14. Thanatophobia*

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Chi ti ama ti strappa dagli occhi la malinconia,
e ci semina campi di girasoli.
~ Barbara Brussa ~

8 luglio

Un lunedì per un lunedì.

Ecco... Izuku avrebbe fatto volentieri a cambio.

Oppure avrebbe preso una macchina del tempo e sarebbe tornato altrettanto volentieri ad una settimana prima, ripetendo in loop quel bacio.

Era però vero che, in quella settimana, niente sembrava essere cambiato.

Non l'abitudine di Kacchan di portargli un donut alla ciliegia ogni mattina. Neppure la sua di abitudine, di fargli trovare la cucina ordinata e il letto fatto.

La cosa che l'aveva sconvolto, e che continuava a farlo dopo tutti quei giorni, era che non vi era stato mai tra di loro un momento di imbarazzo, ma neppure un cercarsi, in verità.

Era tutto maledettamente come prima!

Un passo avanti, due passi indietro.

Anche in quel momento, mentre entrambi sfrecciavano in aria tra i palazzi della zona amministrativa all'inseguimento di un furgone bianco carico di soldi e malviventi, proprio durante l'orario di punta.

«Vai a destra!», gli ordinò Kacchan, l'urlo quasi coperto da una nuova esplosione, che l'aveva fatto avvitare su se stesso per infilarsi in una strada laterale, mentre lui faceva come gli era stato detto, usando il Black Whip come aveva sempre sognato di fare: se avesse avuto un costume più attillato avrebbe potuto essere al pari di Spider-Man!

Senza mai perdere di vista il furgone che sfrecciava e zigzagava tra le auto, scese di quota, tanto veloce da arrivare a terra quasi come un proiettile, lasciando l'asfalto incrinato prima di mettersi a correre e saltare all'inseguimento del mezzo.

Non vedeva più Kacchan, ma non ci diede peso, troppo concentrato a schivare auto e pali della luce, che usava come piccoli trampolini per continuare la sua corsa.

Con un balzo più lungo piombò sul tetto del furgone, la sua massa e il contraccolpo lo fecero sbandare, appena dopo aver divelto la barra del casello e imboccato l'autostrada contromano.

Un pugno forte e la lamiera del tetto si spaccò, permettendogli di rimanere attaccato saldamente al mezzo, mentre tentava, con i suoi fasci di energia, di creare degli ancoraggi col guardrail e i lampioni, nel vano tentativo di fermare quella corsa spericolata.

Schivò per un pelo un proiettile, poi un altro, appiattendosi sul tetto, costretto a lasciare la presa per aver salva la vita.

Uno dei malviventi era uscito dal finestrino e tentava in tutti i modi di colpirlo nonostante gli sbandamenti, mentre qualcuno, da dentro il furgone, gli tirava il braccio, trattenendolo.

Sembravano ben organizzati e imprecò, provando ad estrarre l'avambraccio dalla lamiera prima che potesse andare tutto a rotoli. «Merda!».

Qualcosa di non previsto lo colpì, lo fece ruzzolare sull'asfalto per diversi metri, prima di udire un'esplosione accanto a sé e avere solo il tempo di vedere Kacchan sfrecciargli accanto in una nuvola di denso fumo nero.

Si alzò a fatica e si diede una spinta, saltando in aria, inarcando la schiena e aprendo le braccia per frenare un po' la sua marcia.

«Dynamight!», urlò, ma quello aveva già preceduto il furgone, un braccio teso, e il movimento del polso troppo veloce perché Izuku riuscisse a coglierlo, mentre una scarica di piccole sfere luminose si staccava dalla punta delle sue dita e finiva contro il mezzo in fuga, detonando sulla carrozzeria e sul vetro, mandandolo in frantumi e facendo sbandare pericolosamente il veicolo.

So won't you fall for me? | {Bakudeku}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora