CAPITOLO 53

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KAI

<<Che c'è?>> chiede Harley con un sorriso in volto.

Io non rispondo mi limito a guardarla lasciando che i lembi delle labbra mi si incurvino verso l'alto.

Sta per chiedermi di nuovo la stessa domanda che ha espresso qualche minuto fa, ma io la interrompo per far scontrare le mie labbra con le sue.

Con un dolce bacio faccio congiungere le nostre lingue umide e lisce.

Stiamo per staccarci ma le nostre bocche non sembrano voler dividersi, anzi è come una corsa dove le labbra si rincorrono per esplorarsi meglio.

Prima Harley era in braccio a me, con le gambe che le sporgevano dalla poltrona e con il busto appoggiato contro il mio petto.

Durante i nostri baci appassionati si è spostata, mettendosi a cavalcioni sulle mie gambe.

Dopo svariati minuti in cui le nostre labbra si assaporano Harley comincia a muovere il bacino in avanti.

Dio, è la mia fine. Mi vuole morto.

Io d'istinto porto le mie mani sulle sue natiche stringendole leggermente non appena l'eccitazione che mi provoca con i suoi movimenti mi porta a sospirare pesantemente.

<<Forse non dovremmo rimanere qui.>> sussurra affannata nel mio mio orecchio.

<<I miei fratelli non rientreranno prima di due ore, e mia madre è uscita.>>

<<Mmm.>> commenta prima di tornare a baciarmi.

I movimenti del suo bacino diventano sempre più fluidi e veloci, leggermente aiutati anche dalle mie flebili spinte che riservano le mie mani sul suo sedere.

<<Sei così bella.>> mi lascio sfuggire tra uno schiocco e l'altro dei nostri baci.

I suoni che provengono dalla sua bocca si fanno sempre più affannosi. Anche i miei non sono da meno.

Non mi è mai successo di star per arrivare così al culmine senza nemmeno essermi quanto meno slacciato la cintura dei pantaloni.

Ma con Harley è diverso. Credo che potrei persino farmelo diventare duro vedendola in costume o semplicemente con qualcosa di più attillato.

<<Anche tu non sei male.>> commenta facendo ridacchiare anche me. Percepisco il suo sorriso dilatarsi sulle mie labbra.

Con entrambe le mani mi faccio spazio sotto alla sua maglietta sottile, a manica lunga. Quando vado più in profondità le sfioro un capezzolo nudo, rendendomi conto solo ora che non indossa il reggiseno.

Non so se è più lo stupore o l'accelerazione dell'eccitazione, ma con più frenesia e ardore lei imprime le mie labbra sulle sue.

Con un movimento improvviso che lascia anche lei interdetta per qualche secondo, mi affretto a sfilarle la maglia velocemente.

Dopo aver fatto ambientare Harley, lasciando che si rendesse conto della situazione, in modo tale che mi potesse dare un assenso taciuto, mi fiondo con la bocca su entrambi i capezzoli già leggermente turgidi.

Posando nuovamente gli occhi sulla mia Venere la scorgo portare il capo all'indietro, mentre protende la mano destra tra i miei capelli, intimandomi di continuare con quel gesto di piacere.

In un movimento tremolante, ma deciso Harley decide di prendere un po' di controllo, sfilandomi la camicia diventata anch'essa troppo stratta nelle spalle.

Immediatamente il capo elegante che avevo indossato per andare da mio padre finisce sul pavimento, come lo stesso indumento che indossava Harley poco prima.

IL SILENZIO DI ME STESSA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora