Cattività

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Ripresi conoscenza lentamente, tutti i miei sensi si stavano risvegliando uno ad uno, cercando di strappare informazioni all'ambiente circostante, cercando di capire quanto brutta fosse la situazione. La tigre premeva contro la pelle per emergere, la sentivo ringhiare appena un passo dietro la barriera della mia volontà, voleva uscire e combattere per salvarci entrambe.

Fosse stato così semplice...

Socchiusi gli occhi, girai appena la testa per cercare di inquadrare quanto più potevo di ciò che mi circondava e mi concessi un debole sospiro, avevo mani e piedi legati con robuste catene di ferro che scendevano fino al pavimento. La stanza nella quale mi trovavo sembrava essere stata ricavata dalla roccia, le pareti erano scavate, lisce ma spoglie, un tavolino di legno chiaro dall'aspetto malandato con una sedia sulla sinistra, un'altra sedia ai piedi del letto su cui erano piegate delle coperte di lana ed il mio letto-prigione addossato al muro di destra. La porta che dava verso l'esterno era di ferro, con una specie di occhiello con chiusura scorrevole che mi ricordava tanto i film militari sulla seconda guerra mondiale.

Mi facevano male le tempie e ogni singolo muscolo del corpo si ribellava a quella staticità, chissà da quanto tempo ero ferma in quella posizione. Provai a rallentare il respiro per cercare di entrare in contatto con il Potere, per ristabilirmi almeno in parte con l'energia che scorreva nella terra, ma ogni mio tentativo fu inutile.

Era come se fossi circondata da un muro di gomma elastico e resistente.

Per quanto cercassi di passarvi attraverso, venivo immancabilmente rispedita indietro.

Intontita dall'emicrania che mi martellava le tempie, sentii la paura addensarsi sul fondo della gola, amara e oppressiva.

Ero stata catturata da una specie di setta che torturava, mutilava e infine uccideva i mutaforma come me, le speranze di uscirne viva a quel punto erano davvero molto poche. Ma se dovevo morire, allora non me ne sarei andata da sola, avrei combattuto e ne avrei portati con me quanti più possibile.
I Cacciatori.

Una setta che aveva causato l'incidente stradale in cui erano morti i miei genitori e dal quale io ero sopravvissuta per miracolo. Una setta che aveva fatto irruzione nella Tenuta e probabilmente aveva ucciso tutti quelli che conoscevo.

Il cuore mi si strinse repentinamente in una morsa dolorosa.

Uriel.

Stella.

Manuel, Carmen, Brianne, Ayan...

Non volevo credere che fossero morti, non potevo, ma non riuscivo a pensare ad altro.

Perché mai i Cacciatori avrebbero dovuto risparmiarli?

Perché avevano preso me?

Sentii dei rumori fuori dalla porta, qualcuno si stava avvicinando, chiusi gli occhi e decisi di fingere di dormire per guadagnare tempo.

La porta sussultò mentre una chiave azionava la serratura e la apriva silenziosamente, sentii qualcuno venire verso di me e fermarsi a pochi passi dal mio letto, in silenzio. Passarono diversi minuti, mi sentivo osservata e la cosa mi faceva sentire vulnerabile, la tigre ruggiva nella mia mente, cercare di rimanere immobile stava diventando un'agonia.

Avvertii il movimento d'aria quando lo sconosciuto si spostò, rumore di legno trascinato sul pavimento, doveva essersi seduto sulla sedia.

Ancora la sensazione disturbante di essere osservata.
"Sei un'attrice terribile. Apri gli occhi e smettila di fare finta di dormire.", voce di donna con una lieve nota sarcastica.

Lo shock di essere stata scoperta mi fece trattenere il respiro, mossa stupida, adesso era evidente che fossi sveglia. Aprii gli occhi e voltai la testa per affrontare la mia carceriera.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 30, 2023 ⏰

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