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"le scarpette delle streghe"
commentò schifata qualche mia compagna in preda al panico per quella divisa decisamente lontana dalla nostra idea di stile odierno.
io davanti allo specchio guardavo confusa la gonna in dotazione, dopo essermi definitivamente tolta i miei jeans a vita bassa che preferivo decisamente.
la camicetta era piuttosto attillata, e l'intimo sembrava essere stato recuperato da una casa di riposo qualche ora prima.
"ma perché a te sta così bene questa gonna?"
chiese disperata frida, una ragazza dalla carnagione più scura che con un'espressione già stufa di tutto, mi osservava allo specchio.
"ma che dici, sta meglio a te, guarda che fianchi che mi fa"
commentai mentre mi formavo il corpo con le mani per risaltare le mie forme piuttosto povere di contenuto.
"io la corona la tengo"
disse helena dall'altra parte della stanza mentre pavoneggiava la sua bellissima tiara sopra la testa.
io sorrisi, trovavo la sua bellezza inestimabile, come tutta quella delle ragazze dentro quella stanza.
avevano davvero tutte particolari rarissimi che però risaltavano subito e che a me personalmente piacevano molto.
mentre ascoltavo carmelina lamentarsi della divisa come ormai tutte nella camerata, feci forza nelle mie scarpe per farle entrare nel mio piede sinistro che non sembrava aver intenzione di collaborare.
quando finalmente indossai la scarpa decisamente di vecchio taglio mi diressi verso l'entrata della camerata dove qualche ragazzo sostava davanti parlando con alcune delle nostre compagne.
"mati, vieni"
mi richiamò enrico dal corridoio in fondo, già vestito di tutto punto con la sua divisa ben stirata.
gli sorrisi e camminai per il piccolo spazio che ci divideva prima di congiungermi a lui e guardarlo da capo a piedi.
"che eleganza di clemente"
commentai ridendo vedendolo sistemarsi il colletto della camicia.
"anche lei, ti calza a pennello la divisa"
disse mentre ci avvicinavamo verso la camerata maschile dove si sentivano urla e schiamazzi acuti.
"si anche se non mi fa impazzire perché per i miei gusti è troppo aderente"
una volta davanti all'entrata si posizionarono davanti a noi alcuni dei ragazzi con qualche pistola d'acqua in mano, che puntarono verso di noi con fare giocoso.
"no non ci provate che poi mi inzuppo la divisa a nemmeno dieci minuti che la indosso"
uno di loro con un paio di occhiali da sole indosso, mi guardava con un sorriso beffardo e con l'arma puntata pronto a sparare il colpo.
"non ci provare pistolero"
commentai mentre mi sistemavo le maniche della camicetta.
"devi fermarmi prima"
commentò.
io gli ghignai dietro, era più alto di me, con qualche taglio al sopracciglio che gli davano un'aria molto ribelle, capigliatura sistemata con cura e con ancora la pistoletta puntata.
"come posso fermarti"
chiesi mentre enrico si era ritirato in camerata per sistemare le cravatte di alcuni suoi compagni che ne stavano uscendo matti.
"mh non saprei, devi solo riuscirci, è il tuo solo obbiettivo"
risi, non sapevo se imbarazzarmi o rimanere seria in una situazione simile ma senza troppi indugi allungai la mano per prendergli il giocattolo ma come di riflesso lui ritirò la pistola velocemente sparandomi un leggero colpo in viso.
io risi e cercai in qualche modo di ostacolarlo nei suoi continui scherzi d'acqua ma in pochi minuti dovetti arrendermi per non ritrovarmi come appena uscita dalla doccia.
"vuoi riprovare?"
chiese ammiccando togliendosi gli occhiali.
"penso di essere a posto, ma riuscirò a finire quello che ho iniziato"
gli dissi asciugandomi qualche goccia sotto gli occhi.
lui rise, si avvicinò e mi porse la mano con una certa eleganza.
"ryan, tu sei?"
"matilde"
mi spostai una ciocca dal viso e gli strinsi la mano sentendo che aveva una stretta piuttosto solida.
"mati, corri la sorvegliante sta passando nella camerata"
la voce di carmelina rovinò il momento, staccai la mia mano dalla sua sorridendogli e correndo verso la ragazza in fondo al corridoio, lasciandomelo alle spalle.

𝐀𝐁𝐔𝐒𝐄-𝐑𝐘𝐀𝐍 𝐆𝐑𝐄𝐂𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora