Due settimane erano passate, la speranza di ritrovare Olympia viva diventava sempre più una fantasia. Il sole, nascosto tra i palazzi, sfumava in un rosso violento, tingendo il cielo di sangue e filtrando attraverso le vetrate, si rifletteva sulle pareti bianche di casa. Non importava quanto sperassi che il tempo si fermasse, la sera arrivava come promemoria costante che il tempo era il nostro peggior nemico, e quella sarebbe stata solo un'altra notte senza risposte.
Dietro di me, le porte dell'ascensore si chiusero dandomi il bentornata a casa . L'odore di bergamotto e fiori bianchi era l'unica cosa a tenermi compagnia. Il silenzio rimbombava tra le pareti , l'aria sembrava pesante, e tutto quel bianco minimalista era quasi opprimente .
Cominciai a sfogliare le lettere che ci avevano recapitato durante l'estate, in cerca di distrazione. Lettere pubblicitarie, per lo più, tranne una che aprii quasi meccanicamente. La lessi tutta d'un fiato senza tralasciare nemmeno una parola. Transazioni,spostamenti, stavano monitorando ogni nostro movimento. Cercavano la giusta scusa per riaprire il caso contro mio padre. Lui, l'uomo che aveva fatto perdere intere notti ad alcuni dei più bravi agenti in circolazione, alla fine aveva avuto una quasi totale riduzione della pena per una condanna già parecchio ridotta. Avrebbero voluto farlo marcire in prigione per tutta la vita, ma non avevano nulla in mano se non una marea di supposizioni senza uno straccio di prova.
Se l'era cavata con tre anni e questo non era stato gradito, tanto che dopo essere uscito aveva ingaggiato diversi poliziotti per tenersi informato.Quando entrai nel suo ufficio, lui era di spalle, immobile, mentre guardava la città dall'alto, sospeso sulle grandi vetrate.
"Spero che questa volta i tuoi informatori non ti abbiano contattato troppo tardi," mi annunciai, allungando la busta davanti a lui prima che potesse esortarmi ad uscire bruscamente. Ci volle un secondo prima che si prendesse la briga di guardarla. Non che fosse interessato. Non si scompose nemmeno, e tenendo fede alla sua indifferenza si slacciò il bottone del completo sartoriale e si lasciò sprofondare sulla poltrona, versandosi un bicchiere del suo cognac preferito .
"Chi altro lo sa?" chiese puntando improvvisamente lo sguardo su di me .
"Non lo sa nessuno".
Presi posto davanti a lui e quando a dividerci fu solo un tavolino di cristallo capì esattamente cosa stava per chiedermi . La lealtà che gli dovevo non era mai stata una scelta, ma conseguenza di un errore con il quale avrei fatto i conti per tutta la vita. Un errore di cui non avrei mai fatto parola.Si giustificava sempre propinandomi quanto fosse fondamentale la famiglia, ma avevo smesso di credere alle sue cazzate .
Tra lealtà cieca a ingenua la differenza è sottile.
Non so in quali delle due mi identificassi, alla fine dei conti avevo sempre mantenuto i suoi segreti affinché i miei rimenessero tali. Era la cosa più facile da fare, sicuramente non la più piacevole."Bene," mormorò, mentre appoggiava il bicchiere vuoto accanto alla scacchiera in vetro opaco disposta sul tavolino.
"Sono i segreti che ti ostini a tenere per te che ci hanno divisi". Continuai acida. Il rapimento di Olympia era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Era quello il sapore della fiducia mal riposta, sgradevolmente amaro e persistente. Non si fidava di me più di quanto non si fidasse degli altri.
Si sporse in avanti poggiando i gomiti sulle ginocchia, fissando il tabellone. Spostò il re e il gioco ebbe inizio ."Abbiamo tutti dei segreti," . Riprese schiaffeggiandomi con un colpo d'occhio.
Che gran stronzo, pensai, ma non reagì, non gli avrei dato questa soddisfazione. Lui era un imprenditore prima di essere un padre e lo mostrava con una certa fierezza, anche se questo significava ferirmi.
Tutto girava attorno agli affari, era la sua scusa per ogni cosa e a tutti sembrava andare bene.
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Poison - glory and gore
Teen FictionNel cuore di una New York che cela il lato più oscuro del potere, Ivette Carlyle, figlia del temuto capo dei Cinque, non conosce paura . Manipolazione e gloria sono i suoi strumenti più letali, ogni mossa una trappola , ogni segreto un' arma. La su...