4 Un'altra battaglia

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Rumore, grida, colpi di baionetta. Martino e Damiano si svegliarono di soprassalto, erano riusciti a dormire solo qualche ora per riprendere le forze, in giacigli di fortuna sistemati alla meglio, all'interno di una trincea. Pioveva e faceva freddo. Erano due giovani soldati classe 1899, dell'esercito italiano, prima guerra mondiale, impegnati nella battaglia di Vittorio Veneto contro l'esercito austro ungarico, fine ottobre del 1918. Entrambi bolognesi, si erano conosciuti al fronte e avevano subito legato, tra di loro parlavano in dialetto, le loro radici li univano, soprattutto ora.

''Al fa un frad dal trantadu e sta gabena la fa entrer l'acqua e al vant.'' ( Fa un freddo assurdo e questa divisa fa entrare sia l'acqua che il vento) Imprecò Martino.

"Ascoltam, Martino, ai ho sugnè d'esar un gat naigher cas ciameva Damon, e al cumbateva con di fat qui che al parevan di cactus e aiera anc una gata bianca e grisa che as ciameva Mia.'' (Martino ascolta, ho sognato di essere un gatto nero di nome Damon che combatteva con delle specie di esseri che sembravano piante con spine, c'era anche una gatta bianca e grigia, che si chiamava Mia)

Martino lo guardò esterrefatto.''Ban, xa dit? Aloura a io fat al stas sogni, me aiera Mia e con me aiera un eter gat cas ciameva Damon, am arcord dal piant dimondi stren.'' (Ma cosa dici? Allora ho fatto lo stesso sogno, io ero Mia e c'era con me un gatto di nome Damon, mi ricordo di queste piante strane)

''Xa vurà dir?''  (Cosa vorrà dire?) chiese Damiano.

''A nal so brisa, ma anò brisa al tamp par pinsari, ades.'' (Non lo so, ma non abbiamo tempo per pensarci.)

Le urla del caporale che gli intimavano di prepararsi spazzarono via queste domande, era tempo di andare in battaglia. Era il 27 ottobre quando si trovarono nei pressi del massiccio del Grappa, dovevano conquistare il monte Pertica. Parti l'offensiva, era ancora buio e la pioggia continuava a cadere. A un certo punto Damiano e Martino attraversarono una zona boschiva e improvvisamente videro cadere un ramo, che era identico a quello del sogno. Fu proprio allora che  i loro sguardi si incrociarono per un attimo e realizzarono subito il pericolo, si gettarono a terra emulando i movimenti dei gatti, e subito partì una raffica di colpi di baionetta sferrati dagli austriaci, che li avrebbe presi in pieno, se non si fossero prostati sul terreno, esattamente come avvenne nel sogno. La loro offensiva fu efficace, risposero ai colpi e si misero in sicurezza, insieme ai loro commilitoni. Seguirono altri aspri combattimenti e dopo ore di duro combattimento, riuscirono a riconquistare il monte. Seguirono ancora lunghe giornate di battaglie, finalmente il 4 novembre ci fu l'armistizio tra i due schieramenti e L'Italia vinse la prima guerra mondiale. Martino e Damiano poterono ritornare nella loro Bologna. Dopo la ferocia della guerra venne anche il tempo tranquillo delle chiacchere. Così parlarono tra di loro di quel sogno.

''Martino, al set che chi do gat aian salvè la vetta a nueter?'' (Martino, quei due gatti ci hanno salvato la vita)

''Al parev ad sé, e ades xa fagna?'' (Sembrerebbe di si, che facciamo ora?)

''Aiè soul un quel da fer ades: andan a vadar du aien finè.'' (C'è solo una cosa da fare cerchiamoli)

''Si, ai voi truver!''  (Si li voglio trovare!)

Mia Damon e i DodocactusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora