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Erano solo le 8:00 di mattina ma ero già sveglio per colpa del macchinario affianco al mio lettino di ospedale, continuava a fare un fastidiosissimo rumore e avrei giurato che se non avesse smesso mi sarei alzato solo per poterlo prendere a calci.

Per mia fortuna proprio quando la mia pazienza stava raggiungendo il limite entrò nella stanza, dove al momento soggiornavo solo io, un infermiera o come le avevo soprannominate io "le stronze vestite di bianco".
"Buongiorno Jisung caro, come va? Hai dormito bene" disse con un sorriso talmente smielato che avrebbe potuto farmi venire il diabete.
"Sisi tutto bene, grazie" risposi ricambiando il sorriso; a pensarci era incredibile la differenza tra come mi comportavo con quelle bastarde e ciò che pensavo di loro, mi dimostravo sempre completamente disponibile a prendere i farmaci e chiacchierare con loro per non farli pesare il turno di lavoro ma allo stesso tempo le insultavo e le maledicevo mentalmente, dopotutto era per colpa loro se dovevo stare chiuso in quel maledettissimo ospedale dall'odore nauseante e dalla routine ripetitiva che mi stava lentamente facendo impazzire.

L' infermiera si avvicinò al macchinario e premette alcuni pulsanti per farlo smettere, dopodiché prese i vari attrezzi per fare i soliti controlli mattutini.

"Non hai idea di ciò che è successo sta notte" disse avvolgendomi al braccio la fascia per misurare la pressione.

Grazie al cazzo che non lo so, stavo dormendo per colpa di tutti i farmaci che mi avete dato, e per quanto avrei voluto dirglielo mi limitai a pensarlo e a fare una faccia stupita per farle intendere di continuare pure a raccontare.

"Stamattina" continuò lei "verso le 3:00 è arrivato, o meglio tornato, un ragazzo che era già stato in questo reparto e adirla tutta ci aspettavamo che sarebbe tornato viste tutte le sue difficoltà, ma personalmente non pensavo così presto".

L'infermiera continuò a parlare per tutta la visita ma quando iniziò a parlare dello zio del padre del ragazzo in questione capii che avrei anche potuto fare a meno di sprecare energie per seguire il suo discorso.

Dopo il controllo giornaliero arrivò un'altra infermiera a portarmi la colazione, scelsi le solite cose ovvero un cappuccino e dei biscotti e dopo aver consumato il mio pasto presi le mie cose per fare la doccia.
Entrai nel bagno che era presente nella mia stanza e accessi l'acqua sperando di trovarla ancora calda, perché le stronze vestite di bianco lasciavano l'acqua calda nella doccia solo fino a un certo orario per una ragione che a me era ancora ignota nonostante fossi rinchiuso in quel posto da ormai due settimane.
Per mia fortuna l'acqua era ancora calda, mi spogliai e mi misi seduto lasciando che l'acqua mi scorresse addosso portando via da me tutti i pensieri che mi opprimevano e che non mi lasciavano respirare.

Ero nella doccia da ormai qualche minuto quando sentii delle voci discutere nella camera.

"Come puoi pensare che possa essere una buona idea lasciarlo in stanza con un altro paziente?"

"Non abbiamo altre opzioni, e poi tanto ci sono le telecamere"

"Hai la minima idea di quanto sia pericoloso? Ci saranno anche delle telecamere ma se dovesse attaccarlo o fargli del male poi non si può tornare in dietro"

"Se siamo abbastanza veloci possiamo anticiparlo, e poi non è detto che lo attacchi"

"Ma lo vuoi capire che Minho non è pericoloso solo fisicamente ma è anche un manipolatore senza scrupoli"

"Jisung è forte abbastanza da potergli tenere testa"

"Se fosse forte abbastanza non sarebbe qui ora" disse quasi urlando quella che avevo riconosciuto essere l'infermiera che mi aveva portato la colazione.

Sentii le voci allontanarsi dalla stanza continuando a discutere e solo in quel momento realizzai ciò che avevo sentito; a quanto pare "Minho" che supposi essere il ragazzo appena arrivato sarebbe dovuto stare nella mia stessa stanza.

Non sapevo se essere più spaventato da quello che avevano detto le infermiere su di lui o dal semplice fatto di dover stare a contatto con un altro essere umano, probabilmente entrambi.
Sono fottuto pensai ridendo tra me e me, e risi per non piangere

ᴛʜᴀᴛ'ꜱ ɴᴏᴛ ᴀ ᴘʀᴏʙʟᴇᴍ... //𝘮𝘪𝘯𝘴𝘶𝘯𝘨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora