secondo di silenzio tra di noi, che però venne sovrastato dal mormorio di tutti gli alunni.
<<Va bene Bea, andiamo, forza ragazze, l'anno è iniziato>> interruppe Eleonora facendo leva sul mio braccio, ci spronò ad entrare. Mi voltai verso il cancello e vidi che la folla era diminuita notevolmente. Aida ed Eleonora si misero al mio fianco e decisi immediatamente di far inquadrare loro quel ragazzo.
<<E' quello della rissa>> sussurrai sapendo che avrebbero compreso immediatamente il soggetto a cui mi stavo riferendo. Si guardarono e Aida soffocò una risata.

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La paura dell'istante
RomanceChi non spera di avere un lieto fine dopo tutti gli ostacoli che si oltrepassano con una persona? Beh, Beatrice Rubino non immaginava neanche che quella persona fosse il suo compagno di classe: Salvatore Ricciardi. Era possibile che tra un centinaio...