La fine dell'estate

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La musica pompava dalle casse, le luci stroboscopiche rendevano più eccitante l'atmosfera; mentre, i corpi di me e Lilia si scuotevano a ritmo. Non potevo definirmi ubriaca, eppure mancava un pelo dall'esserlo. Mi sentivo così leggera e instabile, ballando sulla console. La serata aveva preso una piega inaspettata da quando avevo ricevuto l'ennesimo rifiuto da uno dei miei nuovi malesseri. Lil mi aveva obbligata ad uscire con lei, accompagnandola in discoteca ad ascoltare uno dei suoi dj preferiti, nonostante io non ne avessi voglia. Percepivo già nell'aria problemi e sofferenze, e proprio per questo avrei fatto a meno di uscire di casa. Eppure, eccomi lì. Non appena ero entrata in discoteca avevo ricevuto un bel messaggio di rifiuto da Matteo, tanto per cambiare, e come se mi si fosse accesa una scintilla mi ero fiondata al bancone. Meglio bere che spaccare qualcosa. Lilia non aveva fatto in tempo a leggere che aveva già capito tutto e non si era opposta alla mia scelta, anzi, aveva partecipato lei stessa. Fanculo i ragazzi, soprattutto Matteo.

Lilia strusciò il sedere contro la mia intimità, attirando le urla eccitate dei ragazzi al di sotto della console. Mi venne da ridere e seguii il suo movimento. Era divertente osservare con quanta facilità i ragazzi fossero attirati dalle ragazze sulla console, ancora peggio se ballavano come noi. Lil non si faceva scrupoli, anzi. Quando cambiò canzone guardai la mia amica legarsi i capelli in una coda e ripresi fiato «Madò che ballata...» anche lei non aveva più fiato.Avevo bisogno di bere ancora qualcosa, la mia gola era più secca del deserto del Sahara. «Andiamo a prendere qualcosa da bere, sto morendo!» la trascinai verso i gradini della console per scendere senza ucciderci. Ci infilammo tra la folla di ragazzi sudati e nel giro di pochi secondi eravamo di nuovo al bancone. Il barman, non appena ci vide, sorrise sornione. Sapeva già quale fosse il nostro intento. Nello stesso momento, partì una delle mie canzoni preferite e mi venne il batticuore. Avrei voluto ballarla subito, ma il bere era la priorità.
Il ragazzo davanti a noi prese il suo drink e si spostò lasciandoci il posto, ma prima che potessimo ordinare due voci distinte attirarono la nostra attenzione.
«Ma guarda chi si vede! Lil!» la prima voce distrasse la mia amica, che si voltò rivelando uno dei ragazzi con cui si era sentita durante l'estate. Non mi ricordavo neanche il suo nome, anche lei aveva avuto il suo da farsi, ma con più fortuna di me. La seconda si avvicinò a me e, quando mi voltai, vidi un ragazzo dal volto nuovo. Non lo avevo mai visto in città. Era molto attraente. «Offro io da bere, due gin tonic» la sua voce era calda e profonda. Rimasi incantata a guardarlo per qualche secondo, mentre lui mi porgeva i due bicchieri colmi.

Lilia era scomparsa in mezzo alla folla, lasciandomi sola con quel ragazzo misterioso. Bevvi un sorso profondo dal bicchiere, rendendomi subito conto di aver fatto una cazzata. Perché? Perché ero partita per la tangenziale. Ero ufficialmente ubriaca e, all'ennesima mia canzone preferita, non ragionai più con il cervello. Fanculo, Matteo. Trascinai il ragazzo verso la pista da ballo, sotto il suo sguardo curioso ed un sorriso compiaciuto, ed iniziai a muovermi a ritmo. Non pensai più a nulla se non a ballare e a divertirmi. Ero stata alquanto sconsiderata, ma qualcosa mi diceva che potevo fidarmi di lui. Non sembrava a disagio, anzi, sorrideva guardandomi ballare. Mi era sembrato vedergli avanzare qualche passo. Finiti i drink, le sue mani si poggiarono sui miei fianchi avvicinando i nostri corpi sudati. Non so a cosa pensai precisamente in quel momento, ma me ne sbattei di qualsiasi briciolo di razionalità. Ero appiccicata ad un bel ragazzo e le sue labbra urlavano "baciatemi". Non avrei perso tempo. Lo guardai negli occhi e mi parve di vedere un lampo nei suoi, mi aveva convinta ancora di più. Mi fiondai su di lui, unendo le nostre labbra in un bacio passionale e scollegando il cervello.

Non avrei mai immaginato quello che sarebbe successo alla mia vita dopo quel gesto...

