I - College

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Oggi.

"Che emozione, mio Sole. Hai preparato tutto?" mia madre entra come una saetta nella mia camera per l'ennesima volta ed io annuisco. Sto sistemando le ultime cose negli ultimi scatoloni che inseriremo tra poco in macchina, dopodiché passeremo verso casa di Candice per prenderla dato che i genitori sono impegnati con il lavoro oggi.

Direzione? College.

Stanford university.

"Sono così fiera di te, mi raccomando, studia, non dare confidenza agli sconosciuti, stai sempre vicino ai ragazzi e-" ancora una volta mi fa le stesse raccomandazioni di più o meno un'ora fa ed io sospiro, mi scappa una risata e la guardo. "Mamma, non ti preoccupare" la rassicuro.

Mi capita tra le mani una foto, una di quelle che ti fa stringere il cuore. Ci siamo io e Vinnie, trattengo un sorriso pensando a quel determinato momento. Andammo ad un falò e alle 7 del mattino e dormimmo nel camper dello zio di Jeremiah, e Sophie, la quale ha sempre adorato immortalarci in alcuni momenti, ci scattò questa foto mentre dormivamo. Avremo avuto 16 anni circa.

"I miei bambini preferiti," mia madre sorride intenerita, osservando anche lei la foto. "Dalla prima elementare al primo giorno di college, ci rendiamo conto? Stai sempre vicino a lui, mi raccomando" continua. Annuisco e sforzo un sorriso. "Andiamo che sono pronta" cambio discorso, facendola annuire.

Dopo circa dieci minuti Candice è in macchina con noi, sistemiamo i bagagli e le ore di viaggio volano letteralmente poiché le trascorriamo a cantare sulle note di Taylor Swift, una delle nostre cantanti preferiti. Quando arriviamo, c'è Sophie da poco li ad aspettarci. I genitori, anche loro per motivi lavorativi, sono dovuti andare via.

Mentre mia madre si ferma a parlare con Sophie, alzo lo sguardo verso l'enorme struttura che raffigura la Stanford university. È incredibile quanto il tempo sia voltato. "Ma Evelyn, Vinnie e gli altri dove sono?" domanda mia madre, riferendosi al resto del nostro gruppo, madre di Vinnie compresa.

"Signorina Charlotte, sta parlando di me?" una voce femminile e familiare fa spuntare un sorriso sulle nostre labbra. È proprio lei, la madre di Vinnie. "Ev!" esclama mia madre, andandole incontro per abbracciarla. Con lei c'è Jojo, Jeje e naturalmente Vinnie, in tutta la sua dannata bellezza.

"Eccola qui la mia dolce e bella bambina," dopo aver salutato mia madre, Evelyn viene verso di me, abbracciandomi. "Allora, sei pronta? Mi raccomando, guarda il mio bambino" continua. Prende la mano di Vinnie e lo stringe a se, si alza sulle punte e da un bacio sulla nuca del figlio. "Mamma!" esclama lui.

"A proposito, ma hai salutato Soleil?" chiede. In realtà ancora no. Ci limitiamo a guardarci, uno sguardo che vale più di mille parole, dove vorremmo dirci il mondo ma il nostro orgoglio è più forte di qualunque altra cosa, almeno per ora. "Se ci sei per prima tu tra i piedi" ironizza Vinnie, mentre mi viene incontro per darmi un bacio sulla guancia.

Resto ferma, mi limito a sorridergli e chiudo gli occhi non appena le sue labbra si posano sulla mia guancia in modo da godermi il momento. Dopo un po' salutiamo mia madre ed Evelyn, recuperiamo i nostri bagagli e ci rechiamo verso l'ingresso del nostro nuovo dormitorio.

Ad un nuovo capitolo, un nuovo inizio, nel quale, nel bene o nel male, Vinnie è sempre presente. E come in prima elementare gli rivolgo uno sguardo e mi stupisco, poiché lo sorprendo a guardarmi già da prima. Distolgo lo sguardo imbarazzata e subito sento il mio cuore battere più forte.

"Ragazzi, siamo qui da dieci minuti e quella locandina già mi distrae" la voce di Jeje richiama la mia attenzione. È impossibile conoscere un ragazzo poi festaiolo di lui e, non a caso, ha già letto della festa di inizio anno questo weekend. "Sicuramente non si tratta di una festa" ironizza Joseph, facendoci ridacchiare.

CARDIGAN // v.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora