𓃒 Capitolo 10 𓃗

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Si stava facendo buio e Leclerc cominciò a sentire freddo, così tornò alla realtà e si rese conto di essersi dimenticato il cellulare in macchina. Corse alla vettura, sia per riscaldarsi che per vedere se qualcuno l'aveva cercato.

"Trenta chiamate prese da Max?!" Quando guardò il telefono rimase sconvolto. "Oh mio Dio gli deve essere successo qualcosa!" Pensò immediatamente. Così lo richiamò.

Dopo pochi squilli l'olandese rispose. <Stai bene?> Chiesero all'unisono. <Charles dove cazzo sei finito?!> Verstappen era preoccupato, si sentiva e il monegasco non riuscì a non sorridere. <Tranquillo sto bene, volevo solo stare un po' da solo.> Chiarì subito Leclerc. <Ci vediamo all'hotel, va bene? Dobbiamo parlare.> Continuò, per poi riattaccare dopo la risposta positiva di Max.

Charles non sapeva bene cosa avrebbe detto, voleva solo parlargli con il cuore, senza nascondersi più. Avrebbe accettato qualsiasi risposta dall'altro.

I due si incontrarono davanti all'albergo. «Cazzo dillo almeno ad una persona se proprio devi sparire.» Nemmeno si salutarono che subito Max lo rimproverò. «Per una volta hai ragione, mi dispiace.» Ammise Leclerc. «L'importante è che stai bene.» Sospirò infine Verstappen.

Dopo poco il monegasco propose di andare in camera, per poter parlare meglio; così si spostarono e durante il viaggio nessuno proferì parola. Era una situazione alquanto imbarazzante.

«Max io...» Appena varcata la porta Charles iniziò subito a parlare. «Per prima cosa vorrei scusarmi, sono stato uno stronzo anch'io. Non ho il diritto di dirti come comportarti ma vorrei che capissi che l'ho fatto solo perché tengo a te. Io ci sarò sempre, anche se tu decidessi di allontanarmi temporaneamente io ti aspetterei. Risulto patetico probabilmente ma vabbè, non mi importa. Voglio solo che tu sappia quanto conti per me. Max tu mi-» Ormai il monegasco stava parlando da veramente troppo e l'olandese non aveva più pazienza per ascoltarlo.

Così lo baciò. Un po' per piacere e un po' per zittirlo.

Leclerc si toccò le labbra incredulo ma ben presto si gettò tra le braccia dell'altro. I due trasformarono quel dolce bacio in qualcosa di più.

Verstappen non ci pensò due volte a lanciare il monegasco sul letto e a seguirlo subito dopo. Si scagliò su di lui come se fosse la sua preda.

«Aspetta aspetta aspetta.» Affermò ansimando Charles. «Ti piaccio?» Chiese, ricevendo come risposta una faccia stranita da parte dell'olandese. «Davvero me lo stai domandando dopo che abbiamo limonato?», «Scusa è che mi sembra assurdo.» Confessò il monegasco.

Dopo poco ripresero a baciarsi appassionatamente. Intorno a loro non c'era più niente, esistevano solo Charles e Max. Non andarono oltre però, nessuno dei due voleva correre e rischiare di rovinare tutto.

Dall'altra parte c'erano Carlos e Lando invece che ci davano dentro, il loro amore era travolgente e spesso si ritrovavano a guardarsi in modo strano anche durante le interviste. Cercavano di trattenersi ma ogni scusa era buona per baciarsi: se si incontravano nei box di uno dei due si nascondevano e si attaccavano l'uno all'altro.

«Non ce la faccio più.» Affermò il più piccolo, abbracciando Sainz da sotto le coperte e appoggiando la testa sul petto di quest'ultimo. «A fare cosa?» Chiese confuso il più grande. «A nascondere tutto questo.» Lo guardò negli occhi.

Lo spagnolo sentì un brivido percorrergli tutta la schiena. Amava lo sguardo del britannico, gli accendeva il fuoco dentro.

«Diciamolo a tutti allora.» Disse tranquillamente Carlos. «Ma se andasse a finire male?» Si preoccupò Norris. «Los mandamos al infierno.» Gli sorrise il più grande.

«D'accordo, con te al mio fianco mi sento meglio.» Affermò sicuro Lando, andando a baciare dolcemente la sua metà. «Non vedo l'ora di dirlo a tutti.» Rispose il più grande abbracciandolo.

Il giorno dopo si ritrovarono tutti contro sulla griglia di partenza. Incredibilmente Max era dodicesimo, non rientrava nemmeno nella Q3; si sentiva un fallito e Charles l'aveva intuito subito, purtroppo però non poté andare a tirarlo su di morale.

Il semaforo si spense e tutti partirono. In testa vi era Sainz, era determinato più che mai ad arrivare primo. Si era fatto una promessa.

La gara risultò abbastanza tranquilla, apparte per la RedBull: Perez finì fuori al penultimo giro, facendo salire Leclerc da quarto a terzo; mentre sembrava quasi che Verstappen non si stesse impegnando, passò tutta la gara dietro al monegasco, impedendo agli altri di superarli.

«E la gara la vince Carlos Sainz!» Disse il commentatore una volta che la monoposto rossa passò il traguardo. «A seguirlo sul podio Lando Norris e Charles Leclerc.» Continuò poi. Non mancarono i commenti sull'olandese, nessuno riusciva a spiegarsi il perché del suo comportamento.

Una volta sul podio e dopo aver festeggiato a dovere Carlos prese un microfono. «Devo fare un annuncio.» Disse, lasciando tutti straniti.

Lo spagnolo guardò Lando per qualche secondo. «Te amo mi amor.» Affermò, per poi andare a baciare il britannico davanti a tutti.

La folla rimase in silenzio per un po'. Non sapevano bene che fare, alcuni la presero bene altri male. Da lì in poi la loro vita sarebbe cambiata ma lo sapevano bene.

«Sei completamente pazzo!» Norris non poteva credere che il suo ragazzo avesse fatto una cosa del genere. «Soy pazzo sì, por ti.» Rispose Carlos stringendolo a sé.

Le due scuderie non la presero proprio bene... Avrebbero voluto che prima i piloti ne avessero parlato con loro, per vedere che strategia attuare ma l'indole spagnola e caliente di Sainz ha avuto il sopravvento. Alla fine non potevano farci più niente, quindi si rassegnarono e si congratularono.

Nei social si scatenò l'inferno, c'era chi li derideva e chi invece li supportava; avevano letteralmente spaccato in due il fandom della Formula 1.

Mentre per Max era arrivato il momento di affrontare l'ira del padre.

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