Christian alzò un sopracciglio.
La notte é giovane e se c'erano altri aggettivi per descriverla sarebbero stati "indimenticabile" e-... no, non ne trovava altri.
Gli erano rimasti due neuroni funzionanti e insieme stavano ballando la samba.
Si trovava ad una festa, una festa enorme- probabilmente c'erano più di cento invitati lì dentro.
Era una villa tutta per loro, prenotata per la notte di sabato 27 luglio.
La data del ventesimo di un'amica.
Un'amica che sapeva decisamente come si organizzava una festa.
C'erano luci, c'era un dj, c'era una piscina, c'era una villa solo per loro e c'era fumo e c'era alcol.
Christian si rifece i polmoni con una grossa aspirata del fumo di una canna, poi si guardò attorno.
Ciò che aveva già bevuto gli faceva girare la testa, ma stava bene.
Era divertente.
Si sentiva al settimo cielo.
Dovunque si girava tutti ridevano, tutti sorridevano e tutti erano felici.
«Uooh! Oddio!»
Una ragazza gli cadde praticamente addosso, e lui la prese al volo prima che cadesse.
«Caduta ai miei piedi, eh?»
Si mise a ridere Christian, riconoscendo la compagna di classe.
«Christian! E tu che ci fai qui?»
Si rimise in piedi, aggrappandosi alle sue braccia.
«Madonna santa ma quanto puzzi- ma che ti sei bevuto?»«Bevuto poco, il problema è che quel coglione di Alex mi ha tirato un drink addosso.»
La ragazza si mise a ridere, scuotendo la testa.
«E giusto per curiosità, ora dov'è Alex?»
«Ancora che gli vai dietro?»
«Nooo! Voglio solo vedere se... vuole bere qualcosa.»
Alzò gli occhi al cielo, fingendo innocenza.Christian si mise a ridere.
«Vabbè vai, mi viene il vomito a sentirti parlare.»
«Evidentemente devi trovare qualcuno con cui sfogare, allora.»
Lo prese in giro, prima di dargli qualche pacca sulla spalla ed andarsene.Sfogare?
In che senso sfogare?
Rimase qualche secondo a guardare la sua figura che andava via, sbattendo gli occhi velocemente.
«Chi la capisce è bravo...»
Borbottò, prima di alzare la spalla e riprendere a camminare.Era accanto alla piscina, stava camminando vicino all'erba.
Ora che ci pensava... che fine avevano fatto il suo telefono e il suo portafogli?
Alzò di nuovo le spalle.
La notte era ancora troppo giovane per preoccuparsene.
Quando sarebbe venuta mattina ci avrebbe pensato.
«Christian!»
Sentendosi chiamato, il ragazzo si voltò.
«Luca?»
«In verità Luigi.»
Lo corresse lo sconosciuto, avvicinandosi a lui.
«...Ti ricordi o devo ripresentarmi?»Stefanelli socchiuse gli occhi, poi li assottigliò ancora di più.