Piccola cosa prima di iniziare, contiene sangue ed un finale..... non del tutto family friendly. Se siete sensibili, leggete a vostro rischio e pericolo.
Come si fosse ritrovato lì, non lo sapeva. Era successo tutto troppo in fretta. Gli orchi che irrompono in casa loro, i suoi genitori che vengono sgozzato, sua sorella che viene rapita e poi buio.
Entron si era risvegliato in una gabbia fatta di ferro degli orchi, il più resistente della sua nazione, con pochissime possibilità di scappare e quasi nulle di sopravvivere.
Dopo poco gli dissero di essere stato catturato per renderlo una macchina da guerra. Non se lo sarebbe mai aspettato. Insomma, perché un elfo dovrebbe mai servire a degli orchi? Era una rata specie di elfi, erano alti circa due metri di media ed erano fisicamente forti, ma mai quanto gli orchi. Questi ultimi erano grossi quattro volte un umano ed erano alti circa 5 metri. Avevano la pelle molto spessa e ruvida.
Ed ora era lì, sul campo di battaglia, costretto ad uccidere persone innocenti. Era stato addestrato per decapitate con un taglio netto e preciso l'avversario, oppure poteva mirare al fegato, che però dopo doveva essere accuratamente lacerato, così che quello non sopravvivesse.
Per di più, lottava senza armatura, visto che gli orchi non ne hanno e la trovavano una spesa inutile per un povero piccolo elfo.
In questo preciso momento, due orchi lo stavano spronando ad ammazzare una povera ragazza. Sembrava un'elfa, a vederla, occhi gialli e pelle lilla, aspetto comune per un elfo.
Entron non voleva porre fine alla vita di una creatura di tale bellezza, ma si trovo costretto a decapitarla, con il suo sangue che gli sporco il petto scoperto. I due energumeni dietro di lui ridevano, ridevano tantissimo, come se fossero seduti in una locanda ed un loro amico gli avesse appena raccontato una barzelletta.
L'elfo non si era mai sentito in colpa ad uccidere, ma quella ragazza l'aveva colpito con la purezza del suo sguardo.
Finita la guerra, tornati all'accampamento, Entron guardò con desiderio la spada che teneva nelle mani. Sognò di potersela ficcare del cuore, cosa che veniva fatta solo ai traditori ed, effettivamente, dal suo punto di vista lo era. Aveva ucciso un'elfa, una donna della sua specie, una donna come lui.
Non aveva mai pianto in vita sua, era un elfo forte, determinato e spietato o almeno così si era ormai abituato ad essere.
Entron uscì dalla tenda ed andò sulla scogliera che era situata vicino all'accampamento. Iniziò a camminare lentamente sul bordo, quel bordo che lo separava da una caduta di 19 metri che, dal suo punto di vista, erano meglio di vivere con la consapevolezza di aver ammazzato sensa pietà la donna che, da ormai 12 anni, amava alla follia.
Quella ragazza, Danier, era la sua promessa sposa, era la donna che amava, sarebbe dovuta essere la madre dei loro figli, la persona con cui Entron non sarebbe mai invecchiato, ma con cui sarebbe rimasto per l'eternità.
Nel cielo vede ancora la sua espressione tradita, sconvolta e quasi arrabbiata, sebbene gli elfi non conoscano quell'emozione, non era nella loro natura né odiare né arrabbiarsi.
Pe stelle gli ricordavano i suoi occhi, il mare il luogo dove di erano conosciuti. Non avrebbe sopportato a lungo la sensazione di rimpianto che provava per la sua Danier. La amava più di ogni cosa al mondo, più di quanto potesse e dovesse. Più di quanto fosse concesso.
Si avvicinò al bordo, guardò la luna è, dopo 19 anni, parlò di nuovo. Da fuori sembrava un pazzo a parlare da solo ma, dentro, stava parlando con lei.
"Mia cara, amore mio, luce dei miei occhi. Eri l'unica ragione per la quale andavo avanti qui, tra questi loschi e meschini esseri rivoltanti. Andavo avanti con il desiderio di sposarti un giorno, avere una famiglia, anche se sapevo che non si sarebbe mai realizzato. Volevo avere ciò che non potevo permettermi: una vita da elfo libero. Una vita con te. Ora, però, potremmo rivederci. Tra qualche attimo saremo abbracciati, per l'eternità. Arrivo mia adorata Danier, aspettami."
Così dicendo si girò di schiena e, lasciandosi dondolare dal vento, si lasciò cadere. Giù dal quella scogliera di 19 metri.
La mattina dopo, gli orchi notarono l'assenza del ragazzo e , stranamente, iniziarono a cercarlo, trovando poi il suo cadavere sulle rocce della spiaggia. Rimasero sconvolti, ad alcuni addirittura cadde una lacrima. Ma la cosa che più li sconvolse fu l'espressione dell'elfo. Entron stava sorridendo.
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piccole storie Fantasy
Fantasíami è venuta voglia di scrivere delle storielle maggiormente fantasy. Varieranno temi, personaggi e ambientazioni. per il resto, leggete per scoprire.