Capitolo 13

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Sentimmo dei passi avvicinarsi alla sala delle torture. Dei passi che avevo ormai iniziato a riconoscere.

<<Finalmente hai deciso di tornare>>
<<È passato solo un anno. Ti sono mancata così tanto?>>

Dazai ci guardó, sembrando veramente confuso per la prima volta. Non ci fece nessuna domanda sciocca, del tipo "ma vi conoscete?". Era una domanda scontata. Rimase semplicemente in silenzio, cercando di cogliere il più possibile da quella piccola conversazione.
Mi piaceva il modo in cui analizzava ogni situazione, rimanendo nell'assoluto silenzio.

<<Come sta Elise? Continui a torturarla con quegli orrendi vestitini?>>
<<Non credo che anni fa li consideravi orrendi. Scommetto che mi avresti supplicato per averne almeno uno>>
<<Touchè>>

Mori fece un passo in avanti.

<<Hai intenzione di tornare tra noi?>>

Lucifero, il diavolo tentatore, era tornato. Avevo rimesso piede tra le fiamme ardenti. Ma non mi sentivo bruciare. Perché sapevo che c'era Dazai.

<<Non sono mai stata una di voi. Semplicemente soddisfavo il mio bisogno di appagamento>>
<<Detta così sembra che fossi una prostituta>>
<<Vedo che non hai perso il senso dell'umorismo>>

Anche se in piccola parte, non potevo negare che avesse ragione.

<<E dimmi, sei stata appagata a sufficienza qui, perché te ne sei andata?>>

Perché me ne sono andata? In effetti aveva ragione. Stavo bene lì e non c'era nessun buon motivo per andarmene.

Ma iniziai a sentirmi a bruciare e a soffocare tra le ceneri. Sembrava che l'angelo che era in me sin da piccola non se ne fosse mai andato.

È durante la mia fuga che capii che tra paradiso e inferno, la scelta migliore era il purgatorio. Vivere come uno spettro che aspettava il suo giudizio. Vedere le persone comportarsi come marionette solo per meritarsi un posto al paradiso. Per diventare angeli. Ma nessuno sapeva che le ali non avrebbero mai sorretto il peso dei loro peccati.

Lí non avrei rischiato di bruciare né di cadere.

<<Avevo le mie motivazioni>>
<<Allora perché sei qui ora?>>
<<Ma la conosci la frase "fatti i cazzi tuoi'?>>
<<Ti sembra il modo di trattare il tuo paparino?>>
<<Tutore. Non spacciarti per mio padre>>
<<Eddai T/n, ti ho raccolto dalla strada a soli tredici anni, ormai dovresti volermi bene come un padre>>
<<Mai. Avevo capito che volevi usarmi come macchina da omicidi>>

Lui si limitò a ghignare silenziosamente.

Quasi mi scordai di Dazai.

<<Bene, è arrivato il mio momento di andare. A mai più Mori>>

Uscii quasi di corsa. Sono stata stupida. Tanto. Come ho fatto a scordarmi della presenza di una persona? Ora Dazai era a conoscenza di una parte del mio lato più buio.

Non appena uscii dall'edificio, l'aria sembrò bruciarmi i polmoni.

Iniziai a incamminarmi verso casa. Ero ormai a metà strada, quando qualcosa mi costrinse a fermarmi. Quel qualcosa era la mano di Dazai attorno al mio polso.

<<Vuoi spiegarmi cosa sta succedendo?>>

Mafia in love - Dazai x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora