𝕿𝖆𝖓𝖏𝖎𝖗𝖔 𝕶𝖆𝖒𝖆𝖉𝖔

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Lo scontro era ormai giunto al termine. Io, Zenitsu ed Inosuke avevamo finalmente sconfitto la sesta luna crescente. Eravamo tutti stremati e colmi di ferite, in particolare i miei due amici ed il pilastro del suono Tengen Uzui, che decise di abbandonare tale ruolo, dopo aver perso anche la mano.

Presa dalla situazione, non mi resi conto che all'appello mancava una persona, Tanjiro.

L'ultima volta che lo vidi, era stato messo alle strette da Gyutaro, fratello di Daki nonché il demone che stavamo fronteggiando io e gli altri due spadaccini.

Mi recai immediatamente nel luogo dello scontro, e fu lì che lo vidi: Era steso a terra, e con la mano destra impugnava ancora la sua katana. Il mio cuore si fermò quando all'ennesimo richiamo lui continuò a non rispondermi, ormai l'unico briciolo di speranza era svanito.

I miei occhi, che tutti ritenevano profondi e ricchi di bagliore come in una notte stellata, divennero lucidi a causa delle lacrime che sgorgavano incessanti da essi.

Urlai. Urlai in modo che qualcuno fosse corso ad aiutare me ed il mio amato Tanjiro, e così accadde: Tutta la nostra squadra si recò sul posto, compresi i due pilastri Iguro e Tengen. Cercarono di fermare le emorragie in corso, ma così come me, ormai capirono che non c'era più niente da fare.

Mi appartai da quel cumulo di macerie, che si era fatto piccolo e mancante d'aria. Vidi in lontananza una Nezuko che non sapeva ancora cosa fosse accaduto al fratello, lo riconobbi dal suo viso innocente, ancora colorato dalla felicità della vittoria. Corsi verso di lei e la abbracciai facendoli cenno con la testa verso il posto che prese il nome di Inferno.

Una lacrima le rigò il volto, e li non c'è la feci più.
Non c'è la feci più perché non potevo assistere ancora una volta alla morte di una persona cara
Non c'è la feci più perché per colpa di queste creature malvagie, un'altra vita fu strappata via
Non c'è la feci più perché mi sentì delusa da me stessa, perché ancora una volta fallì nel proteggere qualcuno
Non c'è la feci più perché era da tanto, troppo che non piangevo
Non c'è la feci più perché ero semplicemente giunta al limite.

Crollai addosso alla sorella dell'unica persona che avessi amato in vita mia. La rabbia repressa dentro di me si liberò come un animale in gabbia che vede per la prima volta la libertà, e con tutta la forza che ebbi in corpo, urlai. Perché in quel momento era l'unica cosa che riuscì a fare.

Tutti rimasero scioccati dal mio gesto, tanto che scese intorno a me un silenzio tombale, spezzato solo dalle lacrime di noi presenti per la perdita di un'amico, di un fratello, di un fortissimo spadaccino, e dell'amore della propria vita.

Passò del tempo, forse qualche ora, ed ormai capimmo che non c'era più niente da fare così, presi coraggio, e mi avvicinai a Tanjiro per tornare dal Capofamiglia ed annunciarne la scomparsa.

Notai però una cosa, il colorito della pelle non era cambiato ed anzi, la cicatrice posta sulla fronte prese le sembianze di una fiamma dal colore rosso intenso.

Con ancora gli occhi lucidi, strinsi la mano del mio amato, e mi abbassai sul suo viso per lasciarli quello che definì ultimo bacio, nonché anche il primo.

Poggiai le mie labbra bagnate dalle mie lacrime, sulle sue ancora calde e soffici, come un vero e proprio paradiso terrestre.

Il cuore compì un balzo: Sentì qualcosa, o meglio qualcuno, stringere la mia mano
alzai immediatamente lo sguardo, e quello che ebbi davanti furono i suoi occhi scarlatti con un leggero scintillio che entrarono in collisione con i miei, spenti e lucidi.

Mi sorrise, e portò una mano sulla mia guancia, per poi passare il pollice sopra la lacrima che era caduta inconsciamente e la asciugò.

Presi coraggio e parlai

"Tanjiro! Tanjiro ti prego dimmi che ci sei! Dimmi che rimarrai qui con noi" enunciai a gran voce, quasi strillando.

Mi rispose con voce fioca "Ci sono. Sono qui con te, anzi, con voi. Non so per quanto tempo ancora resisterò in questo stato senza cure mediche, ma sono qui"

In quel momento scoppiammo tutti in un pianto, ma questa volta di gioia, increduli di come avesse fatto a non morire con tutte quelle ferite che li trafiggevano il corpo.

Il guaio però non era stato risolto, ci precipitammo alla villa delle farfalle, dove lo curarono immediatamente, e fecero il possibile per toglierlo dal pericolo di vita.

Io, Zenitsu, Inosuke e il pilastro rimanemmo fino a notte fonda in attesa di risposte da parte delle infermiere di casa Kocho, ma ero ormai impaziente e volevo sapere.

Lo scenario che mi ritrovai fu a dir poco surreale: Le primi luci dell'alba  fecero irruzione nella stanza dalla grande finestra, creando un' atmosfera calda, dovuta dal colorito rossastro di essa.

Tanjiro riposava su un lettino, con un sorriso sul volto e il busto coperto da bende e fasciature.

Giunsi di fianco a lui, ed inaspettatamente prese la mia mano e la intrecciò con la sua. Non riuscì ad aprire gli occhi, ma la sua bocca pronunciò due semplici parole:

Ti amo.

"Anche io Tanjiro, anche io. Ti amo dalla prima volta che ti ho visto. Ti amo dalla prima volta in cui mi sono persa nei tuoi occhi ricolmi di bontà e gentilezza. Ti amo dalla prima volta che mi hai detto grazie. Ti amo da quando volevi sacrificarti per me, e credimi, dopo oggi, ti amerò sempre di più ogni giorno che passerò con te"

E così, con l'alba ormai giunta e il paesaggio dipinto di colori primaverili simboleggianti l'amore che provevamo nei nostri confronti, passammo il resto della nostra vita insieme, ricchi di amore che riservevamo l'uno per l'altro.












🌑 𝕿𝗁𝖾 𝕰𝗇𝖽 🌑

Hey ragazzi, questa è la prima one shot della raccolta dedicata a demon slayer. Ce ne saranno altre su tutti i personaggi. Mi scuso in anticipo per eventuali errori grammaticali ma tutto ciò è nato per caso e sono quasi le 2:00 di notte, quindi not mea culpa.

Vi voglio bene 🖤

-sviichix

𝕺𝗇𝖾 𝕾𝗁𝗈𝗍𝗌 • 𝕯𝖾𝗆𝗈𝗇 𝕾𝗅𝖺𝗒𝖾𝗋 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora