Medie cap.1

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Stare da soli vabene, non è una cosa di cui vergognarsi.
Di certo non mi vergogno nel modo in cui mi vesto, nonostante gli altri ragazzi dicono che dovrei farlo.

Non mi interessa più di tanto l'opinione degli altri e non mi serve approvazione come invece il mio psicologo continua a dire.

Ho solo 13 anni ma mi sento più intelligente della media. Ho solo 13 anni e non cerco approvazione da nessuno.

Ho trascorso tanti intervalli da solo a leggere e sinceramente mi vabene così.

Varco il corridoio della scuola aspettandomi le peggio occhiatacce per la maglia nera oversize e i miei jeans a zampa (ho deciso io come vestirmi e mi piace :,p).

Una ragazzina mai vista prima mi scruta da fuori la mia classe.
Chissà chi è.

Ha un naso piccolo e degli occhiali tondi, i capelli sono mori come i suoi occhi e non ha nulla di troppo particolare.

<<ciao>> Mi dice prima che io possa passare dalla porta dell'aula per entrare.
Alzo un sopracciglio e gli faccio un cenno di saluto con la testa.

<<Mi hanno trasferita dall'altra classe e ho un po' paura ad entrare, mi accompagneresti?>> Dice piano, con un tono leggero.
<<Se ti vedono con me gli farai a tutti una brutta impressione, chiedi a qualcun'altro>> Dico lapidario.

<<Grazie eh>> Sento da lontano appena varco la soglia di quei matti dei miei compagni.

Mi siedo al mio solito posto e aspetto la prof per iniziare la lezione.
E dopo circa 5 minuti di delirio in classe la prof entra dalla porta accompagnata dalla ragazza strana.

<<Lei è Jess.>>
Dice la professoressa incoraggiandola a dire di più.
Lei si porta gli occhiali al naso e sorride.
<<Sono Jessica Jeevas, tutti mi chiamano Jess e ho 13 anni. Ero nella classe di fianco>>

Jess indossa un completino verde a scacchi che se fossi una ragazza forse porterei anche io.
La professoressa le indica il posto vicino al mio e Jess mi fulmina con lo sguardo.

Non voleva stare vicino a me? Nessuno lo vuole.

La lezione inizia e io seguo il filo del discorso della mia prof di scienze non facendo molto caso alle occhiate che rivolgevano alla mia compagna di banco. 

Finite le lezioni Jess è circondata dai miei compagni di classe, c'era da aspettarselo.
<<Mi dispiace che sei finita con lui come compagno di banco>>
Riuscii a sentire da uno dei ragazzini nella cerchia intorno a lei.

Non riusci a sentire quello che Jess rispose.

Mi avvai verso la porta della classe quando sentii una mano sulla mia spalla.
Mi girai scattando.

<<Dove credi di andare? Non è ancora finita la lezione e hai già le cuffiette con la musica che va..>>
Mi dice un'altro compagno.
<<Ma che fai lo tocchi?!? Ora hai la peste!>>
Dice un'altro.

Un sospiro lungo riempì i miei polmoni e dissi solamente <<Non si è ancora attivata la musica, sto aspettando la campanella.>>
Dovevo assolutamente mantenere la calma.

<<Sisi come no>> Dice sempre lui.
Avevo perso le speranze.
Tutta la classe mi stava guardando, ero stanco e dovetti mantenere lo sguardo affilato sul mio compagno.

<<Vabe è ora di andare no?>> Dice Jess alle mie spalle notando la campanella.
Tutti si avviarono verso il cancello a cercare i loro genitori ma io rimasi là.

Non ero solo però, Jess mi era di fianco.
<<Che rincoioniti>> Sospirò Jess.
<<Pensavo che cambiare classe avrebbe aiutato, ma dio santo come si può essere così infantili.>>

Do You know my brother? Mello x MattDove le storie prendono vita. Scoprilo ora