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Mi girai di scatto, sentendo una voce in lontananza che mi stava chiamando. Vidi due agenti della polizia che si stavano dirigendo verso di me, a passo svelto. Strizzai gli occhi, visto che le luci delle volanti mi stavano facendo diventare pazza. Appena arrivarono, il primo agente mi mise una mano sulla spalla e sorrise.
"Lei è Chloe Smith?"
"Si, sono io." Risposi freddamente. Avevo troppi pensieri nella testa in quel momento, e non riuscivo a non pensare ad Ashley e Dakota.
"La sua amica Ashley Jones è stata portata in ospedale. I medici mi hanno riferito che ha una grave lesione alla gamba, ma può essere curata."
"Grazie." Dissi con un fil di voce. Ancora non riuscivo a credere che ero uscita viva da quell'inferno.
"Ora, se non le dispiace, la porteremo in un posto fuori da tutto questo, giusto per fare due chiacchiere."
"Va bene."
Così, i due agenti mi portarono in un bar, ormai vuoto, visto l'orario. Erano precisamente le due di notte. Ci sedemmo ad un tavolo ed ordinai una cioccolata calda. Mi diedero il tempo di finirla, quando poi, uno dei due sospirò.
"Signorina, lei è sicura di aver visto quello che ha affermato poco fa?"
Spalancai gli occhi. Pensavano forse che mi fossi drogata?!
"Lo giuro. Non è stato affatto semplice trovare l'uscita, soprattutto se si è inseguiti da un mostro come quello..."
"Capisco. Si ricorda per caso che ore erano quando siete entrate dentro quell'hotel?"
"Mezzanotte e mezza. Era sabato. Quando eravamo lì dentro perdevamo la cognizione del tempo. Ogni orologio segnava le sei del mattino."
"Avremmo una proposta da farle. Se la sente di raccontarci tutto l'accaduto, da quando siete arrivate qui, a Chicago?"
Non esitai. Feci un bel respiro ed iniziai a raccontare.

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