Prologo: I fanciulli del Grande Padre

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Un tempo esisteva una spada, fatta di argento e sangue di angelo. Un tempo esisteva una spada, in grado di trascinare la mente nella follia. Un tempo esisteva una spada, creata con lo scopo di raggiungere il Grande Padre. Rabbia, invidia e malvagità forgiarono questa lama in un atto di massima crudeltà.
Si dice che gli angeli fuggirono dalla realtà spaventati dalla natura umana e che soltanto uno rimase tra gli uomini; il suo nome era Ramses e la sua voce era in grado di raggiungere ogni luogo. Amava questi esseri di carne, simili tra loro; ma mai si sognò di mettere piedi sulla terra, perché una parte di lui temeva la loro essenza casuale; egli si limitava a volare nel cielo ed ammirarli.
Una notte però, l'angelo venne attirato da un giovane fanciullo che chiamava aiuto, perso in una foresta cupa. Innocente, egli corse in suo aiuto e quella fu la prima e ultima volta che mise piede sul l'erba soffice che ricopriva la valle verde; perché non esiste uomo indifeso, in ognuno di loro risiederà sempre l'invidia di chi non può volare e raggiungere il grande Padre. Dagli alberi uscirono fuori molteplici umani ghignanti, una trappola semplice ma che colse impreparato Ramses. Per prima cosa strapparono le sue ali impedendogli di solcare il volo; con le bocche che un tempo cantavano lodi al grande angelo, strapparono via la carne dell'angelo, perché la sua bellezza era motivo di insicurezza; con le unghie scavarono nei suoi occhi, troppo belli per rimanere intoccati; con la lingua leccarono il sangue che trapelava dal suo cavo sguardo e che bagnava il letto di piume morte sotto il suo martoriato corpo. Infine, il bambino che attirò l'angelo sulla terra si dimostrò essere il più contorto; prese una spada portata da uno di questi uomini affamati e scalando il petto aperto di Ramses, aiutandosi con le costole in piena vista, trafisse il sul cuore narrato come oro, perché non poteva esserci nulla di buono in questo mondo. Le grida dell'angelo che si fidò scossero i mari e i venti, il suo sangue infettò il terreno uccidendo la natura, e gli uomini che bevvero la sua ninfa caddero atterra morti. Ramses malediva quella stessa sera e con lei, il giovane fanciullo che si ergeva sopra di lui ancora invita perché di sangue lui non ne ebbe tempo di berlo; quella lama ora appariva differente, l'argento sembrava contorcersi mentre il sangue si incrostava formando delle spirali rosse. La spada era mutata in qualcosa di divino, sicuramente qualcosa di affascinante...così tanto da portare il ragazzo alla pazzia.

Un tempo esisteva un'uomo, in grado di  maneggiare la leggendaria spada capace di uccidere chiunque la incontri. Un tempo esisteva un'uomo, che attraversò la follia uscendone indenne.
Un tempo esisteva un'uomo, portatore di disperazione che viaggiava nella terra morta, uccisa dall'angelo. Il suo nome è Lebland e oggi sta tornando tra gli uomini. 

"Adam, è tutto nelle tue mani; gli angeli ti aspettano. In nome del Grande Padre io ti benedico, gli essere ancestrali hanno abbandonato questo mondo ma tu sarai capace di richiamare a te la bellezza dimenticata."

Nelle profondità di una biblioteca dimenticata il rituale ebbe inizio. Quando Ramses morì, lui arrivò per combattere il fanciullo che uccise un'angelo.

"Per l'eternità combatterai chi in vita ha compiuto atrocità verso gli altissimi cieli, questo è il tuo scopo, bambino dimenticato. Nel tuo lungo viaggio dovrai temere chi come te è nato con la crudeltà terrena"

In questo luogo dissacrato, per il volere del Grande Padre una seconda blasfemia trovò inizio. Si dice che Lebland, portatore di follia, abbia successivamente divorato  il cuore di Ramses, ma che il tormento di Adam sia stato quello di essere rinato da un demone; immerso nella pancia aperta di un abominio, egli attraversò il nero sangue per riemergere come portatore di speranza. Nella frenesia dell'atto il  bambino staccò una delle costole del essere cornuto. 

"Oh mio grande salvatore, uccidi Lebland e raggiungi gli angeli negli alti cieli"

La leggenda narra che questi due uomini si diedero battaglia per l'eternità e che il Grande Padre stufo di non trovare un vincitore rese gli angeli e i demoni mortali, condannando lo stesso destino a Lebland e Adam. 

Sono passati due secoli dalla loro ultima battaglia e proprio oggi, un'uomo dal pelle candida e dalla spada rossa si erge sulla montagna più alta in attesa del suo antagonista.




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