***

Sbuffai esasperata passandomi una mano tra i capelli castani scuro e cercai di non farmi vedere dalla prof Baffo di matematica. Non ero una frana in quella materia, anzi, la prof mi amava, però oggi non c'ero con la testa. E sì, faceva davvero Baffo di cognome. La scuola era iniziata da una settimana e Matteo aveva ripreso a scrivermi come se nulla fosse, come se non mi avesse rifiutata tre settimane prima. Quella serata potevo definirla impressa dentro di me perché era successo di tutto. Chissà chi era quel ragazzo misterioso e da dove veniva. Non ero riuscita a cavargli informazioni perché avevo dovuto salvare Lil da un gruppo di malesseri. Dopo aver portato in salvo la mia amica avevo perso di vista il ragazzo e non lo avevo più trovato. Un po' c'ero rimasta male, ma che cosa mi aspettavo? Che mi seguisse?

Dovevo concentrarmi sul mio quarto anno di liceo, ormai mi stavo avvicinando alla maggiore età, eppure ero ancora qui a pensare ai malesseri, alla festa e in parte a quel ragazzo misterioso.
Lil mi guardò confusa ed io le mostrai il display del telefono. «Patetico...» sospirò lei, nascondendosi dietro allo zaino viola. Matteo era patetico: dopo due settimane di silenzio, non appena era cominciata la scuola, lui era tornato. Facile giocare in quel modo, ma io non gliel'avrei data vinta. Lasciai in sospeso la conversazione, non avevo voglia di rispondergli.
Per fortuna la giornata non sarebbe stata lunga, l'orario definitivo non era ancora stato deciso e non mi dispiaceva fare lezione solo per 4 ore. Il vantaggio di frequentare un liceo artistico era questo. Ormai mancava giusto una mezz'oretta e poi sarei stata libera. La mia idea era di infilarmi sotto al letto con un buon libro o di guardare una serie tv.

Per me settembre era sempre stato come l'inizio dell'anno. Al termine dell'estate mi sembrava di concludere un ciclo della mia vita e, settembre, con il ritorno a scuola era un nuovo inizio. Avevo l'impressione che questo anno scolastico sarebbe stato diverso dai precedenti, percepivo una scarica diversa, ma non sapevo a cosa fosse dovuto. Quest'estate io e Lilia ne avevamo combinate di tutti i colori, in particolare lei conquistando mezzo stabilimento balneare. Ero riuscita a convincere i miei genitori a trascorrere le vacanze di agosto con Lil e con sua zia al mare e al solo ricordo mi veniva da ridere. La mia amica aveva attirato l'attenzione di diversi ragazzi, mentre io ero stata infastidita da diversi malesseri come li chiamavamo noi. Tipici ragazzi tormentati che si credevano divinità scese in terra, ma nella realtà dei fatti erano abbastanza sfigati. L'unico degno di nota era stato Matteo. Al solo pensiero del tempo trascorso insieme mi vennero dei brividi, ma mi ripresi subito. Era uno stronzo, peggio degli altri malesseri.

La campanella suonò rallegrando i miei compagni di classe, che non vedevano l'ora di tornare a casa e farsi i cazzi propri. «Riprendiamo la prossima settimana!» la Baffo cercò di farsi sentire oltre il trambusto degli studenti, ma avevo il dubbio che qualcuno l'avesse sentita. Ritirai le cose nel mio zaino alla velocità della luce e aspettai che Lilia fosse pronta, ci impiegava sempre una vita. «Suuu dai! Che rischio di perdere il bus!» la incitai. Il mio bus aveva un orario del cazzo perchè passava giusto dieci minuti dopo il suono della campanella e molto spesso tendeva ad anticipare lasciandomi a piedi. Quei cazzoni della presidenza non volevano lasciarmi il permesso di uscire cinque minuti prima per i mezzi. Era una battaglia che combattevo ormai dal primo anno. Non avevo voglia di aspettare il prossimo o, ancora peggio, di farmela a piedi.

«Arrivo arrivo!» la mia amica prese lo zaino e mi corse incontro. Di fretta e furia corremmo fuori dall'aula, in direzione dell'uscita, scansando qua e là alcuni studenti in mezzo al nostro percorso finché non giungemmo nel cortile gremito. «Dopo ti dico per questo weekend, forse ci becchiamo con Gabri» mi avvisò la mia amica. Mi ero scordata che il nostro amico Gabriele era tornato dall'America e che voleva organizzare un'uscita tra amici, dopo tutta l'estate. Prima di poterle rispondere mi bloccai. Nonostante fosse pieno di studenti il cortile, lo vidi subito. Era lui, non potevo non riconoscerlo. Mi fermai di colpo sgranando gli occhi «Oddio!» esclamai.


Angolinoo

Ciao a tutti! E' da un po' che non torno sulla piattaforma, ma ogni tanto ho qualche schiribizzo di idea e non posso fare a meno che tornare nel mio posticino a sfogarmi. Fatemi sapere che cosa ne pensate di questo primo capitolo :) sono molto curiosa!!

Attrazione fataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora