Inizio questa raccolta con alcune storie brevi, dedicate a delle persone per me molto speciali, che ho conosciuto proprio grazie a questa band. Vi voglio bene cuoricini.
Alla mia amica C., le tue storie odorano di pioggia e fiori freschi, non smettere mai di scriverle.
Pov: Kris
"Sono a casa!" esclamo, mentre mi chiudo alle spalle la porta in legno di noce.
Apple, la nostra piccola pincher, mi corre incontro scodinzolando, mentre Charlotte mi sorride da dietro l'isola della cucina.
Lascio cadere il giubbotto e il borsone sul divano, e raggiungo la mia ragazza, che sta cercando di pulire la cucina.
Il bancone dell'isola è pieno di scaglie di cioccolato, granelli di zucchero e polvere di amido di mais sparsi qua e là.
Cerco di soffocare una risata.
In cucina io e Charlotte abbiamo dei ruoli ben definiti: io mi occupo dei dolci, lei delle preparazioni salate, e quelle rare volte che cerchiamo di invertire i ruoli la cucina diventa un vero campo di battaglia, con utensili sporchi e ingredienti sparsi ovunque.
"Bentornato" mi sorride, abbandonando il mestolo di legno all'interno della pentola, per darmi un lungo abbraccio.
Appoggio le mani intorno ai suoi fianchi e la stringo a me.
"Ho provato a preparare un budino" ride lei "ma ho bruciato tutto..."
"Mi era mancata tantissimo" sussurro, mentre affondo il viso nell'incavo del suo collo.
Da quando ci siamo messi insieme, due anni e mezzo fa, quello appena trascorso è stato il mio primo weekend passato da solo, a chilometri di distanza da lei.
"Che cosa? La mia goffaggine in cucina?"
"La tua pelle" esclamo, ridendo.
Mi mancava il calore del suo corpo premuto contro il mio, così come il suo profumo di lavanda.
Non sono mai stato un tipo romantico, uno di quelli che regala continuamente poesie e bouquet colorati, uno di quei ragazzi sdolcinati sempre pronti a riempire la propria ragazza di parole tenere e promesse di amore infinito, eppure la lontananza da Charlotte ha lasciato dentro di me una sensazione del tutto nuova.
Mentre mi muovevo per le strade di Londra mi sentivo vuoto e solo, mai avevo provato un senso di solitudine così totalizzante e invadente.
Era come aver perso un pezzo di me.
"Londra non è abbastanza bella senza di te" dico, stringendola ancora un po'.
Sento Charlotte ridere.
Non sono mai stato bravo ad esprimere i miei sentimenti.
Fino a qualche anno fa pensavo che farlo mi avrebbe reso vulnerabile, pronto a prestare il fianco al dolore.
Per anni ho creduto che mostrarmi per quello che sono avrebbe permesso agli altri di ferirmi, ma poi ho incontrato Charlotte e con lei è stato tutto diverso.
L'ho conosciuta ad una cena organizzata da amici, lei era l'anima della festa, rideva e scherzava con tutti e io riuscii a sentirmi a mio agio in sua presenza in pochissimo tempo.
Era la prima volta che mi succedeva con qualcuno che non conoscevo affatto.
Lei brillava di una luce diversa, unica.
Attratto come un magnete dal suo buon umore, le rimasi vicino per tutta la sera, e poco prima di salutarla, espressi il mio desiderio di rivederla di nuovo.
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Joker Out Imagines
Short StoryUna raccolta di one shots su una delle mie band preferite: i Joker Out. Buona lettura!