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il mio risveglio fu tutt'altro che soave, con megan che bussava insistentemente alla mia porta.

<ellie, alzati e vieni ad aprirmi!>

sbuffai, alzandomi di fretta mentre la mia vista si oscurava a causa del cambio improvviso di pressione.

<che c'è?>
<ma sai che ore sono??>
<no>
<si vede. posso entrare?>
<sì, ormai>

megan si fece strada in camera mia, che era già disordinata, sedendosi poi sul mio letto ed esplorando con lo sguardo ciò che la circondava.

buttai un'occhio alla sveglia sul comodino, accorgendomi che era mezzogiorno.

"cazzo, ho dormito troppo" pensai, mentre ancora mi stropicciavo il viso.

<allora? perché sei qua?>
<cosa intendi?>
<che l'evento è sta sera, cosa ci fai qua così presto?>
<pensavi seriamente che ti avrei lasciata dormire per tutto il giorno?>

alzai gli occhi al cielo, e mi diressi verso il bagno per sciacquarmi il viso con l'acqua più fredda che il rubinetto aveva da offrire.

<e comunque devo spiegarti cosa faremo sta sera, e pensavo che oggi pomeriggio potevamo uscire e fare un po' di shopping>

spensi l'acqua, mi asciugai il volto e tornai dalla ragazza che ora era in piedi vicino al terrazzino che la camera aveva a disposizione.

<non hai vestiti?>
<certo che ce li ho, ma sai come sono fatta>

sì, nonostante i 3 anni passati lontana da lei, non era cambiata, e nemmeno le sue abitudini.
lo shopping per lei era come un porta fortuna prima di un evento importante, una sorta di rituale, e se non usciva a comprare qualcosa, impazziva.

<tu hai già mangiato?>
<no, e sto morendo di fame>

ordinammo qualcosina, giusto per riempirci lo stomaco.
io mi ero appena alzata e non ho mai chissà quanta fame alla mattina.
è già tanto se faccio colazione.

eravamo sedute sopra il mio letto ancora da rifare, mentre io scavavo con il cucchiaio nel vasetto di yogurt greco ormai prosciugato, e megan addentava le foglie di insalata e i pomodori all'interno della grande scodella che teneva tra le mani.

<allora, non ho ben capito neanch'io che cos'è, ma è una sorta di evento dove molte persone famose, comprese noi, sono state invitate a partecipare ad una grande festa>
<ma cosa si farà?>
<ci saranno dei tavoli divisi, si cenerà, ci faranno qualche foto, qualche piccola intervista, e poi non so>
<tutto qua?>
<beh, sì>
<una spece di appuntamento con le celebrità del momento>
<beh, non proprio>
<ma ci sarà qualcuno che conosciamo?>

megan iniziò a sorridere, si pulì la bocca e appoggio la ciotola ormai vuota.
prese una bottiglia d'acqua, ed iniziò a svitarne il tappo.

<sì, ma non posso dirti chi, è una sorpresa>
<eddai megan, sai che odio la suspance!>

strinse le spalle.
quando fa così, so già che nonostante quanto io insista, non riiscirei mai a farla cedere.
avrei potuto tentare in qualsiasi modo, ricattandola, minacciandola, cercando di farla sentire in colpa, avrei potuto esaurirla a forza di chiederglielo, ma sarebbe stato solo uno spreco di energie.
quando si metteva in testa una cosa, niente poteva farle cambiare idea e rinunciare al suo obbiettivo.

<neanche un indizio?>

rimase qualche secondo in silenzio, con lo sguardo pensieroso mentre giocava con gli anelli che gli circondavano le dita.

<sono in quattro>
<e questo mi dovrebbe aiutare?>
<beh, fattelo bastare perché io non ti dirò altro>

alzai gli occhi al cielo, cercando di scavare nel mio passato per vedere se conoscevo qualcuno di famoso.
ma niente, non ricordavo.
sono in quattro era troppo generico, ho conosciuto così tante persone nel corso della mia vita, che non saprei da chi iniziare a supporre.

<quand'è la festa?>
<inizierà verso le 8, ma noi partiamo alle 7>
<ci sarà tanta gente?>
<non lo so>
<mi puoi dire almeno per cosa sono conosciuti? sono quattro maschi? quattro femmine? misti?>
<maschi>
<e per cosa sono famosi?>
<se te lo dico li indovinerai subito>
<eddai>
<dai su, preparati che andiamo a fare shopping>

sbuffai, e quando finimmo di prepararci ci dirigemmo al centro commerciale più vicino.

ovunque andavamo, in qualsiasi negozio entramavo, mi sentivo osservata.
era normale per me, oltre perché lo facevo di mestiere, essere guardata mentre sfilo, ma anche perché se in questo mondo entri negli standard di bellezza della maggior parte delle persone, allora è scontato che tu dia nell'occhio.

svaligiammo vari negozi, comprando più vestito di quanto immaginavo.
i sacchetti spessi di carta, erano talmente tanti, che non stavano tutti nel bagagliaio.

arrivammo all'hotel intorno alle 5, l'orario perfetto per iniziarsi a preparare.

non persi tempo, e mi buttai subito in doccia.
avevo in programma di mettermi un vestito che avevo appena comprato, un vestito di cui mi ero innamorata dal primo momento.
era molto aperto, soprattutto sul seno, ma non era corto, affatto.
però aveva un taglio che lasciava scoperta la gamba.
grazie a questa "apertura", i tacchi che avevo in mente si sarebbero visti molto di più, rispetto a se non ci fosse stata.
non erano dei tacchi troppo alti.

finita la doccia mi asciugai, mi vestii, sistemai i capelli, e il trucco.
mentre facevo tutto ciò, la mia mente ancora cercava di capire chi fossero questi 4 ragazzi, che per ora a me erano sconosciuti.
avevo un presentimento di chi potessero essere, ma sembrava quasi impossibile.
quei 4 ragazzi della mia infanzia, che non ero pronta a rivedere.

però non vedevo l'ora di scoprirlo, e più l'evento si avvicinava, più quel peso sul petto si espandeva.
era più agitazione, che paura.
ma cercavo di non dargli troppa importanza.
ero abituata e avevo delle tecniche per non agitarmi, per rilassarmi, soprattutto prima di una sfilata, ma sta volta era diverso.
era più forte di me.

<dai andiamo>
<arrivo>

la macchina già ci aspettava fuori dall'hotel, e appena arrivammo, i flesh delle foto iniziarono subito ad abbagliarci.

<ellie!! megan!!>
<eccole!!>

831//tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora