Paz(zia)iente 1

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«Buongiorno, come va oggi? Cosa ti ha portato qui?»


«Che devo fare? devo darti del lei fingendo che quella poltrona sia un trono?»



«No, puoi darmi del tu se preferisci. Dunque, come ti senti?»



«Vedi 'sti muri grigi? Sembra che abbiano un respiro proprio, come se fossero vivi. Mi fissano, mi scrutano, sembra che mi stiano giudicando. Mi stanno giudicando! Ma che cavolo vuoi da me? Tu, col tuo sorriso finto e gli occhi che sembrano volermi fare un buco proprio qui, nell'anima. Ma davvero credi di capire? Nessuno capisce niente. Nella mia testa è un putiferio, voci che urlano, sussurrano, mi urlano in faccia cosa fare. E poi ci sono loro, 'sti dannati insetti che strisciano sotto la pelle, come se volessero uscire, e non li voglio, che uscissero per dio!»




«Sembra proprio che tu stia passando un momento intenso. Parlami un po' di queste voci e vediamo cosa possiamo fare. Potremmo pensare di farcele amiche.»




«Farmele amiche? Oh, ma certo, Signore, facile a dirsi! Ma non c'è proprio un cazzo da fare per mettere ordine in tutto questo putiferio dentro di me. Ho visto il baratro, ho sentito la follia che mi abbracciava e mi ha risucchiato come una puttana. Le vedi queste? Le mie mani sono macchiate di sangue, un sangue che non è solo mio, oh no. Ho provato a mandare a monte quei pensieri che non voglio, li ho bloccati a mani nude. Proprio così. Ma cazzo se ritornano, più tosti, più intrusivi. Ma facciamoci amicizia, si che idea!»



«Capisco che tu stia passando un brutto periodo. Proviamo a lavorare assieme per mettere ordine in questa confusione.»




«Cioè tu pensi davvero che riuscirai a cambiare qualcosa? Certo. Se solo potessi mettere gli occhi nella mia testa, forse. Ci sono ricordi a pezzi, facce sfigurate da maschere invisibili. Mi fissano, si fanno due risate, ridono di me, di quello che sono diventato. Non c'è via d'uscita da questo bordello che sembra volermi divorare. Le pareti si stringono, mi stanno soffocando cazzo! digli di smetterla!»



«Preferisci che apra la finestra? Ti aiuterebbe?»



«'Fa come ti pare, basta che smettano di ridere e avvicinarsi»



«Mi pare che tu stia attraversando un bel casotto. Proviamo a creare una strategia per affrontare tutto questo.»




«Strategia? Ah, psicologo, mi fai quasi ridere. Non c'è strategia che tenga in questo caos che mi sta consumando. Ho bruciato tutte le tappe bruciabili, ho assaporato la follia e ora ne pago il prezzo, tutto qui. Le voci continuano, più forti, più fastidiose, è lo scotto.»




«Percepisco che tu ci stia rimettendo parecchio. Ci proviamo assieme a vedere come possiamo gestire la situazione?»




«Ecco, proprio assieme eh? Ormai non c'è più nessun noi, anzi, non c'è mai stato. Sono da solo in questo viaggio senza fine. Le stelle lassù sembrano quasi sghignazzare, e le loro risate del cazzo risuonano come campane funebri. E i sogni? Ma per favore, sono solo dei brutti incubi mascherati da desideri. Desideri che svaniscono come neve al sole. Ho perso la bussola, ho perso il filo, e forse nemmeno li ho mai avuti»



«Continuo ad ascoltarti, anche quando tutto sembra andare a rotoli. Io sono qui e non ti giudico»




sedute di muta disperazione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora