Capitolo 4 - Venerdì sera

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"Ma che c'entro io con voi?"
"Senti cosa" quando la faceva incazzare, per Maya sua sorella era semplicemente cosa "non esci mai, il tuo concetto di vita sociale è il pranzo a mensa con i colleghi del reparto, per un venerdì sera che non lavori mi fai il favore di venire con me a toglierti di dosso quella puzza di disinfettante che porti in giro!"
Lavinia, la sorella maggiore di Maya, era un medico. Quando il padre era morto, con i casini finanziari che avevano avuto, si era fatta avanti per lasciare l'università e aiutare la famiglia come poteva. Ma la madre aveva detto di no, che non era colpa dei figli se le cose erano andate in malora e, a costo di vendere anche l'orologio della comunione, non avrebbe tolto loro nulla. Così Lavinia si era rimboccata le maniche e si era guadagnata la borsa di studio per ogni singolo anno di corso. Lei, tra i tre, era la posata, la responsabile, la giudiziosa. A differenza di Maya, la festaiola, e di Lorenzo, il mediano, che dal suo appartamento di South Kensington si faceva gli affari suoi con il lavoro nella finanza di giorno e le serate con gli stessi amici che frequentava a Ponte Milvio, che come lui si erano trasferiti a Londra. Ma Lavinia no. Lavinia era tipa da passare il weekend tra un'attività benefica e l'altra e da passere le vacanze in missione in Africa. Una santa, una suora.
"Io non puzzo!" esclamò offesa la giovane donna, mentre sua sorella le camminava davanti ad un paio di metri di distanza, annusando furtivamente vestiti e capelli. "E poi non credo di essere la benvenuta" continuò "ti ricordo le belle parole che mi hanno riservato i tuoi amici"
Un commento captato per caso una sera che aveva accompagnato Maya ad una serata a La Maison, per via di un mezzo stalker che non aveva capito il no a caratteri cubitali che Maya aveva espresso. Guai a toccarle la sua sorellina, dovevano prima passare sul suo cadavere. E così, mentre erano in cubicolo del bagno a fare pipì, aveva sentito una certa Cris dire che era inutile che andava a farsi le foto in Africa con i bimbi dalle pance gonfie, quando aveva la nonna a casa con l'Alzheimer. E lei c'era rimasta così di merda che aveva trascinato via sé stessa e Maya, in lacrime.
"Certo che sei una pressa!!! Era una battuta!" ribattè Maya, girandosi scocciata verso la sorella "e sono passati due anni da allora, e Cristina non c'è. Potresti metterci una pietra sopra, come ho fatto io."
"Sarà... ma a me le persone che parlano alle spalle degli altri non piacciono" spiegò Lavinia "e se lo hanno fatto con me, di sicuro lo hanno fatto anche con te"
Del resto, nel frattempo la nonna se n'era andata, le amiche stronze della sorella no.

Ma Maya scacciò via quel pensiero dalla sua testa, tanto più che erano arrivate al teatro dove avrebbero trascorso la serata e bisognava cercare, tra la folla, i ragazzi che avevano anche i loro biglietti. Tirò fuori il telefono dalla borsa, ma prima che potesse iniziare a mandare un vocale su Whatsapp si sentì chiamare. Una ragazza alta e grossa, tozza e un po' grossolana si sbracciava per attirare la sua attenzione. Era Olivia. Non l'avrebbe mai definita la sua migliore amica, lei non aveva migliori amiche tranne sua sorella, ma era quella che conosceva da più tempo. In un certo senso le faceva la carità. Non c'entrava nulla con lei e con Roma Nord, i suoi erano di Orvieto, ma avevano ereditato da uno zio una casa in uno dei quartieri chic e da allora avevano lasciato il paesello per far crescere la figlia nella Roma bene. Non aveva frequentato le sue stesse scuole, non se le poteva permettere, ma - sebbene pubbliche - il Nitti e il Mameli le avevano fatto comunque conoscere la gente che conta. Siccome a lei e ai suoi era rimasta la mentalità di provincia, invece del motorino o della macchinetta, per andare a scuola usava i mezzi; da neopatentati, era l'unica tra gli amici ad avere ancora bisogno di chiedere lo strappo il sabato sera e finiva puntualmente presa per il culo. Per Maya era sempre stata un accollo, perché lei era la principessina di casa, la Belle di turno, e questa al massimo poteva fare la teiera di Belle viste le merende a pane e Nutella dai tempi delle elementari, a cui con il tempo aveva aggiunto un pacchetto al giorno di Camel Blue e Sex on the Beach all'ora dell'aperitivo ogni sera. Ma le loro mamme si erano conosciute in palestra e andavano straordinariamente d'accordo: dovevano farlo anche loro. E così, in qualche modo, a trent'anni non era ancora riuscita a levarsela di torno. Forse perché nel frattempo a Maya non era rimasta una lira neanche per piangere mentre i genitori di Olivia avevano fatto i soldi e un'amica con soldi e proprietà che ti invita sempre fa comunque comodo.

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