1.

354 9 0
                                    

3 luglio

Meno 863 ore, 50 minuti e 40 secondi.

Seduta sul mio letto, con le gambe strette al petto, penso per l'ennesima volta a quanto era facile quando il mio unico pen- siero era quello di dovermi alzare la mattina per andare a lezione, rimandando continuamente la decisione di cosa avrei fatto dopo l'università.

Solitudine. Silenzio. Mentre il mondo va avanti senza freni, senza un attimo di pausa.

Riprendo in mano il cellulare e il mio viso viene illuminato da un messaggio che compare sul display:

Olivia, nonché Liv, nonché mia migliore amica.

Sono passati novantotto giorni (li ho contati) da quando, anche se ci provo, non mi parli più, fatta eccezione per qualchemessaggio scritto. Grazie, sto bene! Mi fa piacere che tu ti stia preoccupando per me, la mia vita sta andando avanti, speroanche la tua... Cioè, sei ancora viva, vero? Non è mia abitudine scriverti mentre siamo nella nostra fase "non voglio vederti o sentirti". Il mio orgoglio ha la meglio sututto. Ma incontrandoti in giro non ho potuto fare a meno di notare il tuo volto, irato e malinconico, e non essendo né cieco néstupido ho collegato il tutto a me... (Hai visto quante parole nuove ho imparato in questi novantotto giorni?) Sono tre settimaneche non mi scrivi e questo mi fa riflettere sul tuo pessimo stato d'animo (oltre che sul tuo carattere: infatti non è un caso sefino a oggi ho trovato quattrocento difetti). A parte gli scherzi, volevo solo aggiornarti sulla mia vita, visto che so benissimo che ti interessa. Ho passato la nottata alavorare al disegno di cui ti ho parlato qualche mese fa, sarà che il tuo cattivo umore mi ha dato l'ispirazione giusta. O sarà che non avere nessuno con cui confidarmi mi porta a questo, a dar sfogo ai miei pensieri con l'arte. Forse perché sono troppi... Sì, mi sto annoiando, è per questo che ti sto scrivendo, nel caso non lo avessi capito. Fatti sentire ogni tanto, non vorrei mai che la mia mancanza si facesse oltremodo insistente.

L'ostinazione di Vincent fa aumentare la mia rabbia, così tanto che blocco lo schermo del cellulare e lo tengo in mano con l'idea che possa evaporare, per tutto il nervoso che ho addosso. Gli ho chiesto di non scrivermi più, ma lui lo fa lo stesso. Gli ho chiesto di non parlarmi, ma ci ha provato più di una volta. Cosaodio di più? Che mentre sto cercando di rinchiudere i miei sentimenti in un angolo remoto del cervello, lui fail pos- sibile per continuare a essere un costante e quotidiano chiodo fisso. Inoltre, la sua sfacciataggine e il suo sminuire le mie scelte rendono tutto più difficile.

Dopo qualche istante vedo il mio viso riflesso sullo schermo nero, un maledetto sorriso stampato in facciaper il messaggio di Vincent. Lancio il cellulare lontano da me e mi alzo in piedi per dedicarmi ad altro. La mia stanza bianca, che di solito mi conforta, oggi assomiglia a una gabbia.

Primo obiettivo della giornata: non pensare a Vincent. "Già fallito" mi dico. Imporre a me stessa di non farlo è come pensare a lui comunque, no? In verità non credo che riceverà una mia risposta molto presto, né per messaggio né a voce... Un cuore ferito cambia tutto di una persona e, nonostante sia passato un po' di tempo, novantotto giorni come dice lui, devo riflettere ulteriormente per capire come cancellare i sentimenti che provo ancora nei suoi confronti e seppellirli insieme al giorno in cui mi ha friendzonata.

All'improvviso una voce mi desta dai miei pensieri. 

«Allora, hai deciso che cosa fare?» chiede.

«Mamma, la prossima volta avvisami che stai per entrare!» Salto sulla sedia. «Ero sovrappensiero e mi hai spaventata.»

«Hai deciso che cosa fare?» ripete, abbozzando un sorriso.

«Di cosa stai parlando?»

«Devi scegliere quali test di ammissione sostenere a settembre, ne hai due lo stesso giorno e altri nella stessa settimana» risponde lei.

Giusto, l'università. «Non ne ho idea» sospiro.

«Sei ancora indecisa?»

«Sì, penso che mi prenderò qualche giorno in più per riflettere» rispondo onestamente.

Notizia flash: Olivia non sa che cosa fare del suo futuro. Nei mesi successivi alla laurea, in preda alla rabbia e alla confusione, ho stilato una lista di corsi di magistrale e master con l'idea di voler proseguire gli studi... Ma era solo un'ipotesi. E, per ora, le cose sono rimaste così: un pensiero che galleggia come un fumetto sopra la mia testa. Il problema? Ho paura di fare la scelta sbagliata. Che tra quelle opportunità non ci sia lamia strada. E se questa cosa mette sotto pressione me, figuriamoci mia madre e mio padre.

Loro sono i più amorevoli sulla faccia della terra. Mi vogliono bene, come ogni genitore. E proprio come ogni genitore ci tengono a vedermi felice e realizzata, con i titoli conseguiti e bla bla bla. Ma questo loro desiderio renderebbe felice anche me?

Perché quel che sento io è un'unica grande paura: non riuscire ad avere controllo sul mio futuro, non sapere dove mi porteranno le scelte che farò, quanto queste saranno giuste e quanto sbagliate. Nella mia vita ho sempre vissuto con il costante timore di pentirmi, di deludere le mie stesse aspettative alla ricerca della vita perfetta, che nemmeno io so com'è... Ma ho la certezza che prima o poi il giorno della decisione arriverà, e io non so se sarò pronta.

«Va bene, non ti tormento più. So che sceglierai il corso di laurea magistrale più adatto.» Il suo sorriso miscalda il cuore.

«Con Vincent?» Fa la seconda domanda sbagliata della giornata.

«Lo sto ancora ignorando» rispondo sincera, non ho nulla da nasconderle.

«Non ti è ancora passata?»

«No.» Mi si spezza la voce nel dirlo.

«Ti sei presa proprio una bella cotta, vero?»

«Purtroppo.»

«Il tempo guarirà tutto, devi solo avere pazienza. Ciò che stai facendo – prendere le distanze per non rovinare l'amicizia che avete conservato in questi anni – è la scelta giusta. Lo capirà anche lui, prima o poi» mi rassicura.

"Prima o poi..." Più poi che prima, visto che l'ultima volta che abbiamo avuto una conversazione seria, faccia a faccia, non ha capito proprio un bel niente. O ha fatto finta.

«Prima o poi...» sussurro, voltandomi sovrappensiero verso la mia scrivania. Gli appunti sistemati, i libri per i test di ammissione ordinati in una pila simile a una torre, e poi la bacheca con i post-it e i disegni cheVincent mi ha regalato in questi anni.



N.A: Ciao! Il booktour continua. Ci vediamo:

12/09 VERONA, ore 18:00, LaFeltrinelli via Quattro Spade 2

15/09 MILANO ore 18:00 Mondadori Duomo 

Non vedo l'ora di abbracciarvi ♥️

Yellow Hearts, anche l'amore ha un coloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora