Dopo aver chiamato molti dei nostri amici, io e Maggie ci dirigiamo dove una volta sorgevano le rovine del campo giapponese dove abbiamo perso Allison. Niente è più come prima: le mura sono cadute e il verde torreggia su tutto quello che rimane di questo orribile posto. L'unica cosa che si vede ancora sono alcune parti dei vecchi cancelli che ancora sono in piedi. Avvicinarsi a questo posto è stato il passo più difficile da fare ma se servisse davvero a qualcosa riuscire a sistemare le cose con Allison, vorrei che lei fosse davvero in pace. Attraversiamo quello che rimane del cancello e i ricordi iniziano ad affiorare nella mia mente: la corsa nei tunnel per cercare Lydia rapita dal nogitsune, i miei amici che combattono contro gli oni sfuggiti al controllo della madre di Kira, il dolore di stringere la donna che ho sempre amato tra le braccia mentre muore, la rassegnazione alla perdita.
-Avrebbe dovuto essere qui. Con me, con noi.
-Lo so, Scott. – risponde la mia migliore amica. Mi giro verso di lei e delle lacrime le scorrono sul viso. Prendo la sua mano nella mia e la stringo forte. – Ti prometto che riusciremo a scoprire come tutto questo sia collegato a lei.
-Allora, mettiamoci all'opera. – afferma una voce alle nostre spalle. Ci voltiamo e il volto un po' contrito della nostra Lydia ci sorride leggermente. Maggie lascia la mia mano per stringere tra le braccia la rossa che ricambia con molto affetto la stretta della mia migliore amica. – Sono così felice di vedervi.
-Anche noi. – risponde Maggie sciogliendo l'abbraccio.
-Grazie per essere venuta subito. – affermo stringendola a mia volta un abbraccio da stritolare le ossa.
-Davvero credete che sia tutto vero? – chiede la rossa sciogliendo l'abbraccio e guardando verso il suo come se non credesse di trovarsi proprio sullo stesso suolo di tanto tempo fa. – Che Allison è bloccata e che non riesce a passare dall'altra parte?
-Non lo so, ma se tentare questa via piò aiutarla davvero senza che ci rimetta nessun altro, sono pronto.
-Okay. – risponde la rossa con più convinzione di prima.
-E su questo siamo tutti d'accordo. Possiamo farcela. – afferma la mia migliore amica facendoci sorridere un po'.
-Non sei un po' arrugginita, vero? – chiede Lydia con furbizia.
-Oh no! Credimi! Eli ci fa uscire pazzi. Penso che un giorno o l'altro lo sceriffo Stilinski busserà alla nostra porta con qualche infermiere di Eichen House pronti a rinchiuderci. – ammette sorridendo pensando al figlio.
-Allora, proviamo. – dice aprendo la cartella che si è portata dietro ed estraendo diversi fogli con qualche schizzo incompleto. – Ci serve una manciata di terriccio del suolo dove è morta Allison.
-Okay. – esclamiamo tutti e tre insieme. Guardo le mie due amiche più fidate e decido di farlo io. Mi abbasso verso il suolo e inizio a colpirlo tre volte, con molta forza, fino ad arrivare al terriccio che ci serve. Ne tengo un po' nel pugno della mia mano e lo avvolgiamo in un fazzoletto in modo che non se ne perda neanche un po'. Dopo di che, ci incamminiamo alle nostre auto e ci dirigiamo verso la casa che appartiene a mia madre e troviamo Chris che ci aspetta. Entriamo in casa e lui fa vedere la spada, che tiene nella valigetta, a Lydia.
-Vi dispiace richiuderla? – domanda Lydia dopo alcuni secondi di contemplazione.
-Subito. – risponde il cacciatore chiudendo la valigetta. – Ascolta, tua madre sa che sei qui?
-Di te lo sa?
-No, e vorrei restasse un segreto. – risponde il cacciatore ripensando a come si sono lasciati lui e mia madre. Non molto amichevolmente, direi. Lascio un piccolo sguardo alla mia migliore amica e vedo che cerca di mantenere segreto il sorriso che le spunta in viso. Su questo argomento, la situazione è un po' scomoda.
