C'era una volta una foresta incantata con i personaggi che tutti conosciamo.
O crediamo di conoscere.
Un giorno, si ritrovarono intrappolati in un luogo... dove gli furono rubati tutti i lieto fine.
Il nostro mondo.
Il vento gelido gli fischiava nelle orecchie, ma il valoroso principe continuava ad incitare il suo cavallo a correre. Se qualcuno si sarebbe fermato a guardarli, avrebbe potuto avere soltanto una visione appena percettibile di un lungo e ondeggiante mantello rosso che copriva il corpo di un uomo chino sul suo cavallo. Una volta oltrepassata la stradina in terriccio che tante volte aveva percorso, l'uomo si inoltrò nella foresta incantata. Spronò il cavallo a correre sul muschio bagnato dalla neve, allungando lo sguardo fra gli alberi. Riusciva ad avvertire la stanchezza sempre più forte ed insistente del suo fidato animale, ma gli pregò di resistere. Non potevano cedere, il suo cuore non glie l'avrebbe mai perdonato. Il suo viso cominciò a bruciargli dal freddo e la vista cominciò ad appannarsi, ma proprio in quel momento una forte luce proveviente dal centro della foresta lo fece arrestare. Mentre cambiava direzione per seguire quella luce, una parte quasi impercettibile di se stesso gli fece notare che la velocità del suo battito cardiaco stava notevolmente aumentando. Ma a lui non importava, doveva farcela. Dopo qualche secondo, raggiunse la fonte della luce: i pochi raggi del sole che riuscivano a filtrare attraverso le chiome degli alberi di quella foresta, avevano raggiunto un'elaborata urna di cristallo posizionata al centro della radura e riflettevano la loro luce su di essa, facendo risplendere il viso di una giovane donna al suo interno. Attorno all'urna, sette uomini di bassa statura stavano compiangendo la morte della donna. Lui la riconobbe immediatamente: non avrebbe mai potuto dimenticare il bellissimo volto della donna che amava. Il principe scese dal suo cavallo bianco e corse verso l'urna. L'avevano vestita con un leggero abito bianco e avevano circondato il tutto con dei bellissimi fiori.
<< è troppo tardi >> a parlare era stato un uomino che portava dei grandi occhiali tondi, guardando il principe con disperazione. Solo in quel momento lui si rese veramente conto di quanto fosse diventata importante la sua amata per la vita di quei piccoli uomini dal cuore così grande, e capì anche che tutta la foresta ne stava soffrendo per la morte: gli alberi avevano improvvisamente abbandonato le loro foglie, le piante si erano seccate, la neve era piombata su di loro e gli animali li osservavano in silenzio.
<< No... No! Apritela >> li implorò il principe, toccando il cristallo come se fosse la cosa più orrenda che avesse mai visto.
<< Lasciamola in pace >> protestò un altro omino, asciugandosi le lacrime che gli colavano nella barba castana.
<< solamente un ultimo saluto >> sta volta era il principe ad avere un espressione colma di tristezza e disperazione, e forse fu proprio per questo che alla fine i nani accordarono per sollevare l'urna. La donna era talmente bella che pareva stesse solamente dormendo. Il principe si chinò verso di lei ed osservò con intensità il suo viso: aveva la pelle bianca come la neve che li circondava e infreddoliva sempre di più, le labbra rosse come il sangue e i capelli neri come l'ebano. Con le lacrime agli occhi, cercando di accettare il fatto che non avrebbe visto mai più il suo viso, la baciò. Immediatamente, una fonte di energia sprigionata dall'unione delle loro labbra circondò l'intera foresta. La donna fece un grande respiro, come se fino a quel momento non avesse fatto altro che trattenere il fiato, e sorrise toccando il viso dell'uomo che amava.
<< Tu... Tu mi hai trovata! >> esclamò sorridendo.
<< Perchè, avevi qualche dubbio? >> rispose, anche lui sorridendo e guardandola negli occhi.
<< L'urna di cristallo ha messo a dura prova la mia fiducia >> gli sussurrò, alzandosi e sorridendo ai nani. Guardandosi attorno, si accorse che la foresta aveva finalmente ripreso vita, e che gli animali erano arrivati nella radura per vedere il suo risveglio.