xvii. haven't i given enough

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▂▂▂▂▂▂▂ 𝐜𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝐬𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐞𝐞𝐧

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▂▂▂▂▂▂▂ 𝐜𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝐬𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐞𝐞𝐧

𝒉𝒂𝒗𝒆𝒏𝒕 𝒊 𝒈𝒊𝒗𝒆𝒏 𝒆𝒏𝒐𝒖𝒈𝒉? ▎💐:: 10204 𝖜𝖔𝖗𝖉𝖘





















IL MONDO È UN PIANETA IN CONTINUA ROTAZIONE; lui ruota di suo assieme a tutti i pianeti del sistema solare e, indipendentemente dal fatto che uno di loro smetta di ruotare, loro continuaneranno a roteare, finché non sfideranno la loro sorte, facendo la loro fine.

La cosa più particolare, però, sono le tante regole, posizioni, satelliti che vi sono presenti in un semplice moto di rotazione.

La complessità di un gesto apparentemente così semplice, ma allo stesso momento così fondamentale.

Ogni tanto potremmo paragonare questo fenomeno a qualsiasi cosa, ma in ogni caso non sarebbe equo.

Credo che molte persone si ritengano a livello di qualcosa, quando invece questo è troppo per il soggetto stesso; il gesto poi amplifica il nostro senso di angoscia, che viene provocata dall'insoddisfazione dei risultati ottenuti e, di conseguenza, dal poco orgoglio che dimostrano i propri cari.

Ricordo quando ero più piccola, e tutto dipendeva dal modo in cui più persone vedevano la mia immagine e, fidatevi, forse non c'era sensazione peggiore di vedere qualcuno deluso o schifato da te.

Questo ti portava a sminuire gradualmente te stesso, iniziando ad avete una brutta visione di te.

L'autostima è una bestia e la vita è paragonabile ad una lotta continua, se non hai l'arma letale, sei in svantaggio o, nel peggiore dei casi, perdi.

Ma io avevo le mie armi, la ricchezza e la bellezza, che secondo la maggiorparte delle persone era ciò che mi contrastingueva da molti: una persona ricca non può essere anche bella di naturale e viceversa, ma le poche eccezioni sono viste come vittime dall'occhio di una preda, cioè puoi considerare la tua vita un pratico inferno.

Per esempio nel mio caso l'inferno si avverava con la mia paura più grande ripetuta più e più volte: vedere persone care morirmi davanti agli occhi.

Ed era per questo che, in questo preciso momento stavo piangendo tenendo stretta la mano di John B, mentre mi guardava con gli occhi socchiusi e, nonostante ciò, sorrideva. "John B, scusa" sussurrai con le labbra sulla sua fronte, dopo aver spostato i suoi capelli in alto.

Lui sapeva ma non sapeva che stavo piangendo; era certo, ma non mi aveva ancora vista, stavo solo respirando e le lacrime più pesanti erano già secche sulla mia pelle.

"Sky ti prego no, non è colpa tua" mi guardò seriamente, ma io mi nascondevo dalla sua vista, nascondevo la me colpevole.

"Avrei potuto perderti" gli ricordai, un senso di sollievo mi pervase completamente il corpo, da testa a piedi. "E sarebbe stata colpa mia" aggiunsi.

CRUEL, john bDove le storie prendono vita. Scoprilo ora