Capitolo 7 - Un invito inaspettato

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Francesco mise in moto lo scooter, lasciando Alex con un palmo di naso sul marciapiede, con il sole che del tramonto che, scendendo di traverso, lo accecava, tra le moto parcheggiate alla rinfusa e i cassonetti pieni e maleodoranti anche in quella...

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Francesco mise in moto lo scooter, lasciando Alex con un palmo di naso sul marciapiede, con il sole che del tramonto che, scendendo di traverso, lo accecava, tra le moto parcheggiate alla rinfusa e i cassonetti pieni e maleodoranti anche in quella strada elegante. Si incamminò verso l'auto con i rumori del traffico e di un cantiere stradale d'emergenza che gli affollavano le orecchie e la testa mentre cercava di assimilare tutto quello che si erano detti. 

Rigirava tra le mani il biglietto da visita che l'amico gli aveva dato e, nella foga della conversazione, aveva fatto distrattamente scivolare nella giacca del vestito. Ripensava a quello che aveva fatto Claudia, non tanto per quello che aveva fatto a lui quanto per quello che aveva fatto alla loro famiglia, ai ragazzi. Risolvere quella faccenda, era più per loro, che per sé stessi.

Per strada, fermo in coda con l'auto, il suo pensiero corse a Maya. A causa di alcune deviazioni era finito in Piazza della Repubblica e gli tornò in mente quando l'aveva accompagnato a ritirare un premio. Si era fatto così tanti scrupoli, ma erano infondati: alla fine si trattava una serata di lavoro per entrambi e non sarebbe stata né la prima, né l'ultima volta che l'avrebbe accompagnato. Certo, per la prima volta si sarebbe trattenuta oltre la passerella di rito, sedendo al suo fianco al tavolo, ma se lo meritava. Aveva lavorato sempre sodo per lui e nelle ultime settimane era stata fidata e discreta; non che prima non lo fosse, ma - e se ne rammaricava - lui lo aveva sempre dato per scontato. E poi, se la compagnia di una ragazza, di ottima famiglia e di bella, anzi bellissima, presenza, avesse aiutato a far salire le sue personalissime quotazioni di fronte a colleghi ed investitori ... beh, tutto di guadagnato.


L'indomani mattina, Alex trovò la postazione della sua assistente vuota; Maya era nel suo ufficio, a sistemare quotidiani e riviste maniacalmente sulla sua scrivania. Lui forse era un tantino ossessivo compulsivo, ma il fatto che lei lo assecondasse non lo aiutava. All'occhio dell'uomo saltava sempre, fin dal loro primo incontro, il giorno del colloquio, la sua innata eleganza: pure in jeans, riusciva ad essere sempre di classe, pur senza tralasciare mai un tocco di eccentricità. A volte era un gioiello appariscente, altre era un paio di scarpe colorate o l'acconciatura diversa. Era alta, e questo aiutava, ma non si poteva dire che non sapesse spiccare anche con poco.Gli aveva preparato anche una bottiglia di acqua leggermente frizzante - rigorosamente in vetro - con accanto una tazza fumante di caffè lungo fatto alla moka, come piaceva a lui. Alex accennò ad un mezzo sorriso compiaciuto, mentre si accomodava alla sua scrivania, ma non poteva darlo a vedere, era pur sempre il capo.


"Buongiorno! È quello vero stavolta? Niente acqua sporca americana?""Nn nn" la ragazza scosse la testa "Anche se continuo a non capire ... con quello che spendi per queste miscele biologiche ci paghiamo una Nespresso che fa il caffè meglio che al bar""Se dici un'altra volta una bestemmia simile ti licenzio"Su poche cose Alex era intransigente come lo era per il caffè: purista della moka, non avrebbe mai rinunciato all'inconfondibile borbottio della macchinetta e a quell'inebriante aroma che si spande lentamente nell'aria, proprio come in quel momento. Lo avrebbe prima respirato e poi, poco alla volta, lo avrebbe gustato, senza zucchero e senza fretta."Peccato per te che non mi hai assunta solo per il caffè e mi rincorreresti in ginocchio pregando di tornare prima ancora che io esca dal parcheggio" esclamò la giovane, tirando fuori una linguaccia quasi impercettibile e sorridendogli.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 06, 2023 ⏰

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