-Anch'io.
-Bene, Lydia, abbiamo il terriccio dov'è morta e l'arma che l'ha uccisa. Dovrebbero essere i primi due step. Poi? – domanda Chris cercando di capire che cosa ci aspetta mentre la rossa riapre la sua fidata cartella e tira fuori i fogli da far vedere a Chris.
-In realtà, pensavo che mi avreste aiutato voi. Voglio dire, sono un po' fuori allenamento. – ammette la rossa distribuendo i fogli sul tavolo.
-Però urli ancora come una banshee, no?
-Diciamo non come un tempo. – afferma leggermente titubante. – E' un po' come un muscolo. Se smetti di usarlo, si atrofizza.
-Perché hai smesso di usare il tuo potere? – domanda Chris con molta curiosità e Maggie tossisce leggermente, come se volesse evitare l'argomento al posto di Lydia.
-Stiles. – risponde una voce, che proviene dal salotto, al posto della rossa al mio fianco. Jackson, quel Jackson, entra in cucina come se si trovasse in casa propria aprendo il frigorifero e tirando fuori un pezzo di pizza. – Figuriamoci se non ha a che fare con Stiles.
-Che ci fa Jackson qui? – chiedo scatenando la risata di Maggie che, alla fine, non è riuscita a trattenere.
-Davvero, ragazzi. Mi siete mancati immensamente. – dice prendendo un po' di succo dal frigo.
-Cosa state facendo? – domando ricevendo un'occhiata assassina da entrambi i ladri di cibo.
-Prima di tutto, a Jackson non piace che si parli di lui come se non fosse presente. – risponde non lasciando il pezzo di pizza. – E secondo, mi ha chiamato Lydia. Ha implorato per il mio aiuto, come sempre. Io ho accettato, ma mi ha promesso di non dire nulla ad Ethan perché io ho promesso a Ethan che non sarei più tornato in quest'incubo di città.
-Grazie. – dice sottovoce la rossa cercando di non farsi sentire ma senza successo.
-Dovresti mantenere le promesse fatte alla tua metà. – dichiara Maggie continuando a bere succo e massaggiandosi la pancia.
-Tuo marito sa di cosa ti stai occupando? – chiede Jackson prendendo Maggie in fallo che si rabbuia velocemente.
-Dunque, come aiutiamo Lydia? – chiede evitando il discorso.
-Oh! Mi piacciono questi giochi! – esclama l'ex kanima interrompendo il discorso iniziato da Lydia.
-Non è un gioco. – afferma Chris impedendo alla mano di Jackson di prendere i fogli.
-Ho degli artigli che rilasciano veleno in grado di paralizzarti e una coda con cui spezzarti il collo. Quindi, toglimi le mani di dosso. – risponde Jackson innervosito dal tocco del cacciatore. Sfila la sua mano da quella di Chris e prende i fogli portandoli sul pavimento, non lasciando la pizza. Lo guardiamo lavorare per un po' fino a quando non realizziamo che Lydia ha disegnato un albero con al centro la parola Bardo. Ma non un albero qualunque ma uno dei tanti nemeton. – E' un albero.
-Non è un albero qualunque.
-E' il bosco sacro. – afferma Lydia sapendo benissimo di cosa stiamo parlando.
-Gli antichi druidi lo chiamano nemeton. – risponde Chris spiegando meglio che cosa è davvero quest'albero.
-Sembra proprio un albero. – dichiara Jackson ma Lydia lo guarda spazientita.
-Credo che sia arrivato il momento di avvisare Derek. – afferma la mia migliore amica ed io non potrei essere più d'accordo di così.
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I'm never change who I am
WerewolfQuando una nuova minaccia rischia di colpire di nuovo la città di Beacon Hills, Scott decide di radunare tutto il branco e tornare nel luogo dove tutto è iniziato per riuscire a risolvere anche questo mistero. Ma cosa succede se il cattivo da affron...