𓃒 Capitolo 1 𓃗

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Era da quando, un anno prima, l'amico, o forse dovrebbe dire ex-amico, l'aveva tamponato in gara che non si parlavano più, a parte per le interviste, lì dovevano mostrarsi almeno un minimo amichevoli.

Max non è un ragazzo tranquillo e molte volte si fa prendere dalla rabbia, combinando molti disastri; anche se quella volta l'aveva combinato Leclerc.

Era sempre stato il suo acerrimo nemico in pista, però era anche sempre stata una competizione pressoché amichevole. Questo prima di quel fantomatico giorno. Non poteva credere che l'avesse fatto di proposito, Charles era sempre stato un ragazzo tranquillo e gentile, sempre felice e vederlo in quello stato l'aveva destabilizzato.

Di tutto poteva aspettarsi, ma non quello. Mandare a fanculo un'intera gara solo per vedere il "nemico" fuori era qualcosa che solo un pazzo poteva pensare. Certo questo aveva portato vantaggio al compagno di squadra ma era comunque una cosa indecente.

Così si trovava a ripensare a tutto questo, successo esattamente un anno prima; perché sì, si trovavano nuovamente in quella pista e ancora non erano riusciti a scusarsi. Ok che l'errore principale era del monegasco ma a dirla tutta anche Verstappen c'aveva messo del suo.

L'olandese già prima della partenza l'aveva sfottuto perché era da qualche gara che Leclerc partiva dalla linea della griglia dietro di lui, non poteva ovviamente lasciare che la cosa passasse inosservata. Max adorava prendere in giro Charles ma non credeva che quella volta se la fosse presa così tanto.

Per il pilota della Red Bull la gara era andata più che bene, ritrovandosi in cima a pochi giri dalla fine della gara; ma al secondo posto c'era Leclerc che, sfruttando la scia di Verstappen, era in procinto di superarlo.

Max col cazzo che si lasciava sorpassare in quel modo, così decise di iniziare a intralciargli il passaggio.
Inutile dire che il monegasco non l'abbia proprio presa bene.

La lucidità lasciò il suo corpo per qualche secondo, giusto il tempo di andare a schiantarsi contro l'acerrimo nemico a tutta velocità.
Nemmeno lui si riconobbe, ma ormai il danno era fatto e in fondo pensò che se lo meritasse; "almeno adesso avrebbe smesso di scassare il cazzo" pensò Charles riferendosi a Max.

Era mattina presto quando la sveglia dell'olandese suonò inutilmente, dato che il ragazzo era già sveglio, non riuscendo a dormire per i molteplici pensieri. "Spero che non succeda come l'anno scorso" continuava a ripetersi, quasi come se fosse un grido d'aiuto.

Si alzò dal letto e dopo essersi preparato scese le scale fino ad arrivare alla sala da pranzo dell'hotel, per poter fare una colazione leggera. Tendeva sempre a non mangiare troppo prima di dover girare in pista, probabilmente per la paura di poter vomitare.

Sicuramente qualcun'altro non era della stessa idea… Arrivando nella stanza infatti trovò Norris e Sainz a sfidarsi in una gara a chi mangiava più brioche. "Sono completamente pazzi" si ritrovò a pensare, mettendosi ad un tavolo da solo a mangiare una semplice fetta di torta.

Molti del suo team lo avevano spronato più e più volte a fare amicizia con gli altri e Max ci aveva anche provato ma era abbastanza riservato quindi molti lo lasciavano in pace anche solo per paura di disturbarlo.

Persino il suo compagno di scuderia tendeva a stargli alla larga. Un po' gli dispiaceva ma dall'altra parte sapeva che per concentrarsi al meglio sul suo obiettivo non doveva avere distrazioni.

Ed era proprio quando i suoi pensieri lo soffocavano che vide entrare dalla porta principale Charles Leclerc. Ovviamente con lui erano tutti più che amichevoli, beh anche perché era un bel ragazzo e sempre molto sorridente, era quasi impossibile che stesse antipatico a qualcuno.

Carlos chiese al compagno di sedersi accanto a lui, per raccontargli come aveva battuto Lando. Il monegasco scoppiò a ridere. "Mi manca la sua risata" pensò Max inconsciamente ma cercò subito di dimenticare quelle parole. Non poteva permettere a così poco di sconcentrarlo.

Visto che aveva finito di fare colazione si affrettò a tornare in camera, senza incrociare lo sguardo di nessuno.

"Vorrei mettere da parte l'orgoglio" Continuava a ripetersi Leclerc. Vedendolo leggermente preoccupato i piloti intorno a lui si guardavano l'un l'altro per cercare qualcuno che chiedesse spiegazioni. «È successo qualcosa?» Prese coraggio Sainz. «No no, va tutto bene.» Tornò a sorridere come faceva sempre Charles.

Lo spagnolo sapeva che non era del tutto vero ma evitò di fare ulteriori domande, soprattutto davanti a tutti. Sicuramente avrebbe riparlato con il compagno una volta soli.

Verstappen arrivò in camera e d'impulso diede un pugno all'armadio, rischiando quasi di rompere un anta. «Cazzo perché non riesco a pensare alla gara!» Disse a se stesso, guardando il suo riflesso nello specchio lì vicino.

«Forse ha ragione mio padre.» E senza aggiungere altro uscì dalla stanza per andare a fare una corsetta mattutina. Adorava farlo, soprattutto nel circuito, così riusciva già ad entrare in sintonia con la pista.

Arrivò e si diresse in fretta alla griglia di partenza. Correre in quel modo lo liberava. Sentiva di poter fare qualsiasi cosa, ma questo entusiasmo fu spento dalla visione di Leclerc.

"Che cazzo ci fa qui a quest'ora?!" pensò l'olandese stringendo i pugni.
A quanto pare i due avevano avuto la stessa idea. Dopo un giro di pista si era ritrovato il nemico davanti, questo lo destabilizzò… Ma mai quanto i pensieri che fece vedendo il monegasco fare stretching.

"È inutile che cerco di mentire a me stesso, è incredibilmente sexy con quella maglia attillata che ha in dosso", stava quasi per andarci a parlare, quando però vide che era in compagnia.

Carlos Sainz, non gli era mai andato particolarmente a genio. Era il classico spagnolo amichevole con tutti, quindi proprio il suo contrario ed era spesso vicino a Leclerc. Erano compagni di scuderia certo ma c'era qualcosa nel loro rapporto che non lo convinceva.

Forse era semplicemente geloso… "Ma come poteva esserlo di Charles?" pensò cercando di trovare anche solo un buon motivo per esserlo.

Si ok che si conoscevano da quando gareggiavano sui kart, ma almeno Sainz non ci aveva litigato malamente come avevano fatto loro due. "Quindi non ho la minima possibilità di competere" disse tra sé e sé l'olandese. Tornando a correre per la sua strada ignorando i due.

«Poteva almeno salutarci.» Commentò lo spagnolo. «Sai com'è fatto… Poi è qui che ha avuto inizio il nostro litigio, capisco perché non voglia rivolgermi la parola.» Disse Leclerc, non biasimando Max per le sue azioni.

«Ahh allora è per questo che sei giù di morale!» Sì illuminò Carlos. «Su avanti sfogati con me mi amigo» Continuò sorridendo calorosamente. «Macché va tutto bene.» Ridacchiò a disagio l'altro.

«Sì certo e io odio Landito allora. Sù sputa il rospo bello.» Era impossibile far cambiare idea allo spagnolo quando si fissava con le cose.

Il monegasco iniziò a correre seguito a ruota dal compagno. «Vorrei solo non essere orgoglioso e andare a parlarci.» Finalmente si liberò Leclerc. «Ehhh per così poco ti deprimi? Basta che vai lì e ti lasci andare.» Per lui era tutto così semplice… Ma non poteva certamente presentarsi così dopo un anno che non si parlavano, oltretutto a poche ore dalla gara.

«Non se ne parla.» L'orgoglio vinse ancora. «Tu eres muy complicado.» Disse semplicemente Carlos, lasciando che la sua frase riecheggiasse nei pensieri di Charles e non proferendo più parola fino alla fine della corsa.

Certo Sainz era uno alla quale piaceva parlare, ma sapeva anche lui quando era il momento di zittirsi e di far sì che i pensieri prendessero il sopravvento. Infatti dopo un giro se ne andò, lasciando l'amico continuare la corsa da solo.

Dopo solo due giri Max si era già stufato, strano da parte sua visto che amava andare a correre sui circuiti, ma la visione dei due ferraristi insieme lo aveva deconcentrato.

Aspettò un po' a bordo pista, per assicurarsi che stessero bene, o forse voleva solo rivedere Leclerc, ma questo non lo sapeva nemmeno lui.

Vedere però che fosse solo l'aveva lasciato stranito, "Dov'è finito Sainz?" arrivò a chiedersi.
Non che interessasse particolarmente all'olandese, infatti la domanda passò subito in secondo piano.

Finse di star facendo stretching per poter osservare Charles senza destare sospetti. Aveva una faccia corrucciata, tipico di qualcuno preoccupato. "Anche lui sente la pressione di questa pista" arrivò alla conclusione Verstappen.

Eh sì, quella gara sarebbe stata difficile per tutti e due.

Enemy [Lestappen]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora