3 La battaglia

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Improvvisamente si sentì un suono simile a una sirena.

''Che succede ora?'' Chiese Damon.

''E' il segnale di un' assemblea, ci dovranno dire qualcosa''.

''Pensi che sia per quello che ho combinato?''

''Ma figurati, non ti montare la testa, non sei così importante!! Rispose ironicamente Mia. Damon sorrise sollevato. Eh si, perché anche gli animali sanno sorridere, ma son tutte cose che fanno di nascosto, alle nostre spalle.

Tutti i presenti si misero davanti al palco che veniva usato in queste occasioni.

Con un balzo felino salì i gradini che portavano al palcoscenico e fece la sua apparizione il direttore del campo, un maestoso Maine Coon grigio, di nome Alexander, doveva avere circa otto anni, aveva un portamento elegante e un'espressione seria e preoccupata.

''Carissimi, purtroppo non vi porto buone notizie dai nostri informatori, mi hanno appena comunicato che i Dodocactus, stanno per sferrare un attacco per impossessarsi del nostro campo.''

Le parole del direttore risuonarono nell'aria e un sottile brivido di paura percorse tutti i gatti presenti. Un coro di disperazione si levò nell'aria, un sinistro unisono di sibili e ringhi, mentre ogni gatto, consapevole delle intenzioni malvagie dei Dodocactus, esprimeva la propria inquietudine e determinazione a difendere il loro amato campo.

''Purtroppo non abbiamo molto tempo, sembra che l'attacco sarà attuato nel giro di massimo due ore, quindi chiedo a tutti di rimanere, non tornare nelle vostre abitazioni e di partecipare alla battaglia.

Andate subito al magazzino per ritirare gli equipaggiamenti necessari.

Chiedo soprattutto la collaborazione delle nostre razze più forti, quindi in prima linea ci saranno i Maine Coon, io compreso ovviamente, Bengal, Savannah, Norvegesi, Bobtail e Persiani.

Gli altri subito dietro, i più piccoli di età e dimensioni in ultima fila, ma tutti saranno importanti, nel magazzino troverete anche le indicazioni di difesa e attacco.

Grazie a tutti!''

Mia capì il significato della frase sibillina di Byron: più siamo meglio è, ma temeva per il fratello.

''Ok, tu vai a casa, ti accompagno al punto di uscita.''

disse Mia a Damon in tono perentorio.

''Ma non hai sentito il direttore? Nessuno deve tornare a casa!''

"E io non sono nessuno, sono tuo fratello e non ho nessuna intenzione di lasciarti sola!"

''Si, ma sei troppo piccolo, la regola non vale per te, non dovresti neanche essere qui, è troppo pericoloso, vai a casa muoviti!''

''Non se ne parla! Voglio aiutare e poi come pensi che starei a casa sapendo quello che succede qui? Se tu non dovessi tornare più, non me lo perdonerei mai.''

''Damon, non ho tempo di discutere, non hai la giusta esperienza per una situazione del genere, ti faranno secco in un attimo.''

''Non mi muovo da qui, mi dovrai trascinare a forza verso l'uscita.

Ci sono cose che fanno crescere e poi lo sai che per i gatti il tempo è diverso. Quando ho oltrepassato quella porta segreta sono cresciuto, che ti piaccia o meno!"

''Cinno (bambino)testardo, però stai in ultima fila, guardi solamente senza intervenire, se vedi che la situazione si fa pericolosa torni a casa, me lo prometti?''

''Te lo prometto!''

Mia gli indicò il punto di uscita, poi si incamminarono verso il magazzino.

''Ma chi sono questi Dodocactus?'' Chiese Damon.

Mia Damon e i DodocactusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora