Il Chierico e la Principessa

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Kas'yan era rimasto bloccato all'interno del palazzo, tutte le entrate erano state chiuse.
Dalla finestra, la rivolta procedeva tra sangue e grida, morti e feriti.
Strinse i pugni e abbassò il capo. Con le sue conoscenze avrebbe potuto fare molto e invece si sentì totalmente inutile, in quel momento.

A un certo punto, la guardia cittadina sembrò avere la meglio e i rivoltosi indietreggiarono fino a scappare da tutte le parti e sgombrare la piazza, ora ricoperta di corpi più o meno vivi.

Naster tornò indietro in volo sulla sua piattaforma e rientrò dalla finestra da cui era uscita. Il disco sotto i suoi piedi si tramutò in un bastone.
Tirò un sospiro profondo e Kas'yan si avvicinò, prendendole le mani con delicatezza.
«Principessa, state bene? Siete ferita?»
«Sto benissimo-, rispose stizzita indietreggiando di un passo per scostarsi dal tocco del chierico.- Voi, piuttosto, ve la siete presa comoda a stare qui», lo rimproverò.
Il principe cercò di giustificarsi, ritrovandosi impacciato, «P-princessa, io non-».
«Avreste potuto dare supporto alle nostre guardie!»
«Ma qui era tutto blocc-»
«Vi dovreste vergognare! Avete idea del macello che c'è stato laggiù?!»

La principessa di Trinipea continuò a inveire contro di lui mentre l'elfo cercava di trovare le parole per motivare la sua assenza sul campo di battaglia.
Quando la fanciulla sembrò calmarsi, nella mente di Kas'yan balenò un pensiero che si era fatto spazio nei suoi pensieri già più di una volta dal suo arrivo nella città con i suoi compagni.

Si riavvicinò a lei e le prese il viso tra le mani, portando le labbra sulle sue. Naster, per sua sorpresa, non si tirò indietro, anzi approfondì quei baci con crescente passione.
Le mani della ragazza si posarono sulle spalle dell'elfo mentre quelle di quest'ultimo fecero scivolare a terra la mantella della principessa per poi spostarsi sui bottoni della sua camicetta.
I loro baci si fecero un attimo più sporadici, troppo concentrati a spogliarsi mentre si dirigevano verso il letto, tra morbidi cuscini e lenzuola della seta più pregiata.

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L'elfa si sdraiò e sopra di lei il chierico che prese a baciarle il collo. Lei gli passò una mano tra i capelli neri, ansimando, per poi guardarlo.
«Il tuo dio non ti punirà per questo?»
«Oh, il mio dio non guarda a queste cose. E non ho certo fatto voto di castità!» rispose lui alzando la testa e mostrando un sorrisetto beffardo.
Naster ridacchiò e lo accolse di nuovo tra le sue braccia.

Non ci volle molto prima che i loro corpi, finalmente, si unissero.
Kas'yan si muoveva ritmicamente sopra di lei, che teneva saldamente i fianchi del principe con le gambe mentre gli accarezzava prima il petto e poi la schiena liscia.
Di tanto in tanto, i due si lasciavano andare a gemiti e sospiri mentre le mani continuavano a esplorare i loro corpi nudi.

Il principe tornò a baciarla, stavolta senza contenere la lingua che subito cercò la sua gemella all'interno della bocca dell'elfa, la quale ricambiò con altrettanta foga.
D'un tratto, il chierico tirò su la testa con uno scatto, gli occhi chiusi e la bocca spalancata per aver appena emesso un gemito di piacere, le mani che stringevano le lenzuola con forza.

Ormai prossimo all'apice, si tirò su a sedere e Naster assecondò la sua fantasia portandosi sopra di lui, che tornò a penetrarla con maggior velocità.
Kas'yan affondò il viso tra i suoi seni, baciandoli e toccandoli mentre la principessa gli accarezzava i capelli e gli lasciava dei baci sulla fronte fra un sospiro e l'altro.

E mentre il chierico le stringeva le cosce con le dita che lasciavano il segno su quella pelle delicata, ecco che giunse al culmine gemendo forte nell'abbraccio della ragazza fino a quando i movimenti del suo bacino non si fermarono dopo aver rallentato piano piano.

Il loro momento di passione lasciò spazio a un po' di tenerezza prima di tornare a quella realtà ricca di caos che avevano lasciato fuori da quella stanza.
Naster rimase abbracciata al principe, la fronte poggiata contro la sua.
«Wow...» commentò.
«Wow!» rispose di rimando Kas'yan ridacchiando.
Le portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, gesto che la fece sorridere e arrossire in volto.

Era da tanto che qualcuno non le dava quel tipo di attenzioni. I problemi del regno e gli atteggiamenti di sua madre, la regina reggente, non le avevano dato tempo per potersi impegnare con qualcuno o pensare di trovare un futuro marito.

L'arrivo del chierico era stata una ventata di aria fresca e lo stesso poteva dirlo anche lui, benché sicuro che presto sarebbe tornato al cimitero di Dunipea per ricongiungersi ai suoi confratelli e tornare alla solita routine fatta di riti e meditazioni.
Nessuno dei due poteva sapere se si sarebbero rivisti ma entrambi, in cuor loro, se lo augurarono.

L'elfo le diede un ultimo bacio sulle labbra. «Forse dovremmo...»
«Sì. Andiamo a vedere com'è la situazione. Mia madre mi starà cercando».
Si alzarono dal letto ormai completamente disfatto e raccolsero i loro vestiti sparsi lì intorno. Dopo essersi dati una sistemata, lasciarono la stanza.

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